Cambia il vertice dell'Unione nazionale delle imprese agromeccaniche (Unima): dopo la presidenza di Aproniano Tassinari, in carica da inizio 2005, tocca a Silvano Ramadori guidare la più importante associazione di contoterzisti italiana nel quadriennio 2013-2017.
Un passaggio chiave per una categoria strategica nel comparto agricolo, che si deve confrontare con una crisi di settore evidente e con un'evoluzione del 'mestiere' altrettanto rilevante.
Una categoria che praticamente domina (oltre il 90%) l'intera raccolta delle coltivazioni erbacee, gran parte delle lavorazioni del terreno, ma che si scontra con difficoltà ormai consolidate: concorrenza spietata di prezzo, incassi sempre più problematici, burocrazia imperante.
Ramadori le conosce. Da anni è al vertice dell'associazione provinciale maceratese di Unima e ora affronta il gran salto alla presidenza nazionale conscio dei problemi. E delle divisioni, visto che la scissione di Confai da Unima, datata 2004, non si è più ricomposta.
Unima rimane di gran lunga la più numerosa e rappresentativa associazione italiana di imprese agromeccaniche. Ma Ramadori pensa che il ruolo dell'Unione possa essere ulteriormente aumentato, tanto che nelle linee programmatiche parla di un'Unima «forte e unitaria, permeata di condivisione e trasparenza operativa. Presupposti essenziali per essere credibili ed efficaci nei rapporti politico-sindacali ed economici».
Ramadori sa che il pilastro di Unima rimangono le strutture periferiche, da coinvolgere maggiormente: «Penso a una valorizzazione delle federazioni regionali, magari sviluppando nuove funzioni e rafforzando quelle azioni necessarie e utili a un'operatività decentrata flessibile, razionale e libera».
Per il nuovo presidente Unima saranno «le strutture territoriali a dover curare i rapporti con gli enti attivi nel settore agricolo: Regioni, Province e Comuni, Camere di Commercio, Prefetture e Motorizzazione Civile».
«Penso - continua Ramadori - alle Federazioni come “presidio sindacale”. Strutture portatrici di idee, indirizzi e scelte imprenditoriali che Unima nazionale potrà fare proprie».
La tecnologia avanza e la burocrazia impera. Le imprese agromeccaniche per rimanere competitive dovranno adeguarsi ai tempi, conoscere, essere informate. Così Ramadori affida un ruolo centrale alla comunicazione e all'informazione degli associati Unima, sia attraverso l'organo ufficiale, sia tramite specifiche circolari.
«I nostri contoterzisti devono sapere, poiché solo così potranno dare risposte alle nuove esigenze imprenditoriali. Su questo punto negli ultimi anni abbiamo già fatto passi avanti, ma possiamo fornire un servizio ancora migliore».
E, proseguendo nell'analisi, si arriva alla formazione e all'aggiornamento professionale: «Unima può e deve mettere a disposizione delle proprie imprese associate gli strumenti necessari per essere al passo con i tempi. Un contoterzista oggi deve conoscere le politiche agricole nazionali e comunitarie, essere a proprio agio con i documenti da presentare e, nello stesso tempo, riuscire a utilizzare macchine all'avanguardia tecnologica. Unima deve supportare questa evoluzione».
La chiusura è prettamente politico-sindacale: ci sarà un riavvicinamento con il Confai? Ramadori prende tempo e chiosa: «Vedremo. Di certo la cosa più importante è consolidare e tutelare il ruolo del contoterzista: su questo lavoreremo alacremente».
Contoterzismo
Unima si affida
a Ramadori
L'unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola cambia presidente. Il neoeletto: «Più forza alle associazioni territoriali che dovranno colloquiare con tutti gli enti operanti nel settore agricolo»