Enoagricola Rossi, l’ampliamento continua

Enoagricola Rossi
Il nuovo stabile di Enorossi
Dopo l’ultimo investimento l’azienda umbra ora si estende su una superficie di 18mila metri quadrati. E punta sull’allargamento della gamma di prodotti

Partire da un capannone in affitto di soli 500 metri quadrati e ritrovarsi dopo 40 anni con 18mila mq di proprietà (e ulteriore espansione in programma) non è un’impresa da tutti. Ma se il deus ex machina si chiama Adelmo Giovannini, non c’è da stupirsi.

Il “vulcanico” presidente e socio unico dell’Enoagricola Rossi di Calzolaro, in provincia di Perugia, oggi coadiuvato dal figlio Michele, a più riprese ha effettuato scelte che hanno portato l’azienda, nata nel 1981 nel settore della piccola enologia, a un fatturato che, includendo anche la consociata americana, nel 2021 ha toccato quota 50 milioni di euro, in crescita di oltre il 20% sul 2020, e che nel 2022 dovrebbe aumentare ancora. Una delle tappe fondamentali di questa ascesa è stato il 1989, anno in cui Enorossi è penetrata nel mercato Usa, dopo una lunga esperienza e lo sviluppo di macchine per la fienagione che nel 1992 la portarono a firmare un accordo in Oem con un importante gruppo internazionale costruttore di trattori (Agco, ndr). «Questo accordo durò 16 anni e ci sono ancora al lavoro 45-50mila macchine nel mondo frutto di quella collaborazione, tanto che distribuiamo ancora i loro ricambi» – racconta orgoglioso Giovannini.

Il mercato americano rimane tuttora quello più importante per Enorossi e ha fatto in un certo senso da apripista per esplorare nuovi paesi: oggi, infatti, la Enorossi ha filiali in America, Marocco, Cina e Russia, create considerando quei mercati un’opportunità per la propria crescita e per migliorare il servizio di post-vendita e ricambistica. Oggi l’export per Enorossi è arrivato a rappresentare l’85% del fatturato, con circa 60 paesi coinvolti, Usa in primis. «Ma adesso stiamo potenziando anche il mercato europeo – precisa Giovannini – in particolare la Germania, con le falciatrici bilama, semplici, che richiedono poca potenza ed effettuano anche un taglio migliore del foraggio rispetto a quelle a dischi. I mercati americano e canadese sono stati i primi a essere “sfruttati” come Enorossi perché già negli anni 70 eravamo presenti con le macchine per la fienagione da 12 metri di larghezza di lavoro della vecchia “Fratelli Rossi”. E chiaramente questo ci ha aperto nuove strade commerciali, avendo già una rete distributiva importante».

Il primo capannone da cui è partita l’azienda

Lavoro iniziato nel 2015

Parallelamente alla crescita dei mercati, Enorossi ha avuto la necessità di adeguare le proprie strutture produttive, un processo iniziato nel 2015. «L’ultimo ampliamento, che si è concluso a marzo di quest’anno, ha riguardato in particolare un nuovo stabile per l’amministrazione e uno per raggruppare la tecnologia 4.0 – spiega Giovannini –. Avevamo la necessità di riunire tutte le macchine per la prima lavorazione, dai laser piani alle piegatrici, dal laser tubo ai piegatubi, fino ai torni, alle frese e al taglio. Nel vecchio capannone, invece, abbiamo mantenuto i reparti di saldatura e verniciatura assieme a premontaggio, imballaggio e spedizione. Adesso, anche se qualcosa ancora appaltiamo all’esterno, come prima lavorazione siamo quasi autosufficienti».

I nuovi stabili sono operativi dallo scorso marzo e la superficie attuale è di 18mila mq, ma è stato acquistato anche un altro lotto di terreno di fronte al vecchio stabile, per cui saranno presto disponibili altri 5mila mq di area coperta. E la lungimiranza di Giovannini si evidenzia anche nel problema strettamente contingente dell’aumento dei costi energetici. «Piuttosto che investire soldi in un altro robot di saldatura – evidenzia Giovannini – ho destinato metà delle risorse al fotovoltaico. Abbiamo già pannelli solari per 200 kW sui vecchi edifici, altri 100 andranno sullo stabile nuovo con gli uffici e altri 200 ancora su un capannone da 1.000 mq, per cui diventeremo quasi autosufficienti dal punto di vista energetico. Gli aumenti attuali delle bollette, infatti, sono diventati insostenibili e non è semplice “ribaltarli” sul prezzo di vendita del prodotto finale».

Collaboratori, non dipendenti

In Enorossi lavorano attualmente 110 dipendenti o meglio «collaboratori – specifica Giovannini – non dipendenti. Non mi piace quella parola, così come non mi piace la parola titolare, se mai sono il primo collaboratore. Perché un’azienda è come una barca a remi, dove tutti devono remare nella stessa direzione e dove i benefici devono esserci per tutti. Nessuno deve essere sottopagato e tutti devono capire che l’azienda è di tutti. A dimostrazione di quanto creda in questa filosofia, negli anni a venire parte degli utili sarà redistribuita appunto ai collaboratori. Colgo l’occasione per ringraziarli, assieme ai clienti, ai fornitori e agli istituti di credito che ci hanno sostenuto in questa crescita».

E le strategie future? «Gli obiettivi a breve termine sono quelli di portare a completamento la gamma di prodotti che abbiamo – continua Giovannini – perciò all’Eima presenteremo un nuovo ranghinatore a pettine con larghezza di trasporto di 2,70 m, per evitare il ricorso alle scorte. Poi aggiorneremo anche le falciatrici, dove stiamo puntando sulle barre a dischi con modelli trainati, con e senza condizionatore. Adesso abbiamo i modelli frontale e laterale per larghezze di lavoro fino a 5,40 m, ma presto usciremo anche con la falciatrice tripla, per arrivare a 8 m di larghezza di taglio, sempre con la bilama perché crediamo che rispetto alla barra a dischi consenta al foraggio di ricrescere qualche giorno prima. Negli spandivoltafieno siamo arrivati fino a 8 rotori e 10 metri di larghezza di lavoro con i modelli carrellati, mentre negli andanatori stiamo cambiando la tecnologia di esecuzione per avere macchine più “pulite” e rapide e stiamo facendo anche un lavoro di restyling per renderle più belle. Anche in questo segmento siamo arrivati a 22 stelle e 12 m di larghezza di lavoro, con modelli autosterzanti, adatti anche per paesi europei come Francia e Germania, e stiamo valutando anche l’opzione dei modelli a tappeto. All’Eima infine porteremo un giroandanatore in linea a doppio rotore, una falciatrice frontale e due nuovi modelli di fasciatori».

Rapporto qualità/prezzo

Per fare tutto questo Enorossi punta molto sulla ricerca e sviluppo, dove investe circa l’1% del fatturato, affidata a 3 ingegneri e 3 tecnici, che sviluppano i prototipi e seguono le lavorazioni interne ed esterne, con l’obiettivo di proporre un paio di macchine nuove a stagione.

Chiudiamo con il punto di forza di Enorossi rispetto alla concorrenza secondo Adelmo Giovannini. «Diciamo che prestiamo la massima attenzione soprattutto alle performance delle macchine, le testiamo una a una e se ci sono anomalie, le correggiamo subito. Questo significa che l’assistenza post vendita alla fine si risolve praticamente a costo zero, anche se abbiamo ingegneri che vanno in giro per il mondo quando necessario, soprattutto per prestare assistenza in occasione della messa in campo delle macchine. Altro punto di forza è il servizio clienti, con un team dedicato che guida il cliente nella scelta del prodotto e della sua composizione. E infine credo che le macchine Enorossi siano le migliori dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo. Non siamo infatti i più cari, ma nemmeno i più economici. Per questo scegliere Enorossi significa scegliere il meglio».

Enoagricola Rossi, l’ampliamento continua - Ultima modifica: 2022-10-17T17:21:53+02:00 da Francesco Bartolozzi

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