Circa 500 ettari di cereali trebbiati, più di 150 di erba medica da seme, trattamenti diserbanti effettuati su oltre 2.600 ettari.
Maurizio Pagnanelli, 38 anni, è un contoterzista di Fermignano, storico paese nelle colline della provincia di Pesaro-Urbino. Di suo ha un’azienda di circa 150 ettari, ma da tanti anni si dedica anche al contoterzi e l’attività lo ha portato a investire, negli ultimi due anni, circa 400mila euro nel rinnovo macchine, fra cui una mietitrebbia Claas e un’irroratrice semovente. Già suo padre Carlo aveva iniziato questa attività, seppur con numeri molto più limitati. Oggi affianca l’attività di contoterzista con quella di agente della sede locale del Consorzio Agrario Adriatico che porta avanti insieme al socio Massimo Cottini. «Mi piace molto fare il contoterzista – esordisce Maurizio – anche se le difficoltà non mancano. Fra prezzi del gasolio, attrezzatura da rinnovare e, soprattutto, agricoltori in difficoltà a causa dei bassi prezzi che percepiscono, non è facile far quadrare i conti. Le principali coltivazioni della nostra zona sono grano duro, tenero, orzo, farro, erba medica. Il girasole è stato quasi abbandonato a causa della presenza di migliaia di cinghiali che devastano la coltivazione. Trebbiavo circa 1.500 tonnellate di girasole, lo scorso anno ne ho trebbiate 100…».
Pagnanelli afferma che la semina su sodo sta prendendo sempre più piede. Le rese sono paragonabili alla semina post lavorazione, pur con un limite: se l’annata è molto piovosa, specie dopo la semina, le rese diminuiscono. L’agricoltore sa che può effettuare la semina su sodo ad annate alternate. L’attività che gli è più richiesta ormai è il diserbo. Tantissimi cercano i contoterzisti per questa operazione, che non può essere compiuta in autonomia se non da esperti e con un’attrezzatura aggiornata. Le diverse revisioni cui devono essere sottoposte le macchine irroratrici hanno indotto molti agricoltori che provvedevano col “fai da te” a rivolgersi ai professionisti e, fra questi, Pagnanelli ne ha tratto vantaggio. «Ho acquistato un paio d’anni fa una macchina per il diserbo. Si tratta di un modello semovente che ha sostituito la mia precedente versione trainata. Con questa ho raggiunto 2.600 ettari diserbati, contro i 500 che riuscivo a coprire con trattore e botte trainata. L’aspetto più interessante della mia Grim GM 7 (con cisterna da 2.500 litri) sta nella gestione tramite un sistema di rilevazione satellitare che permette di evitare errori. Prima di tutto occorre delimitare il perimetro del campo da diserbare. Una volta compiuta questa operazione, nel monitor posto in cabina si può verificare la superficie trattata. Se si passa in una zona già trattata, il sistema in automatico blocca gli ugelli evitando spreco di prodotto e “sovradiserbo”». La barra per il diserbo è ripiegabile e può raggiungere la larghezza massima di 21 metri. La portata della cisterna è di 3 tonnellate. In zona il grano duro deve essere diserbato almeno un paio di volte durante il ciclo, tre volte se la semina è su sodo. Rispetto alla semina, quella su sodo ha raggiunto il 30% nella sua zona.
Mietitrebbiatura, balzo in avanti
L’altro grande balzo in avanti Pagnanelli lo ha compiuto lo scorso anno cambiando la sua vecchia trebbiatrice con una Claas Tucano 430 nuova di zecca. Anche in questo caso l’investimento è stato importante, supportato però da una maggiore efficienza e sicurezza. «Sono tanti gli aspetti che mi fanno essere molto soddisfatto di questa scelta. Prima di tutto oggi, grazie a questa trebbiatrice, non ho più l’impiccio di dover smontare la barra falciante a ogni spostamento. E, qui nelle nostre zone, era un supplizio per almeno un paio di motivi. Prima di tutto perché gli appezzamenti sono relativamente piccoli e nell’arco della giornata ci si sposta più volte. Poi perché le strade sono spesso strette e lo smontaggio era obbligatorio anche in zone isolate. Ora, grazie alla barra da 6,60 m ripiegabile della Tucano, risparmio almeno un’ora di tempo per ogni spostamento». Un altro aspetto fondamentale sta nella sicurezza. La nuova mietitrebbia Tucano 430, con 4 ruote motrici e sistema automatico di livellamento, permette di arrivare in tutta sicurezza anche in zone proibitive, con pendenze superiori anche al 30%
Poi vi è una serie di mezzi che fanno da corollario a queste due “perle”. Un trattore Arion 640 della Claas da 180 cavalli, catenabile e utilizzato anche come servizio spartineve in caso di necessità, e due cingolati New Holland da 90 e 110 cv, usati per lo più per semina e concimazione. Non manca poi un trinciatutto, la barra per le oleaginose e il carro per la concimazione. «Nella nostra zona – aggiunge il contoterzista – che comprende l’alta val Metauro e tutta la valle del Foglia, l’agricoltura non è molto variegata. Le estensive la fanno da padrone. Con i prezzi attuali dei cereali, il mondo agricolo fa molta fatica a far quadrare i bilanci. Può sembrare un controsenso, ma per noi contoterzisti avere macchine moderne ed efficienti, che ci fanno risparmiare tempo, sono indispensabili, anche se all’inizio l’investimento è da brividi. L’esempio della barra pieghevole nella mietitrebbia è lampante: prima dovevo staccarla, agganciarla a un trattore e poi trasportarla a seguito della mietitrebbia. Occorreva un operaio solo per quel lavoro, mentre io ero sulla mietitrebbia. Ora ho un grosso risparmio economico, dato che non serve più un addetto per quello spostamento, e anche un miglioramento nei tempi»