In Italia negli ultimi trent’anni sono diminuite del 20% la superficie agricola utile (Sau) e del 24% quella agricola totale (Sat), oltre a un dimezzamento delle aziende. Un fenomeno che colpisce soprattutto le aree interne e collinari/montuose del paese, al quale serve porre rimedio. Questo l’appello lanciato dal mondo del conto terzi durante la presentazione del terzo rapporto sul contoterzismo, organizzata da Edagricole all’interno di Eima international. Inoltre, resta il problema dell’esclusione dei contoterzisti dai finanziamenti della Pac. Dal 1982 a oggi, l’abbandono dell’agricoltura ha riguardato soprattutto le aree di montagna, con un -60% di aziende e -34% di Sat, a seguire la collina con -47% di imprese e -23% di Sat, infine la pianura con -42% e -11%.
In Italia, su un totale di 1,6 milioni di aziende agricole, quelle che usano i servizi del contoterzismo sono 540mila (33%), per un totale di oltre 4 milioni di ore lavorate l’anno. L’affido completo è più sviluppato al sud, quello parziale al centro-nord. Il nostro Paese ha ancora aziende agricole troppo piccole per dimensioni (la media è 7 ettari), ma ci sono zone come l’Emilia-Romagna dove la media sta raggiungendo i 20 ettari e negli ultimi tempi stanno crescendo quelle superiori a 30, considerato un buon segno verso un necessario aumento delle superfici e una riduzione del numero delle imprese.
Per dare ossigeno al settore si possono sfruttare le opportunità del piano Industria 4.0, perché offre strumenti molto flessibili a chi vuole investire nella tecnologia: il rimborso è del 250% sul costo sostenuto, ma a condizione che si acquistino strumenti innovativi, per l’agricoltura di precisione, per il miglioramento genetico e la bioeconomia.
Marco Pezzini di FederUnacoma ha ribadito come la meccanizzazione agricola debba essere considerata parte integrante del sistema agricolo e non come qualcosa di estraneo e indipendente.
Altre opportunità per lo sviluppo del contoterzismo possono arrivare dal piano triennale del Cipe, pensato per evitare lo spopolamento delle aree interne dell’Italia, dove negli ultimi trent’anni si è perso il 47% della suinicoltura, il 43% della cerealicoltura e il 48% dell’allevamento dei bovini da latte. In queste aree oggi si lavorano 650mila ore l’anno in contoterzi, il 16% del totale del comparto, la stragrande maggioranza delle quali erogate da aziende agromeccaniche.