La costruzione della nuova Pac 2023-2027 vive due importanti percorsi che stanno svolgendo parallelamente, a livello comunitario e a livello nazionale.
A Bruxelles, sono in corso i triloghi, tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea, che sono iniziati a novembre 2020 e che si concluderanno all’incirca a giugno 2021 con l’approvazione definitiva della nuova Pac. A livello nazionale, si intensifica il confronto tra Ministero e Regioni per la scrittura del Piano strategico nazionale; ricordiamo che, nella nuova Pac 2023-2027, gli Stati membri godranno di una maggiore flessibilità per quanto riguarda le modalità di utilizzo delle dotazioni loro assegnate e potranno progettare programmi su misura che rispondano più efficacemente alle preoccupazioni degli agricoltori e delle comunità rurali (secondo il cosiddetto new delivery model).
Gli eco-schemi, e più in generale, l’architettura verde della Pac (che comprende anche la condizionalità e le misure agro-climatico-ambientali del secondo pilastro) sono un tema in cui l’Italia deve adottare importanti decisioni che influiranno in modo rilevante sugli agricoltori.
L’articolazione dei nuovi pagamenti diretti
La nuova Pac 2023-2027 classifica i pagamenti in due categorie e in sei tipologie (fig. 1):
- sostegno al reddito di base al reddito per la sostenibilità;
- sostegno ridistributivo complementare;
- sostegno complementare per i giovani agricoltori;
- regimi per il clima e l’ambiente (eco-schema);
- sostegno accoppiato al reddito;
- pagamento forfettario specifico per i piccoli agricoltori, sostitutivo di tutti i pagamenti diretti.
Le novità, rispetto all’attuale programmazione, sono diverse (fig. 1):
- la soppressione del pagamento greening, i cui importi sono inglobati nel pagamento di base e i cui impegni sono in parte inclusi nella condizionalità;
- l’inserimento di regimi volontari per il clima e l’ambiente (eco-schemi);
- l’obbligatorietà del pagamento ridistributivo.
Il pagamento greening viene soppresso, ma la maggior parte dei suoi impegni (tra cui l’obbligo del 5% di aree ecologiche - EFA) vengono inglobati nella condizionalità rafforzata e costituiscono il presupposto per il percepimento del pagamento di base. Gli eco-schemi sono invece una nuova componente dei pagamenti diretti e richiedono impegni ambientali aggiuntivi alla condizionalità.
Gli eco-schemi
La nuova Pac obbliga ogni Stato membro a dotarsi di schemi volontari per il clima e l’ambiente (eco-schemi) che generano un pagamento annuale per ettaro, aggiuntivo al pagamento di base, agli agricoltori che si impegnano a osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente.
Gli impegni ambientali sono definiti dagli Stati membri in modo che:
- oltrepassino i requisiti di gestione obbligatori e le norme in materia di buone condizioni agronomiche e ambientali (condizionalità);
- vadano oltre i requisiti minimi per l’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, il benessere degli animali e altri requisiti obbligatori stabiliti dalla legislazione nazionale e dell’Ue;
- vadano oltre le condizioni stabilite per il mantenimento dell’attività agricola minima;
- siano diversi dagli impegni per i quali sono stati erogati pagamenti agro-climatico-ambientali del secondo pilastro.
Il sostegno dell’eco-schema è erogato sotto forma di un pagamento annuale per ettaro ammissibile, secondo due modalità, stabilite dagli Stati membri:
- importo addizionale ai pagamenti diretti disaccoppiati (sul modello del greening);
- importo che compensa i beneficiari, in tutto o in parte, dei costi aggiuntivi sostenuti e del mancato guadagno a seguito degli impegni (sul modello degli attuali pagamenti agro-climatico-ambientali del secondo pilastro).
Gli eco-schemi saranno una parte importante della nuova Pac, con una percentuale tra il 20% e il 30% dei pagamenti diretti (vedi box).
La Commissione propone una lista di eco-schemi
Un recente documento della Commissione del gennaio 2021 (List of potential agricultural practices that eco-schemes could support) propone un elenco di 41 pratiche agricole per gli eco-schemi, da cui attingere per le scelte nazionali (tab. 1). Questo documento è particolarmente importante perché permette di comprendere la logica degli eco-schemi.
Tra le pratiche già codificate, troviamo l’agricoltura biologica, una pratica agricola nota da 30 anni, che tuttavia rientra pienamente nei nuovi obiettivi della Pac, delineati dalla strategia “Farm to Fork”, che intende raggiungere il 25% della SAU ad agricoltura biologica entro il 2030. Poi troviamo eco-schemi che rafforzano le norme di condizionalità in materia di suolo ovvero il carbon farming (agricoltura conservativa, gestione appropriata dei residui colturali, ecc.); anche in questo caso, la conservazione/incremento della sostanza organica nel suolo, concorre all’obiettivo dell’Ue di riduzione del 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030.
Sullo stesso obiettivo, troviamo le pratiche di agricoltura di precisione per diverse finalità:
- la corretta gestione dei fitofarmaci;
- la riduzione dei fertilizzanti;
- il miglioramento dell’efficienza dell’irrigazione.
La rotazione con colture leguminose è un’altra pratica inserita negli eco-schemi, che prevede l’introduzione nella rotazione di colture leguminose da granella o foraggere (annuali o pluriennali) ed altre pratiche (ad esempio la costituzione, mantenimento e uso estensivo dei prati permanenti) che promuovono l’attuazione delle direttive in materia di protezione delle acque. Negli eco-schemi troviamo anche alcune misure di interesse per le aziende zootecniche che rafforzano l’attuazione delle norme in materia di prevenzione e controllo della salute degli animali, in particolare la riduzione delle vendite di antimicrobici per gli animali da allevamento di almeno il 50% entro il 2030.
Un ampio menu
Il menu degli ecoschemi, secondo la proposta della Commissione europea, è molto ampio e comprende pratiche molto diverse tra loro: dal carbon farming ai piani di allevamento e benessere degli animali, dall’agricoltura conservativa ai terreni a riposo con composizione delle specie ai fini della biodiversità, dall’agricoltura di precisione all’agroecologia. Può apparire strano che negli eco-schemi troviamo pratiche agricole molto diverse e apparentemente opposte come l’agroecologia e la biodiversità, insieme all’agricoltura di precisione. In realtà c’è una grande coerenza. Tutte queste pratiche perseguono un chiaro obiettivo: un diretto e chiaro risultato nel conseguimento dei target assegnati agli Stati membri con le Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030.
L’Italia avrà un difficile compito nel selezionare le proposte di eco-schemi proposte dalla Commissione europea. I criteri da utilizzare nella scelta dovranno essere improntati alla:
- facilità di accesso agli eco-schemi da parte del maggior numero possibile di agricoltori;
- efficacia in relazione agli obiettivi del Green Deal europeo e alle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030);
- omogena applicabilità a livello nazionale.
I prossimi mesi saranno decisivi per queste scelte.