Come noto, l’obbligo della fattura elettronica per la vendita dei carburanti per trazione è stata rinviata al prossimo anno, con la sola eccezione di quelli destinati ad alimentare attrezzature non semoventi, come gruppi elettrogeni o piccole macchine a brandeggio manuale.
Di fatto, però, diventa molto difficile per il commerciante sapere dove andrà il prodotto acquistato, a meno che non sia l’acquirente a dirglielo espressamente ed a chiedere la fattura elettronica. Un adempimento, questo, che ha suscitato una vera e propria levata di scudi da parte di tutte le imprese, comprese quelle che emettevano già il documento in formato digitale nei confronti della pubblica amministrazione.
Il mondo imprenditoriale non è fatto di evasori, una percentuale minima e poco propensa a farsi notare, eppure il nuovo adempimento ha spaventato un po’ tutti.
I punti salienti del nuovo adempimento
Il motivo sta nel fatto che l’obbligo – se sarà confermato dalla legge di Stabilità – comporta un radicale sconvolgimento sul piano amministrativo, che possiamo spiegare per punti:
1. l’impresa determina quanto deve fatturare al cliente, e fin qui nulla di nuovo;
2. la fattura viene prodotta da un apposito programma informatico (addio ai documenti cartacei, magari compilati a mano!);
3. il programma deve garantire la conservazione dei documenti per il tempo minimo stabilito dalla legge (5 anni);
4. il programma poi trasferisce il documento in una sorta di archivio nazionale, o sistema di interscambio (chi emette la fattura deve essere connesso a Internet);
5. questo sistema manda la fattura nella casella del destinatario, esattamente come farebbe il servizio postale;
6. il destinatario riceve la fattura in modo univoco (il recapito avviene solo a lui, senza rischio di smarrimento o ritardo;
7. ovviamente il sistema funziona sia per le fatture emesse, sia per quelle ricevute.
Quali sono gli effetti positivi di questa procedura? Prima di tutto, viene meno l’obbligo di comunicare al fisco gli estremi delle fatture emesse e ricevute (il cosiddetto “spesometro”); in secondo luogo, è possibile risparmiare sui tempi di registrazione dei documenti in contabilità.
Ma per i contribuenti i vantaggi finiscono qui, perché la nuova procedura stravolge abitudini consolidate; il documento cartaceo, che spesso veniva compilato insieme al cliente, si ridurrà ad una “brutta copia” non riconosciuta dal fisco.
Come potranno le piccole imprese adeguarsi alle nuove norme se la fatturazione elettronica diverrà davvero obbligatoria dal prossimo anno?
Le Associazioni aderenti alla Cai si sono da tempo attrezzate per consentire ai soci di affrontare la questione, tanto più che la fattura elettronica non è una novità per le imprese che già operano per conto della pubblica amministrazione, per manutenzioni stradali o altro.
A livello pratico sono possibili 3 diversi casi, a seconda del livello di strutturazione e di organizzazione amministrativa dell’impresa:
1. Nel livello più comune l’impresa compila, per ciascun cliente, una sorta di bolletta recante i lavori eseguiti ed i rispettivi prezzi unitari, ovvero una fattura cartacea come nel passato, che porta all’associazione o al consulente; questi inseriscono i dati nei propri sistemi informatici e producono le fatture elettroniche e le caricano nel sistema nazionale di interscambio.
2. Per le imprese ancor meno strutturate, che già delegano all’associazione la compilazione delle fatture, non cambia assolutamente nulla, a parte un leggero aggravio nel costo del servizio, che comprenderà anche il passaggio del documento al formato digitale.
3. Le imprese meglio organizzate, che già compilano le fatture con strumenti informatici, dovranno dotarsi di un programma adatto alla fatturazione elettronica e di una connessione a Internet a banda larga.
Un elemento comune è costituito dal costo per la conservazione dei documenti fiscali in formato elettronico, solitamente compreso nel canone di abbonamento annuo al gestore del servizio; nel terzo caso tale costo viene direttamente addebitato all’impresa.
Dalle prime proiezioni, non sembra che l’impiego generalizzato della fattura elettronica possa determinare costi di gestione insostenibili, così come è accaduto per quelle finora emesse nei confronti delle amministrazioni pubbliche.
Anzi, una volta che il sistema sarà andato a regime, è possibile che i costi di tenuta dei registri contabili obbligatori possano addirittura diminuire, a tutto vantaggio di altri oneri amministrativi più importanti per la gestione aziendale.