Sui cancelli della nuova sede di Bruino campeggia, ben nitida, la targa “Maurino – Servizi per l’agricoltura”. Una dichiarazione d’intenti, più che l’insegna di un contoterzista. E in effetti il piazzale di quest’azienda, che affonda le sue radici nella storia della meccanica italiana, tutto sembra fuorché la sede di un contoterzista. Si vedono girare trattori, è vero, ma soprattutto vi troviamo sacchi di concime, sementi e mangime, oltre che l’ingresso di quello che sembra un emporio agricolo. Lo sembra e lo è: vi si vendono alimenti per animali, attrezzi da giardino, stivali, qualche fitofarmaco da hobbista. Eppure, siamo a casa di uno dei più vecchi e importanti contoterzisti del Torinese – Ezio Maurino, appunto – che non a caso ha meritato il premio come Contoterzista dell’Anno per la Filiera. Un premio che, se anche dovessimo basarci soltanto sulla prima impressione, sembra già giustificato.
Dal vapore al satellite
Abbiamo scritto che la Maurino Snc affonda le sue radici nella storia della meccanica agricola. Lasciamo al proprietario le spiegazioni del caso: «Mio padre era un fabbro, quindi sono nato e cresciuto in mezzo al ferro e agli attrezzi agricoli. Anzi: a un certo punto costruì anche una trebbiatrice da aia con le sue mani. Parliamo dell’immediato dopoguerra. Negli anni seguenti acquistammo le prime macchine a vapore, poi i testacalda. Ero ancora un ragazzino quando lo accompagnavo a trebbiare nelle varie cascine. Abbiamo sempre fatto questo lavoro, per questo motivo non ci spaventano né la concorrenza né il progresso tecnologico». Progresso che, peraltro, Maurino ha accolto a braccia aperte.
La strada fatta è molta e oggi sotto i suoi capannoni troviamo cinque mietitrebbie e quattro trinciacaricatrici, tutte Claas. Una ventina i trattori, mentre carri e attrezzi vari, ovviamente, si fatica a contarli. «Abbiamo anche il trampolo per la piralide, la seminatrice, due maxi presse e così via. Il ferro non ci manca». Così come non manca il silicio: anche alla Maurino Snc sono ovviamente arrivate le tecnologie satellitari, con tutto quel che ne deriva.
Al servizio dell’agricoltore
Il prestigioso premio di Contoterzista dell’Anno è però arrivato a Bruino non per le tecnologie applicate, ma per la Filiera. Chiediamo ancora al proprietario di spiegarci come è organizzata, da questo punto di vista, la sua azienda. «Facciamo diverse cose: ritiriamo i cereali e li rivendiamo, oppure li utilizziamo per fare dei mangimi che poi vendiamo agli allevatori. In qualche caso facciamo la raccolta dei cereali, li ritiriamo, li trasformiamo in mangime o in farine e poi li ridiamo ai proprietari».
Accanto a questa attività di essiccamento e molitura Maurino e la sua famiglia fanno anche commercio di mezzi tecnici: «Vendiamo fertilizzanti, ma anche sementi. Le cose che possono servire all’agricoltore, insomma». Non possiamo infine dimenticare lo spaccio aziendale. Dove, come abbiamo anticipato, si trova un po’ tutto quel che occorre in una fattoria. «Durante la primavera facciamo anche vendita di semi e piantine per l’orto, un’attività avviata dalle mie figlie e molto apprezzata. Non c’è agricoltore che non faccia l’orto, come sappiamo, e mentre vengono a prendere il mangime per i polli o i conigli trovano anche le pianticelle da trapiantare».
A chi conosce il mondo agricolo viene naturale, a questo punto, fare un paragone tra la Maurino e un consorzio agrario. «Beh, in effetti tutta questa attività che possiamo definire corollaria alla meccanizzazione iniziò proprio nel momento di crisi dei consorzi. Gli agricoltori erano abituati a conferire a essi la granella; quando arrivarono gli anni difficili, con i commissariamenti e le chiusure, si trovarono scoperti. Fu allora che dissi: se volete, datela a noi e vediamo che succede. Iniziò tutto da lì, e non ci siamo più fermati».
Attivi nel Torinese
Non è la prima volta che incontriamo Maurino, sia per prove di macchine sia per parlare della sua azienda. Nel caso precedente, tuttavia, l’avevamo trovato a capo di una realtà societaria, la Sama. «Per 15 anni abbiamo fatto società con Sabena, un importante imprenditore della zona, creando la Sama. Poi le nostre strade si sono divise; lui ha continuato a fare soprattutto essiccamento di cereali, noi abbiamo ripreso la strada dell’agricoltura, mantenendo comunque la piccola attività corollaria che vedete qui. Tutto per far funzionare l’azienda e dare lavoro ai dipendenti per tutto l’anno. Per lo stesso motivo, per esempio, partecipiamo ai bandi per il servizio neve nei comuni del territorio».
Dar da lavorare a tutti i membri del Maurino Team non è in effetti cosa da poco: oltre al titolare e al fratello Aldo, che si occupa dell’azienda agricola (100 ettari in totale), sono infatti attivi nella società le tre figlie di Ezio, il figlio e la figlia di Aldo e infine tre dipendenti fissi, cui si aggiungono gli stagionali. Il territorio di competenza è raggruppato attorno alla sede: «Lavoriamo a Bruino e nei comuni limitrofi: Grugliasco, Piossasco, Volvera, Orbassano, Rivoli eccetera. Inutile andare più lontano, rischiando di non riuscire a fare bene il lavoro che abbiamo qui vicino».
I clienti, ci spiega sempre il titolare, sono piccoli agricoltori, ma anche aziende medio-grandi. «Ne abbiamo alcune a cui facciamo 200 ettari di trinciatura per stagione. Seguiamo anche un paio di impianti di biogas. Insomma, c’è un po’ di tutto e molti da clienti si sono trasformati in amici. Ci sono aziende in cui andavo già da ragazzino con la trebbia fissa e ora continuo ad andarci con la mietitrebbia o la trincia».
Passione per il ferro antico
Ezio Maurino fa il contoterzista per mestiere, ma la passione per i mezzi agricoli lo accompagna anche nel tempo libero. Quando non è su un trattore di ultima generazione, infatti, sta con la testa dentro a un cofano per far ripartire un vecchio Landini o Porsche. «La passione per i trattori vecchi è una brutta malattia e io ce l’ho in pieno», ci dice scherzando.
La sua collezione conta un numero imprecisato di pezzi. «Non so, sono 150 o 200, più o meno. Parlo di quelli funzionanti ovviamente, perché se non sono funzionanti, non li conto nemmeno. Non mi interessa tanto la carrozzeria, ma il motore deve girare, altrimenti è soltanto ferro».
Per lui, ci dice, la collezione di trattori antichi è anche una questione di affetti. «Ci sono macchine che ho preso perché mi ricordano il proprietario. Un Eron, per esempio, non ha un valore reale, ma era il trattore di Carlin, da cui andavo a trebbiare quando ero bambino. Lui è morto da anni; avere in casa il suo trattore me lo fa ricordare».