Tanto tuonò che piovve! Ancora un niente di fatto sul glifosate. Gli Stati membri, infatti, questa mattina non hanno trovato l'accordo sulla proposta di rinnovo dell'autorizzazione dell'erbicida per 5 anni. Quattordici paesi hanno votato a favore, nove, tra cui l'Italia, contro e cinque, tra cui la Germania, si sono astenuti. La Commissione europea intende portare la proposta in comitato d'appello, prime date utili il 27 o il 28 novembre. Se anche in quell'occasione non dovesse esserci la maggioranza qualificata, le regole prevedono che Bruxelles possa adottare la proposta senza l'ok dei paesi.
«In attesa della decisione definitiva è necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosate proprio nella fase di preraccolta» è stato il commento a caldo del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo da Bruxelles. In Italia – sottolinea la Coldiretti è infatti già in vigore il divieto di uso del glifosate nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma vige anche il divieto d’uso in campagna in pre-raccolta «al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura» per effetto del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016. Un principio che – continua la Coldiretti – deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa 1,2 miliardi di chili di grano – conclude la Coldiretti – sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.