Il settore degli agromeccanici è fianco della Regione Piemonte nella sua azione di contrasto al sistema del “Nutriscore”, che rischia fortemente di danneggiare le eccellenze agroalimentari del made in Italy. Per testimoniare questo impegno concreto, Gianluca Ravizza segretario di CAI Agromec Piemonte e vicepresidente vicario di CAI Agromec nazionale, nonché Fabrizio Benotto vicepresidente ATIMA - CAI Agromec di Asti, viticoltore e corilicoltore, hanno preso parte ieri mattina al convegno “La minaccia europea all’eccellenza vitivinicola piemontese. Dal Nutriscore alle etichette: cos’altro ci riserva l’Europa?”, organizzato dall’eurodeputato Alessandro Panza (responsabile delle politiche per le aree montane della Lega e consigliere per la montagna del Ministro per gli affari regionali) e al quale hanno preso parte tra gli altri il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso, il deputato Andrea Giaccone, l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, e il professor Giorgio Calabrese.
Il Piemonte fa dell’eccellenza enogastronomica una delle sue certezze, e la grande presenza di rappresentanti del territorio a fianco delle istituzioni oggi lo ha testimoniato.
«Il sistema di etichettatura che vuole l’Unione Europea sui prodotti agroalimentari e sul vino – spiega Ravizza – rischia di danneggiare pesantemente il made in Italy. Guardando solo all’export, è a rischio un comparto che vale quasi 50 miliardi di euro. Come categoria degli agromeccanici, abbiamo voluto essere presenti oggi per affermare che siamo pronti a fare la nostra parte. Riteniamo infatti che l’italianità e la salubrità di ciò che portiamo in tavola vada difeso anche con l’apporto delle nuove tecnologie in agricoltura. E solo le aziende agromeccaniche, che in Italia sono circa 18.000, hanno la specificità e la forza per affrontare le sfide della moderna agricoltura».
Durante il convegno sono emersi diversi temi che hanno evidenziato la “disonestà intellettuale” del Nutriscore e hanno ribadito che il comparto dei prodotti agroalimentari e dei vini made in Italy deve essere orgogliosamente difeso da queste insidie, anche attraverso un’incisiva attività promozionale.