La sufficiente piovosità del periodo di fine estate in linea generale ha permesso una ottimale preparazione dei terreni destinati alle semine dei cereali a paglia, iniziate a metà del mese di ottobre e determinate senza alcuna interruzione nei primi giorni di novembre.
Il sufficiente grado di umidità dei terreni e le poche, ma sufficienti piogge verificatesi dopo le semine, hanno favorito una rapida germinazione ed un veloce primo sviluppo delle colture, che in molti casi potranno raggiungere lo stadio di inizio accestimento entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda i livelli di infestazione, dalle prime segnalazioni la situazione rientra nella normalità, con le prime emergenze sia di specie graminacee, con particolare riferimento a Alopecurus myosuroides, che a foglia larga, con prevalenza di Veronica spp., specie crucifere e ovviamente rinascite di plantule di colture da seme poste in precessione ai cereali cadute a terra durante le operazioni di raccolta.
Epoche di intervento
La disponibilità di principi in ormai innumerevoli combinazioni di trattamento in linea teorica è più che sufficiente a risolvere la stragrande maggioranza delle situazioni di inerbimento. Tuttavia la loro efficacia dipende in maniera determinante dall’individuazione della più favorevole epoca di impiego, da definire sia in relazione all’andamento termopluviometrico, che dello stadio di sviluppo delle differenti infestanti.
Come ormai ribadito da molti anni diventa sempre più importante monitorare attentamente e precocemente i seminativi per individuare il più esattamente possibile le differenti composizioni floristiche da eliminare. Trattamenti effettuati nell’epoca esatta utilizzando anche i prodotti non proprio più indicati, possono sortire risultati finali più completi rispetto ad un’applicazione nel momento sbagliato anche con il più performante formulato disponibile. Nella maggior parte delle situazioni i tradizionali trattamenti erbicidi di post-emergenza di fine inverno possono iniziare già alla fine del mese di febbraio, soprattutto nei casi di precoci e rilevanti infestazioni. La finestra applicativa risulta relativamente ampia, potendo poi intervenire fino all’inizio della levata delle colture, con trattamenti più tardivi quando lo scopo è il completamento dell’attività di preventive applicazioni di pre-emergenza o post-emergenza precoce con erbicidi ad azione residuale.
Interventi precoci e medio-precoci
Quando vi sia la necessità di intervenire molto precocemente, in periodi caratterizzati anche da leggere gelate notturne, per il controllo delle dicotiledoni annuali si valorizzano al massimo gli ormai innumerevoli formulati a base di solfoniluree (tribenuron-metile, tifensulfuron-metile, metsulfuron-metile, bensulfuron-metile, tritosulfuron), sempre più spesso miscelate fra loro, della triazolopirimidina florasulam ed anche di bifenox, quest’ultimo specifico per il controllo di precoci infestazioni di Veronica.
Le solfoniluree si caratterizzano per esercitare un ampio spettro d’azione che comprende crucifere (Sinapis, Rapistrum, Raphanus, ecc.), composite (Matricaria, Picris, ecc.), ombrellifere (Daucus, Ammi majus, ecc.), Papaver, mentre, ad eccezione di tritosulfuron, risultano parzialmente efficaci nei confronti di Galium e Veronica hederifolia. Molto simile risulta l’attività di florasulam, con tuttavia una spiccata efficacia su infestazioni non eccessivamente sviluppate di Galium e nel contempo un ridotto controllo di tutte le specie di Veronica. Tutto questo gruppo di prodotti non è in grado di contenere lo sviluppo delle sempre più invasive infestazioni di Silybum marianum, Fumaria officinalis e delle specie a ciclo perennante, a sviluppo più posticipato, quali Convolvulus arvensis, Cirsium arvense ed Equisetum spp..
Solfoniluree e triazolopirimidine trovano poi un generalizzato utilizzo anche durante tutte le altre fasi di sviluppo delle colture e fino allo stadio di piena levata delle colture, con tuttavia la necessità di addizione di erbicidi ad azione complementare in caso di infestazione sviluppate, presenza delle specie annuali non sensibili o di quelle a ciclo perenne. Quando i livelli termici si stabilizzano e non ci sono rischi di forti ritorni di freddo, si può ricorrere anche all’impiego delle miscele relativamente più complesse dove, oltre alle solfoniluree e florasulam, sono presenti anche composti ad azione specifica, quale fluroxipir e clopiralid ed il tradizionale derivato ad azione ormonica 2,4-D. In questa prima epoca d’intervento si valorizzano anche gli impieghi del più recente halauxifen-metile, caratterizzato da un’ottima efficacia su Papaver rhoeas comprese le popolazioni non più sensibili a solfoniluree e triazolopirimidine e disponibile in formulazione sia con florasulam che con fluroxipir.
Infestazioni complesse e specie perenni
In caso si debbano gestire infestazioni complesse, che comprendono sia specie annuali relativamente sviluppate che perenni, compreso anche Silybum marianum, si rivelano particolarmente efficaci i trattamenti con le miscele ad ampio spettro d’azione a base di clopiralid + fluroxipir + MCPA (Ariane II, Manta Gold), a cui recentemente si è affiancata quella di diclorprop-P + MCPP-P + MCPA (Duplosan Super). Tutti questi prodotti ad ampio spettro, utilizzati a dosi ridotte, possono anche andare ad integrare l’attività di solfoniluree e triazolopirimidine. In questa epoca trovano spazio anche i tradizionali composti ormonici a base di 2,4-D, MCPA e le miscele di 2,4-D + MCPA allo scopo di eliminare ridotte infestazioni di specie dicotiledoni annuali, per esempio a seguito di preventivi trattamenti di pre-emergenza o di post-emergenza precoce, oppure per gestire esclusive presenze di malerbe perennanti. A parte qualche eccezione, molti formulati appartenenti a questo gruppo presentano un lungo periodo di sicurezza che intercorre tra l’applicazione e la raccolta.
Graminicidi specifici
Nei casi vi sia la necessità di eliminare infestanti graminacee diventa indispensabile individuare attentamente le specie presenti, in quanto relativamente diversificato è lo spetto d’azione dei prodotti ad azione specifica utilizzabili. I formulati a base di fenoxaprop-p-etile (Starprop), selettivi anche su orzo, e del collaudato clodinafop-propargile (Thiras, Topik 240 EC, ecc.), generalmente esercitano una ottima efficacia sulle infestazioni di Avena e Alopecurus, anche in stadi di sviluppo avanzati, mentre spesso non sufficiente è la loro efficacia nei confronti di Lolium e delle sempre più diffuse infestazioni delle specie di Phalaris (paradoxa in particolare). Per allargare lo spettro d’azione su Lolium e Phalaris si giustificano gli interventi con la miscela di clodinafop-propargile + pinoxaden (Traxos Pronto 60) o anche con il solo pinoxaden (Axial Pronto 60), quest’ultimo utilizzabile anche sui seminativi di orzo e caratterizzato da una non sempre perfetta efficacia su infestazioni sviluppate di Alopecurus. Tutti e tre i principi attivi ad esclusiva efficacia graminicida non risultano efficaci sulle infestazioni delle differenti specie di Bromus. Salvo rari casi questi prodotti non vengono utilizzati da soli, ma in miscela estemporanea con formulati ad azione dicotiledonicida nell’ormai tradizionale unico trattamento di post-emergenza di fine inverno o inizio primavera. In normali condizioni applicative la loro compatibilità è più che sufficiente con tutti i prodotti attivi sulle specie a foglia larga, ponendo tuttavia una particolare attenzione in caso di infestazioni di specie graminacee rilevanti e sviluppate.
One pass o cross-spectrum
In alternativa a più o meno complesse miscele di più formulati negli ultimi anni hanno riscosso un grande successo i formulati “cross-spectrum” o “one pass”, che in unico prodotto assommano l’efficacia graminicida a quella contro le specie dicotiledoni. L’associazione di iodosulfuron + florasulam + diflufenican (Joystick) deve essere utilizzata molto precocemente in modo da sfruttare al massimo l’attività residuale del diflufenican, garantendo un ampio spettro d’azione sulla maggior parte delle infestanti graminacee e dicotiledoni a ciclo annuale. Alle collaudate miscele a base di iodosulfuron+ mesosulfuron (Atlantis Pro, Hussar Maxx Pro) più recentemente si sono affiancate quelle di mesosulfuron + propoxicarbazone (Atlantis Flex) e iodosulfuron+ mesosulfuron + tiencarbazone (Atlantis Activ). Questi formulati esercitano generalmente un ottimo controllo di tutte le specie graminacee, comprese precoci infestazioni di Bromus spp. e della maggior parte delle dicotiledoni annuali, con a volte la necessità di integrare l’azione di Atlantis Pro e Atlantis Flex nei confronti di Papaver e Galium. I formulati a base di pyroxsulam + florasulam (Floramix, Broadway) garantiscono la massima efficacia con trattamenti anticipati, con a volte un’efficacia spesso non completa in caso di forti infestazioni di Avena ed una parziale attività su Phalaris. Molto ampio è anche lo spettro d’azione esercitato da clodinafop-propargile +pinoxaden + florasulam (Timeline Trio), ad esclusione delle infestazioni di Bromus, Veronica e Fumaria. Clodinafop-propargile + pyroxsulam (Serrate) ed il solo pyroxsulam (Senior 75 WG, Palio) si caratterizzano per una ottima efficacia su Lolium, Alopecurus e Bromus, mentre Avena è sensibile in particolare nei primi stadi di sviluppo. Parziale risulta il controllo di Phalaris paradoxa. Fra le dicotiledoni risultano sensibili Veronica, crucifere, composite, Viola ed altre numerose specie annuali, con tuttavia la necessità di addizionare altri erbicidi al fine di integrare l’azione su Papaver e Galium.
Chi entra e chi esce
Per quanto concerne il panorama degli erbicidi disponibili per il controllo delle infestanti dei cereali a paglia non vi sono da registrare novità sostanziali, ma solo la commercializzazione di nuove miscele di prodotti già noti utilizzati per altri impieghi. Fra i formulati cross-spectrum vi è da segnalare la commercializzazione da parte di Corteva di un’ulteriore formulazione a base di pyroxsulam + florasulam (Broadway), caratterizzato da un più alto contenuto di florasulam rispetto al formulato tradizionale. Sempre in formulazione di microgranuli idrodispersibili (WG), alla dose di 275 g/ha è autorizzato per il diserbo di frumento tenero e duro, triticale e segale. Fra i prodotti ad esclusiva efficacia sulle malerbe dicotiledoni, la stessa Corteva ha introdotto sul mercato una miscela di aminopiralid + florasulam + 2,4-D (Zenith Trio), da utilizzare alla dose di 0,5 l/ha su frumento tenero e duro, orzo, triticale e segale per il controllo delle più importati e diffuse specie dicotiledoni. Immessa sul mercato da Certis, la miscela di fluroxipir + metsulfuron-metile (Croupier OD), è una dispersione oleosa da utilizzare alla dose di 0,5-0,67 l/ha su frumento tenero e duro, orzo, segale e triticale per il controllo di dicotiledoni a ciclo annuale, Galium compreso.
Vi è poi da segnalare l’inserimento di un’altra solfonilurea, diffusamente utilizzata su riso, il bensulfuron-metile, commercializzata da UPL in miscela con metsulfuron-metile. Formulata in granuli idrodispersibili con il nome di Xanadu, questa nuova associazione è autorizzata per il controllo della maggior parte delle più comuni infestanti dicotiledoni annuali di frumento tenero e duro, orzo, segale e triticale. Oltre ai nuovi inserimenti vi è da registrare anche la perdita di un altro principio attivo a seguito della revisione europea: il bromoxinil. Anche se a livello italiano a oggi non sono ancora state pubblicate le date esatte, sicuramente la prossima primavera sarà l’ultima occasione per utilizzare le eventuali scorte o giacenze dei formulati singoli (Emblem, ecc.) e delle miscele con 2,4-D (Buctril Universal) e MCPP-P (Image Gold).
Resistenze da non sottovalutare
Come ormai ribadito da alcuni anni, occorre porre una particolare attenzione in caso anche i più usati ed efficaci erbicidi non sortiscano risultati sufficienti su infestanti notoriamente sensibili. Dopo i primi casi accertati di resistenza di specie graminacee, Lolium ed Avena in particolare, che interessano entrambi i meccanismi d’azione utilizzati (ACcasi e ALS), numerose segnalazioni indicano anche problematiche causate da Alopecurus myosuroides, al momento limitate al meccanismo d’azione ACCasi. Per quanto concerne le specie dicotiledoni le problematiche maggiori sono determinate da Papaver rhoeas, con la segnalazione di numerose popolazioni non più sensibili alle tradizionali applicazioni di post-emergenza con solfoniluree e triazolopirimidine. Oltre a tutti i consigli di carattere agronomico, come ad esempio l’allargamento della rotazione colturale e la diversificazione delle lavorazioni del terreno, in molte situazioni si stanno rivalutando le applicazioni di pre-emergenza e post-emergenza precoce con erbicidi ad azione residuale.
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