«Il Governo agli Stati Generali parla di master plan, di futuro dell’agricoltura, ma quale visione volete che abbia un Esecutivo che non invita gli agromeccanici, scambiandoli per coloro che aggiustano le macchine agricole? Le imprese che svolgono servizi terziarizzati in agricoltura forniscono alle aziende agricole oltre il 70% del fabbisogno di meccanizzazione per le lavorazioni in campo e sviluppano un fatturato di oltre 3,12 miliardi di euro. Perché il Governo Conte non si è premurato di sentire la nostra posizione?».
Il rammarico del presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), Gianni Dalla Bernardina, «non è tanto per il mancato invito, quanto per la visione anacronistica dell’agricoltura, legata a vecchi riti e non proiettata a investire. Il rischio è accrescere il gap in termini di costi ed efficienza rispetto all’agricoltura dei principali paesi europei e affossare la filiera della meccanizzazione, fiore all’occhiello del Made in Italy anche in ambito trattoristico e di mezzi per l’agricoltura».