La querelle della revisione delle macchine agricole si arricchisce di un altro tassello.
Come in una soap opera pluriennale - il primo decreto sulla revisione è del maggio 2015 (!) - arrivano nuove date di scadenza per la revisione dei trattori, cosa invero necessaria, senza tuttavia che sia stato ancora pubblicato il decreto applicativo, vero e proprio snodo per la partenza operativa della revisione.
I primi a prendere posizione sono stati i contoterzisti del Cai che in una nota sottolineano: «con un decreto interministeriale ancora in corso di registrazione, i ministeri delle Politiche agricole e delle Infrastrutture Trasporti hanno recepito le richieste della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani di emanazione di un nuovo calendario delle revisioni».
Le nuove scadenze della revisione |
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Macchine agricole e macchine operatrici | Tempi |
Veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983 | Revisione entro il 30 giugno 2021 |
Veicoli immatricolati dal 1° gennaio 1984 al 31 dicembre 1995 | Revisione entro il 30 giugno 2022 |
Veicoli immatricolati dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2018 | Revisione entro il 30 giugno 2023 |
Veicoli immatricolati dopo il 1° gennaio 2019 | Revisione al 5° anno entro la fine del mese di prima immatricolazione |
Fonte: Ministero dei Trasporti |
«La determinazione di nuove scadenze – commenta il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina - era divenuta indispensabile in relazione ai ritardi accumulati nel processo normativo, dovuti non a cattiva volontà dei ministeri coinvolti, ma alle difficoltà di coordinamento delle varie amministrazioni che dovranno sovrintendere alle revisioni. Un risultato positivo, frutto della caparbietà di Cai». «Le nuove scadenze - conclude la nota Cai - consentiranno agli agromeccanici e agli agricoltori di poter circolare liberamente fino all’apertura delle operazioni di revisione, senza incorrere nel rischio di sanzioni.
Decreto attuativo cercasi
Sistemata almeno sulla carta la questione date, come indicato nella tabella, e spostata in avanti, al 30 giugno 2021 la prima scadenza e al 30 giugno del 2023 quella finale, rimane da chiudere la questione del decreto attuativo, quello oggettivamente che si attendeva da tempo e che, per una miriade di intoppi, non ha ancora visto la luce.
Dopo le rassicurazioni di ministro (all'Eima) e sottosegretari l'uscita sembrava imminente, ma ad aprile scoccato del testo neanche l'ombra. L'unica consolazione per ora rimane quella che, con le nuove date, si eviteranno sanzioni e contenziosi.