Decreto milleproroghe poche le vere novità

Da segnalare la possibilità, a chi avesse lasciato scadere patentini o collaudi, di rinnovarli entro il 30 giugno

Seguendo una consolidata tradizione, capace di superare le barriere politiche e ideologiche, anche quest’anno è stato regolarmente convertito il decreto-legge n. 198/2022, di differimento di varie disposizioni e scadenze, detto per l’appunto “milleproroghe”.

Gran parte di queste riguardano direttamente la pubblica amministrazione, per tutto ciò che non si è potuto realizzare nell’anno vecchio e che bisogna riportare, a nuovo; l’edizione di quest’anno non fa eccezione, tanto più che il 2022 si era aperto in piena emergenza sanitaria. La legge, approvata con il voto di fiducia, ha accolto svariati emendamenti rispetto al testo del decreto-legge emanato a fine anno, uno dei quali riguarda direttamente l’agricoltura. Come si ricorderà, fra i vari provvedimenti di sospensione che avevano caratterizzato l’inizio della fase emergenziale, ce n’era uno che prolungava la validità dei certificati di abilitazione all’acquisto e all’uso dei prodotti fitosanitari – i cosiddetti patentini – e la durata dei collaudi alle irroratrici.

Vera e propria sanatoria

L’ultima di queste proroghe aveva lasciato scoperti i patentini e i collaudi scaduti nel 2022, a differenza di altri provvedimenti – come quelli sulla durata dei permessi di circolazione – che avevano lasciato altri 90 giorni dalla scadenza dello stato di emergenza, per mettersi in regola. Più che di una proroga, trattandosi di termini ormai scaduti da tempo, dovremmo parlare di una vera e propria sanatoria, che consente a chi avesse lasciato scadere il patentino o il collaudo di rinnovarli entro il prossimo 30 giugno.

Già presente nel decreto-legge, la proroga a tutto il primo trimestre 2023 del credito d’imposta del 20%, da applicare al gasolio acquistato fino al 31 marzo, per l’esercizio delle attività agricole e di quelle agromeccaniche, non è una vera novità. Vero è che nell’incontro tenutosi al Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale il tema era stato ampiamente trattato, per quanto la materia fiscale sia di competenza di un altro dicastero, quello dell’economia e delle finanze.

Credito d’imposta dal 40 al 20%

Possono invece tirare un sospiro di sollievo le tante imprese agromeccaniche che avevano investito in macchinari e attrezzature rientranti nel programma 4.0, nel corso degli ultimi mesi del 2022, senza però riuscire a completare l’investimento per mancata disponibilità dei mezzi. Come noto, da quest’anno la percentuale di aiuto, concesso come credito d’imposta, si è dimezzata passando dal 40% al 20%: chi era riuscito a prenotare la macchina nuova, versando un acconto almeno pari al 20% poteva rientrare ancora nel credito del 40%, ma solo fino al 30 giugno.

Purtroppo le macchine agricole, a differenza dei beni di consumo, vengono costruite quasi su misura, e già in condizioni normali possono trascorrere molti mesi fra ordine e consegna; ma negli ultimi anni, fra pandemia e venti di guerra, i tempi di consegna si sono molto allungati. È stata quindi provvidenziale l’estensione del termine originariamente previsto per completare l’investimento, prorogato di alcuni mesi e cioè fino 30 settembre prossimo; a differenza però di altre norme del “milleproroghe”, in questo caso la legge di conversione ha peggiorato le cose.

In sede di scrittura del d.l. 198, nei giorni immediatamente a ridosso delle Festività natalizie, il governo si era impegnato a prorogare il termine per la conclusione degli investimenti di sei mesi esatti, e cioè fino a tutto il 2023. Il dibattito parlamentare, per motivi che sinceramente ci sfuggono, ha invece ritenuto opportuno dimezzare la proroga a soli tre mesi, lasciando quindi tempo fino al 30 settembre per la consegna delle macchine già prenotate entro l’anno scorso.

Altri provvedimenti di interesse

Altri provvedimenti, specifici per gli agricoltori ma che possono avere riflessi indiretti sull’attività agromeccanica riguardano i seguenti termini:

  • slitta di un anno il termine per la dichiarazione delle tariffe forfetarie pagate alle Asl per i controlli sulla trasformazione agroalimentare;
  • per gli anni dal 2023 al 2025 è stata prorogata la deducibilità dei costi sostenuti per gli in-vestimenti in nuove colture arboree pluriennali;
  • al fine di favorire la ricomposizione fondiaria per i terreni interessati dall’infezione da Xylella le compravendite di valore inferiore a 50.000 euro (e superficie fino a 5 ha) sono esenti dalle imposte ipotecaria e catastale, mentre quella di registro si paga in misura fissa di 200 euro; per tali atti gli onorari dei notai sono ridotti del 50%. I beneficiari, nonostante abbiano già pagato un pesante tributo nel lungo periodo in cui l’epidemia ha potuto diffondersi senza controllo, non potranno mutare la destinazione dei terreni per un periodo di cinque anni, mentre le agevolazioni rientrano fra gli incentivi statali e quindi, potenzialmente, fra gli aiuti di Stato.
  • viene concesso più tempo (60 giorni invece di 45) per chiedere gli indennizzi dovuti agli eventi siccitosi verificatisi a partire dal mese di maggio 2022; la proroga sembra anche in questo caso finalizzata a favorire più la pubblica amministrazione che gli agricoltori;
  • altri provvedimenti sono finalizzati a migliorare la liquidità per le aziende agricole grazie ad una più attenta scansione dei tempi di corresponsione di aiuti in acconto e a saldo.
Decreto milleproroghe poche le vere novità - Ultima modifica: 2023-03-21T14:15:17+01:00 da Roberta Ponci

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