Siamo alle porte di Ancona, per la precisione nella frazione di Candia, dove ha sede l’azienda agromeccanica Giuliodoro Franco & Cingolani Rosa, nata negli anni Sessanta e fondata appunto dai due nomi sopracitati, marito e moglie. Un’azienda contraddistinta da una forte presenza femminile, dato che Franco e Rosa hanno avuto tre figlie femmine e una di loro, Daniela Giuliodoro, circa 20 anni fa, una volta che il padre era sul punto di chiudere l’attività, decise di subentrargli. Nel corso degli anni l’azienda si è ampliata sempre più, per poi recentemente trasformarsi anche in azienda agricola, per cui oggi lavora circa 550 ettari tra conto terzi, affitto e proprietà, appoggiandosi a un collaboratore fisso e uno a chiamata.
«L’attività conto terzi rimane una branca importante per la nostra azienda – chiarisce subito Daniela – e offriamo tutte le tipologie di lavorazioni (eccetto la trinciatura), dall’aratura alla preparazione del terreno, dalla semina alla trebbiatura, dal diserbo alla concimazione, per lo più su tre colture: grano duro, colza e girasole, ma seguiamo anche qualche piccolo vigneto». Nel parco macchine troviamo 5 trattori, con l’8RX John Deere come punto di forza, «al quale dedichiamo seminatrici combinate, aratri e attrezzi per l’affinamento del terreno – spiega Daniela – mentre gli altri trattori “intermedi” servono per semine primaverili e concimazioni. Inoltre, per i trattamenti utilizziamo un’irroratrice Grim e per la trebbiatura una Claas, che fornisce un ottimo prodotto trebbiato».
Minima e sodo
Prerogativa delle Marche sono le minime lavorazioni e la semina su sodo e l’azienda Giuliodoro non è da meno. «Facciamo semina su sodo da tanti anni – conferma Daniela – e la facciamo bene, cioè non in modo improvvisato. Infatti, otteniamo ottimi risultati, soprattutto adesso con la seminatrice Maschio Gaspardo DP Pronta a doppia tramoggia. Dove non seminiamo su sodo, ci serviamo di una combinata straordinaria della Lemken, un marchio che stimo molto e di cui possiedo già un aratro esavomere, mentre in prova mi arriverà il coltivatore a dischi (Rubin). Sono attrezzature che secondo me rispetto ad altre lavorano meglio e quindi alla fine ti consentono qualche quintale in più di resa. Lo stesso vale per la sarchiatrice: è vero che è un costo aggiuntivo, ma su girasole e colza è diventata indispensabile e ti fa produrre di più».
Daniela Giuliodoro è molto attenta all’applicazione di concetti agronomici chiave come quello della rotazione. «Mio padre era fissato con la rotazione e io sono come lui: cinque anni fa abbiamo iniziato a seminare colza, con una resa di soli 30 q/ha, ma il grano che seminammo dopo fu una meraviglia. A oggi, dopo cinque anni siamo molto soddisfatti della coltura e forse una delle poche aziende a coltivarla nella zona.».
Futuro digitale
Ma la novità più recente è che Daniela si sta “buttando” sul digitale. «Tre anni fa il mio collaboratore Elia mi ha chiesto l’autoguida e anche se un po’ restia ho accettato. Dopo di che ho acquistato tutti i pacchetti possibili, perchè i giovani sanno usare questi strumenti e perchè è un investimento che sono sicura darà molto presto i suoi frutti. Abbiamo già una raccolta dati non indifferente e anche se i clienti per ora non richiedono questi servizi, usiamo questi sistemi nella nostra azienda, a parte la raccolta dati della trebbiatura: questa la effettuiamo in tutte le aziende, perché prima o poi potrà essere utile. Inoltre, in collaborazione con Syngenta facciamo delle prove di semina a rateo variabile, per cui ho in programma di introdurre anche questo tipo di semina, pur consapevole che ci vorrà una persona dedicata. Lo stesso vale per la concimazione e i trattamenti, perché se non ti affidi a questi mezzi di precisione, lo spreco è infinito».
Anche l’attività sindacale è molto sentita in casa Giuliodoro. «Mio padre è sempre stato socio dell’Apima di Ancona. Devo dire che offrono un servizio eccellente, sono sempre disponibili e soprattutto ti risolvono i problemi in termini di permessi, immatricolazioni, dichiarazioni dei redditi, gasolio, quaderno di campagna ecc., insomma un servizio a 360 gradi».
Contoterzista dell’Anno
L’ultimo passaggio lo dedichiamo al fatto di essere donna in un mondo prettamente maschile come quello agromeccanico. «Oggi come oggi mi sento un’osservata speciale – conclude Daniela – ma non è stato facile, soprattutto il confronto con colleghi, clienti e fornitori. Però ho fatto valere le mie ragioni, anche se con qualche difficoltà, e credo di aver raggiunto un certo equilibrio, oltre che stima da parte del mondo maschile. Tutta questa forza mi è arrivata anche dalla mia famiglia e soprattutto dalle donne, in primis mia nonna, grande lavoratrice e donna di notevole spessore e intelligenza; poi mia madre, vera e propria colonna portante di questa azienda anche se non lavora in campagna; le mie sorelle che mi hanno supportato in questa avventura così impegnativa. E infine un ringraziamento speciale va a mio padre e ai miei collaboratori, sempre attenti e precisi nell’utilizzo dei nostri mezzi e nelle lavorazioni che eseguiamo».