Con 299 no, 207 voti favorevoli e 121 astenuti l’Europarlamento in data 22 novembre 2023 ha respinto non solo la proposta della Commissione europea, ma anche il rinvio del testo per un nuovo esame in commissione, sancendo la fine della prima lettura del Sur (Regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci). Con l’approssimarsi delle elezioni europee «non ci sarà nessun regolamento in questo mandato», ha sintetizzato il presidente della Commissione Ambiente Pascal Canfin (Renew, Francia). In teoria, il Consiglio Ue potrebbe andare avanti, ma «ormai per l’Europarlamento sarà troppo tardi per decidere, quindi non ci sarà nessun accordo sui pesticidi in questa legislatura», ha spiegato Canfin.
La proposta della Commissione europea per la riforma delle norme sugli agrofarmaci di sintesi prevedeva il dimezzamento del loro uso entro il 2030 rispetto ai livelli del periodo 2015-17. Il taglio del 50% era l’unico obiettivo quantitativo, tra quelli della Strategia Farm to Fork, a essere stato reso vincolante a livello Ue, con target di riduzione anche a livello nazionale.
Positive le reazioni delle organizzazioni agricole al voto del Parlamento europeo. Per Cia-Agricoltori italiani «ha prevalso il buon senso». Per Coldiretti e Filiera Italia il mancato accordo sulla Sur all’Eurocamera «salva le produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dalla irrealistica proposta di dimezzare l’uso di fitofarmaci». Il presidente di Confcooperative Fedragripesca Carlo Piccinini ha commentato così: «Il Parlamento europeo ha rigettato una proposta irrazionale e ideologica, che pur muovendo da obiettivi di sostenibilità ambientale pienamente condivisibili, era stata scritta senza un’adeguata valutazione di impatto». Sulla stessa linea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha parlato di «una giornata decisamente positiva per le imprese agricole italiane. Non è in discussione l’obiettivo di tagliare il ricorso alla chimica nei processi produttivi, a vantaggio delle risorse naturali e della biodiversità, ma vanno messe da parte le impostazioni ideologiche, lasciando la strada aperta alla ricerca, alle innovazioni e agli investimenti».
Glifosate verso il rinnovo
Una fumata nera che diventa fumata bianca. Anche nel corso dell’ultima riunione del Comitato d’appello, che si è tenuta a Bruxelles, gli Stati Membri non hanno infatti raggiunto la maggioranza qualificata. Una condizione che era necessaria per bocciare la proposta della Commissione Ue di prorogare di altri dieci anni l’autorizzazione per il glifosate, con alcune ulteriori restrizioni. L’Italia si è astenuta (insieme ad altri sei Paesi, tra cui Francia e Germania), mentre lo scorso 13 ottobre aveva votato a favore del rinnovo.
L’attuale autorizzazione, scaduta lo scorso 31 dicembre 2022, è stata prorogata di un ulteriore anno e la bozza di regolamento che l’Esecutivo europeo ha sottoposto agli Stati Membri accoglie le conclusioni del lungo processo di valutazione sulla sicurezza e sui rischi del glifosate pubblicato da Efsa lo scorso giugno secondo cui non vi sono “preoccupazioni critiche” per la salute e l’ambiente legate all’utilizzo di questo prodotto. Dopo il nulla di fatto in sede di Consiglio, la Commissione Ue può pubblicare entro il prossimo 15 dicembre il regolamento di autorizzazione senza ulteriori modifiche.
Positivo il commento delle associazioni agricole. «La decisione – riporta Confagricoltura – è positiva per le imprese agricole e fondata su solide basi scientifiche. Il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe avuto rilevanti conseguenze sui livelli di produzione». «L’uso di prodotti chimici in agricoltura – sottolinea il presidente Massimiliano Giansanti – va ridotto, proseguendo un percorso in atto già da tempo, ma gli agricoltori devono avere a disposizione valide alternative sul piano tecnico ed economico. Nella fase di grande incertezza che è in atto, anche l’impatto sul potenziale produttivo deve essere attentamente valutato».