Ci sono le grandi imprese di contoterzismo e poi ci sono le ditte a gestione poco più che famigliare. Questa volta, però, ci occupiamo di una microimpresa, di quelle che danno lavoro al solo titolare e che, secondo alcune previsioni, potrebbero diventare l’unica alternativa alla realtà di tipo semi-industriale, prendendo il posto delle medie aziende, destinate a soccombere nella sfida dei mercati.
La prima volta che incontrammo Evro Manaresi per parlare di trattori e macchine agricole era il 2013 e lui, agricoltore di Molinella (Bo), aveva aperto da pochi mesi un’attività connessa per fare pulizia di banchine e argini stradali. Aveva attrezzato il suo vecchio Landini da frutteto con un braccio decespugliatore della Agrimaster e ottenuto in appalto una parte della rete viaria comunale. Qualche anno dopo, lo stesso ci chiamò per mostrarci il suo ultimo acquisto: un doppio decespugliatore Agrimaster – uno frontale, l’altro posteriore – abbinati a un TN85 DA di New Holland. Con una modifica da lui ideata, era riuscito a portare i comandi dei due attrezzi su un solo joystick elettroidraulico e in questo modo poteva, con parecchio colpo d’occhio e prontezza di riflessi, gestire i due bracci dimezzando, in pratica, i tempi di lavoro.
Un’idea che gli ha portato fortuna, visto che oggi ritroviamo Manaresi non più agricoltore, ma contoterzista, con due dipendenti stagionali in inverno – quando lavora per lo sgombero neve – e uno in estate. «Nella bella stagione ho sempre fatto da solo, ma da un paio d’anni non riuscivo più a star dietro al lavoro, per cui ho preso un aiuto. Ci dividiamo l’attività di pulizia nei momenti più critici e fa da scorta durante le fasi più tranquille». Al Landini – ancora in attività, con 8.500 ore di lavoro – e al TN di New Holland si è aggiunto un Massey Ferguson 6714 con cabina Panoramic, predisposto per i lavori stradali, oltre a un terzo Agrimaster a testata intercambiabile. Ci sono poi varie testate: forestale, scavafossi, lame per taglio siepi e una trincia scavallatrice della Hymach. «Abbiamo tutto il necessario per la pulizia di argini e banchine, che ormai è la mia attività principale», ci dice con una certa soddisfazione.
L’agricoltura non rende
Quella di Manaresi è, fin qui, una storia di successo, insomma. Vediamo di conoscerla più nel dettaglio. «I lavori comunali sono andati bene fin dall’inizio e negli anni ho preso in appalto l’intera rete viaria comunale, per un totale di 200 km circa, più le varie piste ciclabili e isole verdi, ovvero le aree dove sono posti i cassonetti della raccolta differenziata. Successivamente ho partecipato a un bando per una tratta di strade provinciali, circa 240 km, vincendo anche quello. Così attualmente gestisco più o meno 450 km di banchine, oltre a diversi svincoli e qualche rotonda. In più ci sono i guard-rail, che teniamo in ordine con la scavallante Hymach. Un eccellente attrezzo, che ti permette di pulire su entrambi lati della protezione evitando cartelli stradali e altri ostacoli. Ha un braccio scavallante regolabile, che si può allargare per adattarlo ai nuovi guard-rail, più larghi dei precedenti. Una soluzione efficace e vincente rispetto al taglio con decespugliatore a mano che si faceva un tempo».
Con un incremento di attività come quello descritto, il passaggio dall’agricoltura al contoterzismo è stato quasi obbligato. «Il fatturato dell’attività connessa era ormai sproporzionato rispetto a quello agricolo, per cui dal gennaio dello scorso anno ho aperto una partita Iva come contoterzista. Era un passaggio ormai necessario, visto che non mi posso più definire agricoltore». Agricoltura che, comunque, resta come attività corollaria. «Ho ancora i miei 23 ettari di terreni, ormai senza frutteti. Li coltivo a grano, bietole e soia, ma se devo dire la verità, i guadagni sono quasi nulli. I prezzi del grano fanno ridere, la bietola abbiamo dovuto riseminarla e abbiamo avuto anche problemi di siccità. Non parliamo della frutta, che è massacrata da alternaria e cimice asiatica».
Manaresi, come appare evidente, non vede futuro nell’agricoltura. Ed è per questo, ci dice, che non progetta di aggiungere i lavori agricoli a quelli comunali. «Preferisco concentrarmi su quello che sto facendo ora e, se mai, allargare il giro della manutenzione stradale. Se non altro, con gli enti pubblici si è sicuri di prendere i soldi. Magari con qualche mese di ritardo, ma prima o poi arrivano: l’importante è non esagerare con gli investimenti, insomma, per non trovarsi scoperti».
Nicchie da coprire (e scoprire)
Basare un’intera azienda su un lavoro che per molti contoterzisti è soltanto un corollario dell’attività principale non è semplice. Manaresi conta di farlo sfruttando una visione senz’altro innovativa su alcune attività.
«Il mio obiettivo è occupare tutte quelle nicchie in cui, per motivi di tempo ma anche di costi, il lavoro manuale non è più proponibile. Per esempio, ho comprato una spazzatrice per banchine da abbinare al braccio decespugliatore: è composta da un rotante con lamelle d’acciaio che fanno lo stesso lavoro dei fili del decespugliatore a mano. Con questa posso sostituire il lavoro manuale vicino ai cordoli, attorno ai cartelli stradali e in tutte quelle situazioni in cui la classica trincia non può essere utilizzata. È una via di mezzo tra l’intervento umano e la pulizia su grandi superfici fatta con la classica trincia a martelli».
Oltre che per gli enti pubblici, il contoterzista bolognese lavora inoltre per realtà private e consortili. «Faccio la gestione dei boschi per alcune aziende faunistico venatorie. Per esempio, aprendo percorsi per permettere l’accesso dei cacciatori. Un nuovo tipo di attività è poi quello con i boschetti per la biodiversità».
Il riferimento è alla manutenzione dei boschetti realizzati con i contributi della Pac: «Da sempre è prevista la cura di queste aree, ma finora nessuno si era preoccupato di farla. Ora, invece, se non si creano passaggi larghi almeno 10 metri e non si delineano con precisione i confini, si rischia di perdere il contributo. Per cui stiamo lavorando con il braccio fornito di testata a dischi per il taglio dei rami, seguito da un trattore con trincia forestale per macinare arbusti e rami potati. In questo modo apriamo il passaggio.
Nei prossimi anni faremo soltanto il taglio dei rami, mentre gli agricoltori terranno pulito a livello del terreno». Ultima categoria di clienti, conclude Manaresi, sono i privati, che chiedono pulizia di fossi e gestione siepi.
Prevenire conviene
Incontriamo Evro Manaresi nei giorni dello straripamento dell’Idice, il torrente che scorre ai confini di Molinella e che il 17 novembre ruppe gli argini allagando centinaia di ettari di terreni agricoli e una quarantina di abitazioni. L’occasione giusta, insomma, per parlare di prevenzione: quanto fa bene la pulizia dei fossi? «Parecchio. Per fortuna la Provincia qui da noi ha capito l’importanza della manutenzione e ci chiede di fare una pulizia completa di banchine, argine e fosso almeno una volta all’anno. Arriviamo fino alla mezzeria del canale, dalla parte opposta compete al privato proprietario dei terreni, tagliando erba e arbusti. A volte usiamo anche uno scavafossi, che ripulisce il fondo senza accumulare terra».
Nei lavori comunali la cura continua è preferibile e meno cara rispetto a interventi sporadici in emergenza. Per questo crediamo che la microimpresa di Manaresi continuerà a crescere. E forse, al prossimo incontro, non sarà più così micro.