Scaduto da oltre un anno il termine per il controllo funzionale delle irroratrici impiegate per conto terzi, si avvicina inesorabilmente la data del 26 novembre 2016, termine ultimo per la verifica di tutte le macchine esistenti in Italia.
A sentire i centri autorizzati, le operazioni procedono a rilento, nella generale, ma fallace convinzione che ci sarà la solita proroga o che la norma verrà cancellata perché “già superata”. Chi dispensa messaggi del genere non sa che dovrà fare i conti con la realtà: le proroghe sono finite e l’Unione europea ci chiede di adeguarci a una Direttiva che, è utile ripeterlo, è stata emanata ben sette anni fa. Può darsi che gli agricoltori italiani non se ne vergognino – ne vediamo di peggio – ma ce ne sarebbe il motivo, se pensiamo che nel marchio “made in Italy” il settore alimentare gode di un prestigio planetario. Un marchio che va difeso, ma non con barriere doganali che non possiamo permetterci. Dalla pasta ai salumi l’Italia vende più del doppio di quanto produce, e se l’industria di trasformazione dovesse impiegare solo materie prime di produzione nazionale, il nostro Paese scenderebbe ancora nella classifica degli esportatori alimentari.
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