Le norme sugli ammortamenti maggiorati per i nuovi investimenti in macchinari sono state prorogate anche per il prossimo anno: una notizia confortante per le imprese agromeccaniche che stanno pensando di rinnovare il parco macchine.
È bene ricordare nuovamente di che si tratta: tutti gli investimenti in macchine nuove possono beneficiare di un ammortamento maggiorato del 40%, che automaticamente si traduce in una corrispondente diminuzione delle imposte sui redditi. Nella pratica, chi avesse acquistato una trattrice agricola del valore di 100.000 euro potrà ammortizzare un valore maggiorato del 40% (140.000 euro) per tutti gli anni in cui vengono dedotte le quote di ammortamento. Per una trattrice avremo pertanto una maggiore imputazione di costi di 40.000 euro, nei 6 anni in cui si possono dedurre le quote di ammortamento: 2.500 € nel primo anno, 5.000 € nei successivi 7 anni e 2.500 € nell’ultimo anno. Per un imprenditore che dichiara 20.000 euro di utile fiscale, l’ammortamento maggiorato consente un risparmio d’imposta di 540 euro il primo anno, 1.080 nei successivi 7 anni e di nuovo 540 euro nell’ultimo anno di ammortamento del trattore. Nel complesso – su un valore di 100.000 euro, neanche tanti per un terzista – il risparmio di imposte da versare nei 9 anni di durata dell’ammortamento è di 10.400 euro, pari al 10,4% di aiuto statale, più o meno quelli delle varie “rottamazioni” del passato, ancora ricordate con una certa nostalgia.
La formula dell’ammortamento maggiorato è vantaggiosa solo per aziende con un bilancio chiuso in positivo; se l’azienda è in perdita, o se l’utile è minimo, il vantaggio si riduce perché diminuisce la percentuale di imposta da pagare (le aliquote delle imposte sui redditi personali sono progressive). Per le aziende con utili elevati si ottiene il massimo vantaggio fiscale (fino al 43% dei redditi abbattuti con l’ammortamento maggiorato); il 43% del 40% di maggiorazione può portare il vantaggio a oltre il 17% del valore dell’investimento. Nel caso in cui coesistano un’impresa agricola e una agromeccanica (con utili significativi), può essere più conveniente investire su quest’ultima – godendo dell’ammortamento normale oltre alla maggiorazione – piuttosto che nell’azienda agricola, su cui presentare una domanda per il Psr. Infatti, con l’Irpef al 27% (per redditi oltre 15.000 euro) e l’ammortamento maggiorato avremo un risparmio fiscale di 37.800 euro; la percentuale di aiuto equivale a quella del PSR, con la differenza che mentre questo è “a concorso”, il beneficio fiscale è assolutamente certo.
Iper ammortamento
Ancor più favorevole è la formula del cosiddetto “iper ammortamento”, uno sgravio fiscale che consente di applicare – al valore effettivo del bene acquistato – una maggiorazione del 150%. Il vantaggio in termini di minore imposta da pagare è davvero elevato: per un bene del valore di 20.000 euro, quanto potrebbe costare un kit per il controllo satellitare del seme o del concime, l’ammortamento si calcola su 50.000 euro (20.000 più 30.000 di maggiorazione). Con l’Irpef al 27%, il risparmio fiscale complessivo ammonta a ben 13.500 euro, che incide sul valore effettivo per il 67,5%, assai di più dell’aiuto conseguibile con i bandi Inail, i cui contributi (nel raro caso di superamento del “click day) sono comunque soggetti a tassazione. Un vantaggio di tale portata (doppio, per esempio, rispetto ai PSR) può avere solo una motivazione: il programma “Industria 4.0” varato dal governo vuole introdurre e diffondere l’uso di macchinari ad alto contenuto tecnologico, per dare un deciso impulso al nostro sistema produttivo.
Ma ci sono regole ferree da rispettare, stabilite sia nel provvedimento istitutivo (la legge di Stabilità), sia nella successiva circolare emanata dall’Agenzia delle Entrate. L’iper ammortamento può infatti essere calcolato, oltre che sui dispositivi ad alta tecnologia, come quello del nostro esempio, anche alla macchina completa che ne è dotata fin dall’origine. In un primo tempo, tuttavia, l’Agenzia aveva limitato il beneficio – per le macchine complete – solo a quelle in cui l’automazione funzionale era spinta ad un tale livello da eliminare la necessità di avere il conducente a bordo.
In seguito, proprio Cai aveva presentato una domanda di interpello al ministero dello sviluppo economico, facendo presente che sulle macchine agricole il conducente non la funzione di azionare i vari comandi per l’esecuzione del lavoro (cosa che la macchina può fare in autonomia, una volta impostata), ma per la sicurezza (evitare ostacoli e persone) e per la circolazione stradale. Il ministero ha risposto favorevolmente, nel senso che le macchine agricole, se rispettano tutte le condizioni previste dalla legge, rientrano nel novero delle “macchine, anche motrici e operatrici” ammesse all’applicazione dell’iper ammortamento. Nell’attuale quadro normativo, prorogato come detto anche per il prossimo anno, è quindi possibile applicare la formula dell’iper ammortamento anche alle macchine complete, ma a condizione che le stesse rispondano a tutti i requisiti fissati dalla normativa.