L’andamento meteo sta mettendo sempre più a dura prova i foraggicoltori italiani. Due anni fa la siccità, lo scorso anno la troppa pioggia, quest’anno ancora piogge frequenti. La stagione 2024, insomma, per chi fa fienagione è partita decisamente in salita, ma ci sono comunque mezzi a disposizione per portare a casa un risultato positivo.
L'annata 2023-2024 è partita con una situazione economica già in parte compromessa, in quanto legata alla discesa dei prezzi degli alimenti per il bestiame, a partire dai cereali. Senza dimenticare che nell'ultimo decennio i costi per ettaro sono aumentati a fronte di una sostanziale riduzione del valore della produzione. A titolo di esempio, i costi di taglio, rivoltamento e raccolta del fieno sono aumentati di quasi un terzo negli ultimi 10 anni, passando da circa 500 a oltre 660 euro per ettaro investito a colture foraggere, considerando una media di 4 tagli effettivi all'anno.
È qui che entra in gioco il ruolo dell’agromeccanico. Il ricorso al contoterzista, infatti, consente di ridurre di circa il 20% i costi di gestione, un fenomeno appena evidente dieci anni fa e che conferma quanto sia cambiato il quadro economico generale. Il costo della lavorazione per conto terzi è aumentato anch'esso, ma in misura più contenuta (12%), con un leggero incremento della resa oraria e quindi della tempestività.
Questo Speciale racconta di come è iniziata la stagione 2024 nel Nord e Centro Italia, ma soprattutto spiega nel dettaglio perché per un’azienda agricola è più conveniente affidare la fienagione a un’impresa agromeccanica piuttosto che gestirla in proprio. Inoltre, vengono fornite preziose informazioni su come insilare con successo anche i foraggi fibrosi, come quelli di prati e di erbai (panìco, loiessa o cereali autunno-vernini, raccolti però in fase di fioritura).
SCARICA GRATUITAMENTE LO SPECIALE