Lanciata la bomba del cambio di data, il management del Sima di Parigi chiama a raccolta la stampa europea e cerca di motivare la decisione di posizionarsi in parziale sovrapposizione con l’Eima di Bologna nel 2020.
Il primo a parlare è il presidente dell’Associazione dei costruttori francesi di macchine agricole, Frédéric Martin. «In un contesto mondiale di estrema incertezza siamo come a un incrocio e bisogna capire la strada giusta da prendere. La decisione è stata presa dopo un anno di discussioni, di svariati incontri con gli espositori e gli organizzatori delle altre fiere del settore. La cosa sicura per noi era che si doveva cambiare qualcosa, perché volevamo rispondere meglio alle attese dei visitatori e degli espositori e alla fine l’unica possibilità è stata quella di collocarci in un momento dell’anno più favorevole al ciclo di investimento degli agricoltori. Purtroppo, per esigenze del polo fieristico che ci ospita abbiamo dovuto scegliere una data in parziale sovrapposizione con l’Eima 2020».
A proposito di sovrapposizione, dal 2022 dovrebbe (il condizionale è più che d’obbligo in questa fase) venir meno, con almeno una settimana di intervallo tra Sima ed Eima. «Molti dei grandi gruppi hanno già dato la loro conferma per l’edizione 2020 – ha aggiunto Isabelle Alfano, neodirettrice del salone parigino – che si propone di trasformare il Sima da salone delle macchine agricole a fiera delle tecnologie per l’agricoltura e l’allevamento. Come segnale di questo cambiamento abbiamo coniato un nuovo slogan (“Agricoltura in movimento”) e un nuovo logo, oltre a rivedere i nomi delle categorie di prodotti esposti. Inoltre, in linea con le sfide che il Sima vuole affrontare insieme agli agricoltori, il programma di conferenze internazionali sarà arricchito, con in particolare una sezione dedicata alla robotica».
A supporto della decisione presa dagli organizzatori del Sima alla conferenza stampa sono intervenuti un agricoltore e, non senza sorprese, anche due costruttori come Kubota e John Deere, secondo i quali in generale le fiere devono rinnovarsi e la nuova data rende il Sima più vicino al ciclo di investimento degli agricoltori, perché la maggior parte degli acquisti di macchine agricole viene effettuata nell’ultima parte dell’anno. Inoltre, la vicinanza con Eima dovrebbe favorire l’arrivo di visitatori da oltreoceano che possono così combinare la visita a entrambe le fiere.
«Non è stata una decisione contro nessuno – ha concluso Martin – anche perché le tre fiere leader sulle macchine agricole hanno connotazioni diverse, nel senso che Agritechnica è la fiera per eccellenza delle macchine agricole (soprattutto di grandi dimensioni per grandi aziende agricole), mentre Eima è la fiera delle macchine specializzate e della componentistica e Sima ha un approccio trasversale, nel senso che propone non solo macchine, ma anche soluzioni e tecnologie, digitali in primis».
In un clima di grande incertezza, non resta che aspettare novembre 2020 per avere il responso (quello che conta) di espositori e visitatori.