«Agrilevante nasce dalla scelta di scorporare il settore agricolo dalla tradizionale Fiera campionaria del Levante di Bari e farne oggetto di un autonomo evento espositivo. La strategia si è rivelata vincente perché il tema agricolo meritava di avere molto più spazio ed essere declinato in tutte le sue valenze, soprattutto quelle tecnologiche. Agrilevante è così diventata una vetrina molto ricca di macchine e sistemi innovativi per le più importanti produzioni, passando dalle 200 aziende espositrici della 1ª edizione, realizzata da FederUnacoma nel 2009, alle oltre 350 dell’attuale, e da 40mila m² di superficie complessiva a oltre 60mila; ed è divenuta un appuntamento fondamentale per il pubblico di settore, passato dai 33mila visitatori del 2009 agli oltre 80mila previsti quest’anno».
Per Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, che organizza Agrilevante, la manifestazione ha vissuto dal 2009 un’evoluzione profonda.
L’articolazione dell’offerta in filiere tematiche si è rivelata vantaggiosa e utile per espositori e visitatori?
«L’organizzazione degli spazi espositivi per filiere produttive, cerealicola, energetica/colture no food, olivicolo-olearia, ortofrutticola, vitivinicolo-enologica e zootecnica, si è rivelata molto utile per gli agricoltori, che hanno il quadro completo dei mezzi meccanici per potenziare le diverse coltivazioni e una proiezione ideale di come dovrebbe essere meccanizzata un’azienda moderna. Spesso si acquistano mezzi meccanici che hanno ottime prestazioni, ma non rispondono in modo ottimale alle esigenze specifiche dell’azienda. Per l’agricoltore scegliere le tecnologie più adatte al proprio contesto produttivo e combinarle con il parco macchine già presente è possibile solo se l’esposizione offre modelli di meccanizzazione coerenti e padiglioni tematici dove mettere a confronto le diverse soluzioni proposte dalle case costruttrici».
Quali sono gli obiettivi che come organizzatori di Agrilevante 2019 vi proponete di raggiungere?
«La rassegna di Bari è stata concepita non solo come vetrina di tecnologie per l’agricoltura del Mezzogiorno, ma anche come piattaforma per l’economia agricola del Mediterraneo.
Fin dal 2009 hanno partecipato delegazioni di operatori provenienti da Paesi di Europa meridionale, Africa settentrionale e sub-sahariana, Balcani e Medioriente, e per l’edizione 2019 abbiamo conferma di delegazioni estere, organizzate in collaborazione con l’Agenzia Ice, da quasi 50 Paesi. Il Mediterraneo rappresenta per l’agricoltura un’area dalle straordinarie potenzialità, un mercato molto promettente per l’industria della meccanica agricola. Questa chiarezza di obiettivi determina un preciso posizionamento di Agrilevante nel panorama fieristico internazionale, una sua caratterizzazione originale e molto interessante per gli operatori. Inoltre, la rassegna è diventata il contesto ideale per riflettere sui modelli di sviluppo dell’agricoltura e sulle politiche necessarie per questa area geografica».
Quali sono alcune iniziative specifiche per gli operatori dell’area mediterranea?
«Un convegno dedicato ai trend dell’agricoltura nei Paesi mediterranei ci aiuterà a capire quali aree mostrano segnali di crescita ed esprimono una maggiore domanda di meccanizzazione. Altro tema è quello delle tecniche di coltivazione nelle isole del Mediterraneo, dove si pratica un’agricoltura, a volte di grande qualità, in condizioni difficili per orografia, composizione dei terreni e carenza di risorse idriche.
Per queste sacche di agricoltura si deve sviluppare una meccanizzazione specifica, spesso appositamente progettata, su cui stanno lavorando Università e centri di ricerca, perciò sarà interessante ascoltare i risultati delle esperienze maturate in questi anni e delle sperimentazioni realizzate da team di ricercatori».
L’offerta di Agrilevante 2019 sarà sicuramente ricca e varia. Ma quali sono le particolari novità che proporrà ai visitatori?
«Agrilevante, proprio perché promossa direttamente dall’associazione delle industrie costruttrici, offre per ogni tipologia di lavoro i modelli di ultima generazione, garantendo a visitatori e operatori economici contenuti tecnici d’avanguardia.
Inoltre, prevede quest’anno uno spazio più ampio dedicato alle tecnologie 4.0, alle soluzioni per l’agricoltura di precisione, ai droni che supportano l’agricoltore nel monitoraggio delle colture e nella gestione delle lavorazioni. Altra novità è la mostra zootecnica, che costituisce una nuova sezione della rassegna con oltre 500 capi bovini, equini e ovicaprini di specie autoctone selezionate, ed è affiancata dalla mostra degli impianti e delle attrezzature per stalla e allevamenti: suo obiettivo sarà informare i professionisti del settore sulle tecnologie più avanzate e impegnarli su tematiche come benessere animale e qualità delle produzioni».
Qual è l’andamento del mercato delle macchine e attrezzature agricole delle sei filiere? Gli operatori esteri si sono rivelati negli anni semplici visitatori o acquirenti attivi?
«Per le trattrici, che interessano in modo trasversale tutti i comparti produttivi, i dati relativi alle immatricolazioni nei primi otto mesi del 2019 indicano un aumento a livello nazionale del 4%.
In crescita risultano in particolare le vendite di trattori per vigneto e frutteto, passati dai 4.843 immatricolati nei primi otto mesi 2018 agli attuali 5.186. Invece, le mietitrebbiatrici segnano una flessione del 10%, mentre i carri miscelatori negli ultimi anni sono in crescita. Gli operatori esteri non sono mai semplici visitatori, perché raggiungere Bari dai vari Paesi mediterranei rappresenta comunque un impegno e un investimento. Quelli che vengono in visita cercano tecnologie specifiche per le proprie realtà produttive e sono pronti ad acquisirle sia come imprenditori agricoli privati sia come rivenditori nei territori di provenienza».
Apertura alla zootecnia con lo zampino di Agriumbria
Agrilevante apre alla zootecnia e lo fa alla grande con un’ampia sezione dedicata alle razze d’allevamento autoctone e alle tecnologie per la gestione delle stalle e del foraggio. Oltre 500 i capi bovini, equini ed ovi-caprini esposti alla rassegna, come esempio della ricca biodiversità zootecnica del Mezzogiorno. Ma per poter accedere a questo settore, Agrilevante, ha chiesto la consulenza ad Agriumbria, manifestazione con una competenza ormai storica sul mondo della zootecnia.
«I nostri contatti con Agrilevante sono iniziati diversi anni fa - ci spiega il presidente di Agriumbria, Lazzaro Bogliari – a partire dai classici scambi di ospitalità nelle rispettive manifestazioni Eima e Agriumbria. Come sempre i rapporti umani sono fondamentali, e approfondendo la conoscenza abbiamo scoperto molte similitudini, soprattutto sul modo di intendere forma e contenuti delle manifestazioni fieristiche».
Che competenze specifiche avete portato ad Agrilevante?
«In Agrilevante ci siamo occupati di fare da raccordo tra i vari interlocutori coinvolti quali Aia, Ara Puglia e FederUnacoma. L’esperienza di 50 anni con le mostre zootecniche ci ha permesso di coordinare le varie competenze ed ottimizzare il ruolo che deve svolgere l’organizzatore, sino ad oggi non abituato a confrontarsi con questo meraviglioso mondo che è la zootecnia».
La zootecnia di Agriumbria è soprattutto quella del centro-Italia, ma immagino che il vostro sguardo vada oltre…
«Agriumbria nasce con la zootecnia del Centro Italia e non perderà mai questa sua vocazione, ma la crescita a rilevanza nazionale è ormai sotto gli occhi di tutti. Lo testimonia il sempre crescente interesse di diverse associazioni di razza che intendono svolgere in Agriumbria le proprie rassegne nazionali...».
Quali sviluppi vedete a questa collaborazione?
«Ad oggi, insieme a FederUnacoma, abbiamo svolto due edizione di Eima Show proprio in Umbria e da tempo i nostri partner curano la presenza di operatori stranieri in Agriumbria. Come dicevo prima, riteniamo entrambi che questa collaborazione possa dare anche altri frutti e stiamo lavorando per questo, sia per il breve che per il medio termine».
Pensate che anche il know how di Agrilevante posso arricchire Agriumbria?
«L’obiettivo è far divenire Agrilevante l’appuntamento più importante per la zootecnia del Sud Italia. Secondo la nostra logica imprenditoriale, questo obiettivo porterebbe valore aggiunto all’intero comparto e indirettamente anche ad Agriumbria». di Alessandro Maresca