Il furto di gasolio è solo una delle emergenze delle nostre aree rurali, ormai trasformate in una sorta di terra di nessuno in cui il danneggiato si sente tre volte vittima.
Una prima volta, perché esposto a furti, ricatti e minacce; una seconda perché nessuno lo difende, ma nemmeno può difendersi da solo; una terza perché, nel raro caso in cui il colpevole venga preso e processato, dopo due giorni è pronto a ricominciare.
Qualcuno ha provato a lasciare fuori un bidone di gasolio sapientemente zuccherato per fare un brutto scherzo al ladro; ma, come questo è ignoto e inafferrabile, il derubato è noto e facile oggetto di rappresaglia: basta una bottiglia di benzina (1 €) e si manda in fumo il lavoro di una vita.
Nel frattempo, ogni notte la storia si ripete, come un incubo ricorrente, da Nord a Sud, nelle campagne più remote e nelle zone suburbane, nella più totale indifferenza da parte della politica.
Non siamo più alla fase eroica, del poveretto che rubava 20 litri di gasolio per non morire di freddo: oggi il furto si è industrializzato e si serve delle migliori tecnologie. In alcuni casi pare sia stato usato un serbatoio a depressione, posto a distanza di sicurezza, che ha aspirato 5.000 litri per volta.
Le norme sulla prevenzione incendi, con le loro patetiche distanze di sicurezza, appaiono superate: chi si azzarderà a tenere il serbatoio nel cortile, piuttosto che chiuderlo nel capannone?
Chi sogna ronde di notte e improbabili giustizieri stia pure a casa sua: la soluzione c’è e funziona benissimo anche di giorno.
Basta controllare, a campione, 100 autoveicoli diesel al giorno per ogni provincia, e applicare le sanzioni previste per chi usa gasolio agricolo: sequestro e confisca del veicolo.
Nessuna sanzione da recapitare a casa, nessun problema per Equitalia, nessun rischio di destinatari non rintracciabili, basta un carro attrezzi e la faccenda è chiusa.
Scommettiamo che nel giro di qualche mese inizieranno a rubare qualcos’altro?