Mais, diserbo preventivo garanzia anti-resistenza

Con favorevole piovosità dopo i trattamenti è possibile ottenere risultati agronomicamente accettabili anche solo con lavorazioni meccaniche degli spazi interfilari
Diserbo mais pre-emergenza e post-precoce: le miscele più efficaci e l’impatto del cambiamento climatico sul timing

La gestione dei variabili inerbimenti del mais, nonostante l’ampia disponibilità di formulati efficaci in post-emergenza della coltura, rimane ancora demandata alle tradizionali applicazioni con erbicidi ad azione residuale da utilizzare subito dopo la semina o nelle primissime fasi di sviluppo della coltura.

Tra gli indubbi vantaggi di questa epoca d’intervento sono da ricordare:

- l’eliminazione di ogni effetto di competizione esercitato alle infestanti nelle delicatissime fasi di crescita iniziali;

- l’ampio spettro d’azione nei confronti della maggior parte delle malerbe a ciclo annuale;

- la possibilità di impedire o quanto meno rallentare l’insorgenza di popolazioni di infestanti resistenti anche ai più collaudati e utilizzati erbicidi di post-emergenza.

Ovviamente sono da annoverare alcuni inconvenienti, rappresentati innanzitutto dal fatto che la maggioranza degli erbicidi ad azione residuale sono estremamente influenzati dalle condizioni pluviometriche nelle due settimane successive all’applicazione, necessitando di sufficiente piovosità per esplicare al massimo l’efficacia erbicida. Inoltre sono da considerare alcuni vincoli legislativi che ne limitano l’utilizzo sia a livello regionale (ad esempio Lombardia) che nella quasi totalità delle norme tecniche dei disciplinari di produzione integrata.

I formulati contenenti s-metolaclor, flufenacet, dimetenamide-P e petoxamide sono necessari per impedire le emergenze delle infestanti graminacee a ciclo annuale

La situazione terbutilazina

Lo scorso 25 maggio 2021 stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il regolamento che sancisce il rinnovo della terbutilazina fino al 31 dicembre 2024. Le indicazioni contenute in questo regolamento riportano una dose massima di utilizzo della sostanza attiva pari a 850 g/ha, cosa già da tempo contemplata in tutte le etichette dei differenti formulati e l’unica variazione sostanziale è la possibilità di impiego sullo stesso terreno solamente una volta ogni tre anni. In ogni modo, dato che queste nuove indicazioni andranno in vigore solo a partire dal 14 giugno 2022, nel breve termine non cambia sostanzialmente nulla, ad eccezione dei seminativi di secondo raccolto diserbati dopo questo limite temporale.

Il primo nodo da sciogliere

Dunque il diserbo di pre-emergenza del mais continua, anche quest’anno, ad oscillare attorno al nodo: terbutilazina si o terbutilazina no?

Il successo che ha avuto negli anni questo derivato triazinico e che conserva tuttora è dovuto a numerosi fattori, quali ad esempio la perfetta selettività, l’ampio spettro d’azione, che comprende la maggior parte delle infestanti dicotiledoni a ciclo annuale, comprese le più anticipate emergenze di specie poligonacee (Fallopia convolvulus, Polygonum aviculare) e la relativamente minore dipendenza dalle condizioni di umidità dei terreni dopo la sua applicazione.

Per prevenire le sempre più invasive infestazioni di Abutilon theophrasti sono consigliabili interventi preventivi a base dei più efficaci isossaflutolo, mesotrione, sulcotrione e clomazone

Potendo essere commercializzata solo in formulazione con altri principi attivi ad azione complementare, nel tempo si sono costituite innumerevoli combinazioni di trattamento. Sono disponibili associazioni di terbutilazina con erbicidi più specifici per il controllo delle graminacee annuali, quali s-metolaclor (Primagram Gold), petoxamide (Mojang TX), dimetenamide-P (Akris) e flufenacet (Aspect) e altre con erbicidi a prevalente azione dicotiledonicida, tra cui pendimetalin (Clivis Duo), sulcotrione (Sulcotrek) e clomazone + mesotrione (Tonale). Le miscele a base di terbutilazina e graminicidi specifici, in caso si operi con forti presenze di Abutilon theophrasti, possono essere addizionate dei più efficaci isossaflutolo (Merlin Flexx Xtra), sulcotrione (Sudoku Ultra OD, ecc.), mesotrione (Solis, ecc.) o clomazone (Command 36 CS, ecc.), con la possibilità infine di utilizzare anche la formulazione già pronta di s-metolaclor + terbutilazina + mesotrione (Lumax). Qualora non si possa o non si voglia utilizzare la terbutilazina una validissima alternativa è rappresentata dalla energica miscela a base di tiencarbazone + isossaflutolo addizionata dell’antidoto agronomico ciprosulfamide (Adengo Xtra), anch’essa contraddistinta da un ampio spettro d’azione che comprende anche Abutilon theophrasti e Ammi majus.

L’importanza delle piogge

Escludendo l’impiego della terbutilazina, consapevoli del fatto che in linea di massima si è più esposti ai rischi derivanti da anomali andamenti pluviometrici, sono di possibile applicazione innumerevoli miscele tra più formulati, di alcuni già pronti, quali s-metolaclor + mesotrione (Camix) e altre in confezioni combi-pack, tra cui dimetenamide-p (Encarit) + mesotrione (Callisto 480, commercializzata come Lumestra Pack e da quest’anno di s-metolaclor (Codal) + mesotrione (Lumeo). Al fine di completare lo spettro d’azione di queste ultime associazioni può risultare conveniente addizionare ulteriormente altri formulati, quali i già ricordati isossaflutolo, mesotrione e clomazone, senza dimenticare gli autorizzati pendimetalin (Stomp Aqua, Activus ME, ecc.) e aclonifen (Challenge). Per quanto riguarda il clomazone, disponibile anche in formulazione pronta con pendimetalin (Bismark, Alcance Syntech, ecc.), dalla prossima campagna maidicola sarà disponibile anche in miscela con mesotrione (Iseran). Infine, nel comparto dei principi attivi ad azione specifica sulle infestanti graminacee, oltre alle miscele ad ampio spettro sono disponibili anche formulati singoli a base di s-metolaclor (Dual Gold, Antigram Gold) e petoxamide (Mojang 600), ricordando tuttavia che il più completo s-metolaclor è sottoposto anch’esso a vincoli applicativi regionali o riportati in numerosi disciplinari di produzione integrata.

Pre o post precoce?

Con la consapevolezza di poter disporre di soluzioni adatte a risolvere ogni situazione di infestazione, scegliendo razionalmente le più svariate combinazioni di trattamento in base ad ogni situazione, a questo punto diventa necessario individuare l’epoca di intervento più performante in relazione ai variabili andamenti stagionali. La stragrande maggioranza delle soluzioni sopra indicate possono essere distribuite indifferentemente sia subito dopo la semina che durante le prime fasi di sviluppo della coltura, purché ci si trovi ancora in assenza di infestanti nate o con le stesse nei primissimi stadi di sviluppo (graminacee 1-2 foglie e dicotiledoni 2-4 foglie vere). Con previsione di sufficiente piovosità nella settimana immediatamente successiva ai trattamenti vale il detto “se si semina, si diserba”. Se al contrario è previsto un periodo relativamente lungo di assenza di precipitazioni può diventare conveniente posticipare gli interventi diserbanti in post-emergenza precoce della coltura, presumibilmente più a ridosso delle auspicabili piogge. Ovviamente questa scelta deve essere fatta in relazione alla superfice maidicola da trattare, all’organizzazione aziendale e anche alle caratteristiche del terreno, che influenzano l‘agibilità degli stessi. Molto spesso, in aziende di grandi dimensioni, per non rischiare troppo, si dividono le aree da trattare in pre o post-emergenza e quelle che saranno gestite con soli trattamenti di post-emergenza.

Resistenze e infestanti emergenti

Al pari delle colture cerealicole e di numerose altre specie a semina primaverile, sono da considerare attentamente le problematiche derivanti dalla presenza di popolazioni di infestanti divenute parzialmente o totalmente resistenti anche ai più efficaci erbicidi di post-emergenza classica. Per quanto concerne le specie a foglia larga occorre porre una particolare attenzione nelle aree in cui si sono diffuse le popolazioni delle differenti specie di Amaranthus non più sensibili al meccanismo d’azione ALS (solfoniluree). Fortunatamente nel mais abbiamo ancora a disposizione principi attivi di post-emergenza non ancora coinvolti nella problematica (mesotrione, tembotrione, dicamba e anche bentazone), ma in queste aree, se possibile, diventa molto importante evitare strategie “solo post” sfruttando l’attività preventiva dei principi attivi più efficaci sulle amarantacee, tra cui la terbutilazina. In questo modo si può ottenere un duplice risultato: il primo è quello di non stressare i pochi meccanismi d’azione ancora risolutivi e il secondo è quello di alleggerire le problematiche nelle colture frequentemente poste in rotazione (soia, pomodoro e non solo).

Nelle aree dove sono segnalate popolazioni di Amaranthus resistenti è indispensabile non abbandonare le applicazioni preventive, utilizzando preferibilmente la più efficace terbutilazina

Graminacee insensibili

Discorso analogo vale per le infestanti graminacee, con particolare riferimento ad Echinochloa crus-galli (giavone), anche in questo caso con preoccupanti segnalazioni a seguito di applicazione delle differenti solfoniluree graminicide. Avendo a disposizione in post-emergenza solo una soluzione valida (tembotrione), diventa importante utilizzare al meglio in via preventiva i principi attivi ad azione specifica, quali s-metolaclor, flufenacet, dimetenamide-p e petoxamide. Molto più problematico appare il controllo delle popolazioni resistenti alle solfoniluree di Sorghum halepense da rizoma, in molti casi scarsamente sensibili anche ai graminicidi specifici di post-emergenza utilizzabili sulle colture dicotiledoni, la cui gestione al momento attuale è da attuare nei periodi intercolturali mediante l’impiego in post-raccolta di dosi sostenute di formulati a base di glifosate. Fra le infestanti emergenti il cui sviluppo si può gestire con applicazioni preventive, è bene ricordare che nei confronti delle differenti specie di Cyperus, con particolare riferimento al più invasivo Cyperus esculentum e ai terreni più sciolti delle zone litoranee, una buona attività sulle prime ondate di germinazione è esercitata da applicazioni di pre-emergenza con i più attivi mesotrione ed s-metolaclor, con risultati più completi in caso di abbondante piovosità dopo i trattamenti.

Con rilevante piovosità dopo i trattamenti s-metolaclor e mesotrione possono ridurre l’iniziale sviluppo delle infestazioni di Cyperus

Solo post-emergenza, la strategia “ottimista”

La gestione dei variabili inerbimenti dei seminativi di mais può essere realizzata efficacemente anche con interventi di sola post-emergenza. Tali applicazioni diventano indispensabili nei terreni caratterizzati da alto contenuto di sostanza organica, dove i principi attivi ad azione preventiva sono soggetti ad una rapida degradazione e quindi raramente vengono utilizzati ed anche nelle semine di secondo raccolto.

Quando serve integrare

Oltre a queste particolari condizioni può rendersi necessario integrare l’eventuale incompleta attività dei trattamenti di pre ed eliminare le infestazioni di Sorghum halepense da rizoma, Xanthium spp., Helianthus tuberosus, Convolvulus arvensis, Calystegia sepium, Cirsium arvense, nonché di Equisetum spp. Un certo incremento delle superfici interessate a soli trattamenti di post è favorito anche dalle normative agroambientali che limitano le superfici in cui si possono distribuire i più efficaci e persistenti erbicidi ad azione residuale (vedi terbutilazina). Anche nel mais occorre porre particolare attenzione nella definizione delle strategie di intervento, soprattutto se si opta per il “solo post”. Infatti anche con le linee operative più performanti si può andare incontro ad alcuni inconvenienti, tra cui:

- eccessivo posticipo delle applicazioni causa andamento stagionale avverso e conseguente inagibilità dei seminativi (con danni alla produzione per la competizione idrica e nutrizionale delle infestanti);

- efficacia non perfetta delle miscele in considerazione di non ottimali condizioni vegetative delle malerbe per le anomale condizioni climatiche (lunghi periodi siccitosi) o eccessivo sviluppo delle stesse, con il rischio di manifestazioni fitotossiche;

- aumento della pressione di selezione di popolazioni di infestanti resistenti, con particolare riferimento alle specie graminacee (Echinochloa crus-galli e S. halepense in particolare) ed anche dicotiledoni (Amaranthus).

Errori nella gestione del letto di semina obbligano ad interventi di post-emergenza in epoca anticipata (nella foto infestazione di Rumex)

Quando intervenire?

L’epoca ottimale in cui iniziare i trattamenti di post è condizionata dalla tipologia di terreno in cui si opera e dall’andamento termopluviometrico tardo-primaverile, che influenza le dinamiche di emergenza ed il primo sviluppo delle infestanti. Se si opta per strategie “solo post” si deve porre una maggiore attenzione nelle semine più antipate della prima parte di marzo, dove presumibilmente si dovranno gestire infestazioni più complesse, comprese le poligonacee a nascita anticipata, quali Polygonum aviculare e Fallopia convolvulus. Se i seminativi sono caratterizzati da terreni normali, una strategia “solo post” prevede un unico trattamento relativamente precoce, alle 3-5 foglie del mais utilizzando miscele più o meno complesse di formulati ad azione graminicida e dicotiledonicida.

Se invece è necessario integrare l’attività di precedenti interventi di pre, con il fine prevalente dell’eliminazione di malerbe a foglia larga ruderali o a ciclo perenne (Abutilon, Xanthium, Ammi majus, Convolvulus, Cirsium, ecc.), nonché Equisetum o S. halepense da rizoma, è consigliabile posticipare leggermente i trattamenti alla 5°-6° foglia della coltura, in modo da intercettare anche le ultime ondate di queste specie, la maggior parte delle quali presenta una più o meno spiccata scalarità di emergenza. Diventa più problematica la gestione degli inerbimenti nei terreni organici dove, oltre a non poter sfruttare l’azione iniziale degli erbicidi residuali, la pressione di infestazione è su livelli alquanto elevati. In queste tipologie di suolo sarebbe opportuno procedere ad una doppia applicazione, con il primo alla 2a-4a foglia del mais per il controllo delle dicotiledoni annuali ed il secondo 8-12 giorni dopo, in relazione all’andamento stagionale ed alle eventuali nuove emergenze, per l’eliminazione delle graminacee annuali e S. halepense da rizoma, delle dicotiledoni perenni o di sostituzione ed anche Equisetum spp.

Le più diffuse strategie che prevedono un’unica applicazione comportano la necessità di intervenire abbastanza precocemente, alla 3°4° foglia della coltura, con il rischio tuttavia di assistere a successive ondate di emergenze di specie sia graminacee che dicotiledoni (Echinochloa, Digitaria e Solanum nigrum, oltre alle più tardive e presenze di Convolvulus arvensis, Equisetum e S. halepense).

In caso di prevalenti infestazioni di Chenopodium album (nella foto) si valorizzano gli interventi con uno dei tre trichetoni autorizzati (sulcotrione, mesotrione e tembotrione)

Le solfoniluree graminicide

Le tre solfoniluree e prevalente attività graminicida attualmente autorizzate (rimsulfuron, nicosulfuron e foramsulfuron) sono inserite nei programmi che prevendono unici trattamenti di post per la gestione delle tardive infestazioni di S. halepense d rizoma ed anche nei malaugurati casi di parziale attività dei trattamenti di pre sulle specie annuali. I numerosi formulati a base di rimsulfuron e nicosulfuron, il foramsulfuron (Equip) e la miscela di rimsulfuron + nicosulfuron (Titus Duo) presentano uno spettro d’azione graminicida sostanzialmente simile, che comprende sia le più comuni graminacee annuali (E. crus-galli, Setaria, Panicum) che la perenne S. halepense.

Prosulfuron e la sua miscela con dicamba sono indicati in presenza di precoci e rilevanti infestazioni di poligonacee, comprese Polygonum aviculare e Fallopia convolvulus (nella foto)

Per limitare lo sviluppo della meno sensibile Digitaria sanguinalis sono necessari trattamenti molto anticipati, mentre nei casi in cui necessiti eliminare S. halepense è indispensabile utilizzare le dosi più altre riportate nelle differenti etichette. Oltre alla specifica efficacia graminicida tutti i formulati presentano anche un sufficiente spettro d’azione su numerose specie a foglia larga, quali amarantacee, crucifere, composite, ombrellifere, una buona efficacia su P. persicaria e lapathifolium, mentre appaiono insufficienti per il controllo di F. convolvulus e P. aviculare, Chenopodium album e, ad esclusione di foramsulfuron, anche di Solanum nigrum. Ovviamente in caso si infestazioni complesse sono utilizzate in miscela già formulata o estemporanea con prodotti efficaci sulle infestanti dicotiledoni.

Halosulfuron-metile ha una specifica efficacia nei confronti delle ciperacee, con possibilità di buoni risultati anche con applicazioni di piridate e bentazone

Dicotiledoni, contromisure infinite

Analizzando i casi in cui si debbano gestire esclusive presenze di dicotiledoni sia a ciclo annuale che perennante, la stragrande maggioranza delle associazioni utilizzate si basano sull’impiego di dicamba e di uno dei tre trichetoni (sulcotrione, mesotrione e tembotrione).

Sulcotrione (Sudoku Ultra OD, Sulcocap) e i numerosi formulati a base di mesotrione presentano un’elevata efficacia su chenopodiacee, solanacee, P. persicaria e lapathifolium ed anche Abutilon theophrasti, con una più o meno spiccata efficacia collaterale su plantule di graminacee annuali, con particolare riferimento a mesotrione. Questi due principi attivi sono disponibili anche in miscela già formulata con terbutilazina (Click Pro, Calaris, Sulcotrek), prodotti che si valorizzano soprattutto nei terreni organici grazie al sinergismo d’azione, con un incremento dell’efficacia su graminacee annuali e sulle specie meno sensibili ai trichetoni, quali F. convolvulus, Amaranthus, crucifere e Portulaca oleracea.

Il mesotrione, utilizzato alle dosi più elevate e con abbondante piovosità subito dopo l’applicazione, può esercitare un ottimo controllo anche delle sempre più invasive infestazioni di ciperacee.

Il più recente tembotrione (Laudis), rispetto agli altri due principi attivi della stessa famiglia, si caratterizza per la più spiccata attività graminicida su E. crus-galli, comprese popolazioni resistenti al meccanismo d’azione ALS, con inoltre una più o meno prolungata attività di contenimento di Cynodon dactylon.

I formulati a base di rimsulfuron, nicosulfuron e foramsulfuron permettono un agevole controllo delle graminacee, quali la più comune Echinochloa-crus-galli

Novità in arrivo

Dalla prossima campagna maidicola sarà disponibile una miscela di tembotrione con tiencarbazone-metile, commercializzato da Bayer Cropscience con il nome Capreno, da utilizzare in associazione con lo specifico coadiuvante Mero e che dovrebbe incrementare la persistenza d’azione sulle più importanti graminacee e dicotiledoni già controllate dal tembotrione. Il dicamba può essere ancora considerato il principio attivo cardine per il post-emergenza del mais. I numerosi formulati commerciali a differente concentrazione di materia attiva presentano, nell’ambito di una pressoché perfetta selettività, uno spettro d’azione che comprende la maggior parte delle dicotiledoni sia annuali (comprese le più anticipate emergenze di F. convolvulus) che a ciclo perennante (Convolvulus arvensis, Cirsium arvense), potendo in questo modo integrare perfettamente l’efficacia dei trichetoni e di numerosi altri preparati.

Nelle situazioni in cui si dovesse trovare di fronte a precoci e preponderanti infestazioni di specie dicotiledoni annuali e perenni, con particolare riferimento alle specie poligonacee (P. aviculare, F. convolvulus, P. persicaria e lapathifolium), A. majus e crucifere, una valida ed energica soluzione è rappresentata dal prosulfuron (Peak), commercializzato anche in miscela pronta con dicamba (Casper). In relazione alla non sempre completa efficacia di tali formulati nei confronti di chenopodiacee e soprattutto di S. nigrum, è consigliabile l’addizione di una dose meda di uno dei tre trichetoni disponibili.

Tra le solfoniluree dicotiledonicide sono poi da ricordare anche tifensulfuron-metile (Harmony 50 SX) e tritosulfuron, quest’ultimo disponibile solo in formulazione pronta con dicamba (Algedi).

Ciperacee, composite, Equisetum

L’inserimento di halosulfuron-metile (Permit, Sempra), anche nelle più complesse miscele di post, si giustifica invece per limitare lo sviluppo delle sempre più preoccupanti infestazioni di ciperacee, con particolare riferimento a Cyperus esculentus. I formulati a base di fluroxipir (Fluxyr 200 EC, Starane HD, ecc.) e la miscela di fluroxipir + florasulam (Starane Gold), si prestano ad integrare o rafforzare l’efficacia di trichetoni o anche di dicamba sulle infestazioni di F. convolvulus, C. arvensis ed A. theophrasti. Meno comuni risultano le applicazioni di bentazone (Basagran SG, Bentador), caratterizzato da ottima selettività e con specifica efficacia su infestazioni di P. persicaria e lapathifolium, mentre il piridate (Onyx) si presta ad eliminare con interventi anticipati numerose importanti malerbe dicotiledoni a ciclo annuale (amarantacee, chenopodiacee e solanacee in particolare).

Entrambi i principi attivi possiedono inoltre un’attività più o meno spiccata dei confronti delle ciperacee. Le differenti formulazioni di clopiralid (Lontrel 72 G, Cliophar 600 SL) si prestano a risolvere infestazioni molto specifiche, con particolare riferimento alle composite, quali Cirsium arvense e Helianthus tuberosus (topinambur). Per quanto concerne il controllo delle dicotiledoni perenni (Convolvulus, Cirsium) o anche in caso di infestazioni ridotte, come ad esempio dopo precedenti applicazioni di pre o post precoce, si possono valorizzare, oltre alle già ricordate applicazioni di dicamba, gli impieghi degli economici composti ormonici a base di MCPA (Fenoxilene 200, U46 M Class, ecc.), 2,4-D + MCPA (Dicopur Combi, ecc.). Questi ultimi principi attivi sono anche l’unica soluzione per impedire l’espansione di Equisetum, considerando anche che mais e sorgo sono rimaste le uniche colture dove è possibile gestire chimicamente questa difficile infestante. Con questi relativamente più tardivi interventi specifici occorre prestare una particolare attenzione ai livelli termici diurni, evitando i periodi più caldi della giornata ed evitando forti sbalzi termici, per non incorrere in indesiderabili sbandamenti o stroncature delle piante di mais.

 

Sempre più verso miscele complete

Al pari dei cereali a paglia anche nel mais sono state introdotte miscele relativamente complesse ad attività più o meno completa sia su graminacee che dicotiledoni. Questo sia per semplificare l’operatività dei contoterzisti che la gestione dei magazzini dei prodotti.

Alle più collaudate associazioni di nicosulfuron + mesotrione (Elumis), nicosulfuron + sulcotrione (Extensor OD) si sono via via affiancate numerose miscele di rimsulfuron + nicosulfuron + dicamba, rimsulfuron + nicosulfuron + mesotrione (Arigo), nicosulfuron + prosulfuron + dicamba (Diniro) ed anche nicosulfuron + dicamba (Ghibli Plus). Nonostante l’ampio spettro d’azione teorico sia su graminacee che dicotiledoni, non è raro che queste associazioni “cross-spectrum” necessitino di ulteriori addizioni per completarne l’efficacia. A questo segmento applicativo può essere inserito anche il già ricordato tembotrione.

Mais, diserbo preventivo garanzia anti-resistenza - Ultima modifica: 2022-03-09T15:31:34+01:00 da K4

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