Non sono del tutto positivi per il settore primario i dati sugli incidenti mortali relativi ai primi tre mesi del 2025 diffusi dall’Inail. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, infatti, nel settore agriclo sono aumentati del 26,7% i morti (da 15 a 19) e le malattie professionali (+8,9%, da 3.691 a 4.020), mentre le denunce di infortuni sono diminuite del 3,8% (da 5.623 a 5.410) e sono cresciuti del 9,7% gli infortuni in itinere, cioè accaduti durante il tragitto casa-lavoro o lavoro-casa (da 277 a 304). (vedi tab. 1)
Guardando all’andamento generale e considerando tutti i settori lavorativi, tra gennaio e marzo 2025, in Italia gli incidenti mortali sono stati 146, quattro in meno rispetto al primo trimestre 2024 (-2,7%). Le denunce di infortunio sono state 96.944, in diminuzione del 2,6% rispetto alle 99.578 dei primi tre mesi del 2024. Gli infortuni in itinere totali, invece, nel primo trimestre 2025 sono calati da 20.102 a 20.230 (-0,6%) rispetto al pari data 2024. Infine, le malattie professionali. Come per gli infortuni mortali, anche qui, seppur di poco, l’agricoltura fa peggio del totale. Nel primo trimestre 2025 l’Inail ne ha protocollate complessivamente 24.419, 1.799 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, (+8%, contro il +8,9% citato prima in agricoltura). (vedi tab. 2)
In una nota stampa, Federacma (Federazione nazionale commercianti macchine agricole) ha riferito che ogni 2-3 giorni in media un agricoltore perde la vita in Italia a causa del ribaltamento del trattore. Una strage silenziosa legata principalmente all’assenza dei fondamentali dispositivi di protezione: cintura di sicurezza e rollbar. Nel nostro Paese, secondo le stime, circolano ancora oltre un milione di trattori privi dei dispositivi di sicurezza, uno scenario a cui si potrebbe porre fine con l’attuazione della revisione obbligatoria delle macchine agricole. «È inaccettabile che in un Paese civile e all’avanguardia come l’Italia si continui a morire nel 2025 per l’assenza di strumenti semplici ma essenziali – ha dichiarato Andrea Borio, presidente Federacma –. Si tratta di una vera e propria emergenza nazionale che, secondo i dati Inail e dell’Osservatorio Indipendente dell’Università di Milano, colpisce soprattutto gli over 55 alla guida di mezzi con più di 40-50 anni, completamente privi dei sistemi di protezione. In otto anni le stime parlano di oltre 1.000 decessi e più di 4.000 invalidità permanenti. Laddove, in altri Paesi europei, è entrato in vigore l’obbligo di revisione i decessi sono calati da cento a poche unità l’anno legate a eventi fortuiti».