Non si ferma la corsa di John Deere. Il leader mondiale della meccanizzazione agricola si appresta a chiudere un 2013 da record, probabilmente superiore a quel 2008 che pareva per diverso tempo inarrivabile.
A conclusione del terzo trimestre (al 31 luglio, visto che John Deere inizia l’anno fiscale a novembre), l’utile netto ha infatti raggiunto i 996,5 milioni di dollari (erano 788 nel 2012), valore che porta l’utile nei primi nove mesi a 2,73 miliardi di dollari, su un fatturato del periodo di 26 miliardi di dollari. L’aspettativa è ancora più lusinghiera: il 2013 dovrebbe segnare il record di fatturato (38 miliardi) e di utile (3,45 miliardi di dollari).
In questo contesto il cervo concentra la propria attenzione sulla Regione 2 (Europa, Africa del Nord e Medio Oriente) e presenta a Berlino 27 novità per crescere in particolare proprio nel Vecchio Continente.
Dei trattori della nuove serie 5 (compreso il 5GL macchina 'pensata' per il mercato italiano), dei compatti della serie 6M e 6R, dei grandi della serie 7R e 8R dotati della nuova trasmissione e23, della rotopressa a camera fissa F440 e della falciacondizionatric trainate 630 e 830 parleremo in un prossimo articolo.
In quest’ambito vale la pena soffermarsi sui pochi, ma chiari messaggi rimarcati da Cristoph Wigger, responsabile della Regione 2.
«John Deere è leader mondiale e vuole continuare a crescere in Europa, mercato strategico che nel complesso vale diverse decine di miliardi di dollari». Difficile strappare numeri a Wigger che, tuttavia, parlando di trince semoventi, sottolinea uno degli obiettivi di quota: il 25% del mercato europeo.
Sulla vendita diretta è categorico. «Non abbiamo nessuna intenzione di arrivare al cliente finale saltando i nostri dealer. Che vogliamo valorizzare e che, nella nostra visione, dovranno avere un fatturato medio annuo di almeno 25 milioni di euro». Non è un caso che, anche in Italia continui a diminuire il numero complessivo di concessionari, ma aumenti il numero di sedi sul territorio.
E Wigger non si lascia sfuggire l’occasione per una sorta d’appello: «Negli ultimi due anni abbiamo aperto 250 nuove sedi nella Regione 2 e creato qualcosa come 1.700 nuovi posti di lavoro. La meccanizzazione agricola può essere un’opportunità per i giovani: speriamo che ci seguano e riescano a capire la portata di questo messaggio».
Sul fronte accordi in Italia il manager del cervo rimarca: «Abbiamo terminato alcuni rapporti e ora abbiamo in essere solo una partnership con Agritalia di Rovigo, che ci soddisfa molto e che non escludiamo si possa ampliare».
Mentre a livello più ampio proprio a fine agosto 2013 è stato siglato l’accordo che sancisce la collaborazione fra John Deere e la finlandese Sampo Rosenlew. L’intesa prevede che John Deere inizi a vendere in Europa Occidentale mietitrebbie prodotte da Sampo. Per la precisione John Deere sta introducendo un nuovo modello, la W440, basata sui modelli della serie 3000 della Sampo. E, in effetti, alla presentazione berlinese si è visto il primo modello di W440 (nella foto) a 6 scuotipaglia che sarà prodotto in una trentina di esemplari già nel 2014. Per l’anno successivo la collaborazione dovrebbe poi portare in casa John Deere la W330 a 5 scuotipaglia.
Intanto arriva una novità anche alla filiale italiana. Dopo 4 anni Gaston Trajtenberg, viene promosso al vertice di John Deere Argentina e lascia il posto a Marzio Devalle, attualmente responsabile finanziario a Vignate.
Meccanizzazione
John Deere punta sull’Europa
Presentate a Berlino 27 nuove macchine.Il responsabile della Regione 2, Cristoph Wigger: «Creiamo posti di lavoro.I giovani ci seguano». Accordo con Sampo nel segmento mietitrebbie. Cambio della guardia alla filiale italiana: Trajtenberg torna in Argentina, arriva Devalle