Come già avvenuto in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna anche il Piemonte si avvia all’istituzione di un Albo degli agromeccanici. Questa è la notizia più importante emersa dall’intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa durante l’assemblea annuale di Atima Asti, associazione provinciale parte di Cai Agromec. Una notizia accolta con grande soddisfazione da tutta l’assemblea, a partire da Gianni Dalla Bernardina, presidente Cai Agromec, Gianluca Ravizza, vicepresidente vicario Cai Agromec e Michele Alberione, presidente regionale Cai Agromec.
Proprio su questo punto l’assessore ha sottolineato: «Con Gianluca Ravizza abbiamo avuto modo di incontrarci più di una volta. Mi è stata segnalata questa esigenza (dell’albo, ndr) e io ritengo sia veramente opportuno arrivare a un risultato anche in Piemonte. È un modo per certificare questa professione, assumendo i relativi oneri e onori». L’assessore regionale ha anche aggiunto che «il percorso è già iniziato nei tavoli e ora vogliamo concretizzare». Il consigliere provinciale con delega all’agricoltura Davide Migliasso da parte sua ha ringraziato «chi si spende per lavorare in questo settore, che è un settore molto importante e delicato e rappresenta sicuramente il tessuto economico produttivo importante della nostra provincia e anche della nostra regione».
Venendo a quello che era più strettamente il programma dell’assemblea, dopo i saluti iniziali del presidente di Atima Asti Tiziano Sardo, del presidente regionale Alberione e del vicepresidente Cai Agromec Michele Pedriali, il direttore di Atima Ravizza ha spronato «a guardare avanti e all’innovazione, perchè le sfide che attendono la la categoria degli agromeccanici sono molto difficili ma anche colme di opportunità. Affrontare queste sfide in maniera collegiale credo sia la soluzione giusta. Come la cantina sociale è quella che trasforma l’uva e fa sì che il viticoltore possa dedicarsi al vigneto, così l’associazione cerca di consentire a voi di dedicarvi alla vostra attività». Ravizza si è poi soffermato sulle principali problematiche delle aziende associate (ben 654, ndr), evidenziando comunque gli ampi spazi per la crescita del contoterzismo in un’ottica di specializzazione delle operazioni meccanizzate (per esempio vendemmia, precision farming ecc.).
Un intervento particolare è stato quello di Don Claudio Berardi, presidente dell’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero di Asti che ha parlato del progetto, in collaborazione con Atima Asti, di valorizzazione del patrimonio boschivo dell’Istituto in un’ottica di fruizione sociale del bene e di produzione di crediti di carbonio. «Siamo riusciti a ottenere un contributo Psr di 300mila euro per attuare un piano forestale aziendale sui nostri boschi che spesso sono trascurati. Le vostre aziende ci aiuteranno a mapparli e a gestirli e l’idea innovativa è il cosiddetto carbon credit, ovvero certificare la tonnellata di CO2 che ogni ettaro assorbe dalle piante. Interverremo su 15 ettari in Asti e 15 a Tortona e si tratterà anche di capire la resa economica, partendo dall’attuale quotazione in Borsa europea del carbon credit (circa 94 €)».
In tema di meccanizzazione, Mario Tamagnone dell’Università di Torino ha sottolineato come «l’agricoltura di precisione sia fondamentale, ma deve essere introdotta cercando di renderla economicamente interessante. Abbiamo bisogno di sistemi di posizionamento, sistemi di collegamento per collegare diverse macchine allo stesso trattore, macchine in grado di eseguire le prescrizioni e operatori in grado di usare le nuove tecnologie. Rimane ancora da lavorare sulla piena compatibilità dei sistemi Isobus, sull’integrazione/previsionedel lavoro futuro con la quantità dei rifornimenti e sull’ottimizzazione dei percorsi». Remigio Berruto, sempre dell’Università di Torino, ha invece parlato di costi e opportunità per le imprese meccanizzate. «Nella gestione della meccanizzazione non è sufficiente determinare i costi d’esercizio e i costi dell’operazione, perchè occorre valutare l’intera filiera del processo considerato. Così, nella valutazione dell’efficienza della capacità di lavoro, ad esempio dell’operazione di mietitrebbiatura, è riduttivo considerare il lavoro della sola mietitrebbiatrice; occorre invece mettere in conto anche il cantiere di trasporto. E un errato dimensionamento del cantiere di trasporto influisce negativamente sulla capacità di lavoro della mietitrebbiatrice e sui costi».
Dopo i tradizionali interventi degli sponsor (Olimac con Francesco Imbimbo, Cattolica Assicurazioni con Andrea Bovero, Sdf con Vanni Ferrari, assieme a Luca Sconfienza e Mirco Meloncelli (della concessionaria Sconfienza), nelle conclusioni il presidente nazionale di Cai Agromec Dalla Bernardina, è tornato sull’argomento Albo in Piemonte: «Si tratta di un risultato storico, frutto di un lavoro a livello istituzionale che la nostra organizzazione porta avanti da anni. Siamo grati all’assessore Protopapa che, annunciando l’istituzione dell’Albo ha riconosciuto il fondamentale ruolo proprio di Cai Agromec nel portare avanti tale istanza. Ora ci auguriamo che questo percorso sfoci in tempi brevi anche nell’istituzione di un vero e proprio Albo Nazionale. Per raggiungere questo obiettivo, continueremo a interfacciarci con i vertici più alti a livello istituzionale».