La gestione delle differenti situazioni di inerbimento delle colture maidicole attualmente deve necessariamente basarsi sull’integrazione fra le innumerevoli soluzioni chimiche e le svariate pratiche agronomiche. Dopo un’attenta preparazione del terreno (falsa semina) ed eventuali interventi di pre-emergenza o post-emergenza precoce con principi attivi ad azione residuale, un’altra validissima arma per il contenimento dello sviluppo della stragrande maggioranza delle infestanti graminacee e dicotiledoni sia annuali che perenni è rappresentata dai classici trattamenti di post-emergenza.
Gli obiettivi da raggiungere
Questi interventi estintivi possono avere diversificate finalità, quali:
- completamento della parziale efficacia delle applicazioni preventive di pre o post-emergenza precoce causa avverso andamento stagionale;
- gestione delle infestazioni di Sorghum halepense da rizoma e di numerose specie dicotiledoni annuali e perenni, quali Xanthium, Helianthus tuberosum, Convolvulus arvensis, Calystegia sepium, Cirsium arvense, ecc. , senza dimenticare Equisetum spp;
- semine tardive o di secondo raccolto dove, in considerazione della presumibile limitata complessità delle infestazioni, anche la tecnica “solo post” può diventare risolutiva;
- terreni ad elevato contenuto di sostanza organica, dove gli erbicidi ad azione residuale non vengono utilizzati causa la loro rapida degradazione e la conseguente limitata persistenza;
- i sempre più pressanti vincoli legislativi, con limitazioni delle superfici in cui si possono eseguire gli interventi di pre-emergenza o forti limitazioni d’impiego di alcuni principi attivi.
A livello puramente teorico con l’attuale disponibilità di principi attivi autorizzati, nella stragrande maggioranza delle situazioni è possibile controllare efficacemente tulle le infestanti anche con sole applicazioni di post-emergenza. Tuttavia le differenti strategie “solo post” possono determinare alcune problematiche, quali:
- impossibilità di poter intervenire tempestivamente causa inagibilità dei terreni, con conseguenti danni diretti alla produzione per l’eccessiva durata del periodo critico di competizione delle infestanti;
- non perfetta efficacia causa sfavorevoli condizioni vegetative delle malerbe a seguito di avverse condizioni climatiche o eccessivo sviluppo delle infestanti stesse;
- rischio concreto di favorire insorgenza di resistenze, in relazione all’impiego di un limitatissimo numero di meccanismi d’azione.
Uno o due trattamenti?
La maggior parte delle strategie di diserbo in post-emergenza prevedono un unico trattamento per il contemporaneo controllo delle specie graminacee e dicotiledoni sia a ciclo annuale che perenne. In ogni modo questa tendenza può diversificarsi in relazione al tipo ed al grado della composizione floristica, alle dinamiche di emergenza, alla natura del terreno in cui si opera ed anche all’epoca di semina.
Un solo trattamento medio-tardivo allo stadio di 5-6 foglie del mais si giustifica generalmente al fine di completare la parziale efficacia di precedenti interventi di pre-emergenza ed anche per contenere lo sviluppo delle specie dicotiledoni perenni o di sostituzione (Abutilon, Xanthium, Ammi majus, Convolvulus, Cirsium, ecc.), Equisetum o anche del sempre più invasivo e preoccupante Sorghum halepense da rizoma.
Su terreni normali non trattati precedentemente o dopo un intervento di pre-semina con glifosate, con presenza delle classiche e precoci infestazioni di specie graminacee e dicotiledoni annuali, generalmente è più che sufficiente un’unica applicazione anticipata alla 3-4 foglie del mais con miscele più o meno complesse di erbicidi ad azione complementare.
La situazione diventa più complicata soprattutto sui terreni fortemente organici, ma anche in quelli normali caratterizzati da infestazioni preponderanti ed a emergenza scalare. In questi casi è più razionale e sicuro ricorrere ad applicazioni ripetute, con un primo intervento anticipato alla 2a-4a foglia del mais, indirizzata al controllo delle infestanti dicotiledoni annuali ed il secondo orientativamente 8-12 giorni dopo, in relazione all’andamento stagionale ed alle eventuali nuove emergenze, per l’eliminazione delle malerbe graminacee annuali, del Sorghum halepense da rizoma, delle dicotiledoni perenni o di sostituzione ed eventualmente anche di Equisetum spp..
Solfoniluree per le graminacee
Nelle applicazioni di post-emergenza l’eliminazione delle specie graminacee tipiche del mais viene demandata prevalentemente all’impiego di una delle tre solfoniluree ad azione specifica. Nicosulfuron (Ghibli 240 OD, Nicogan V.O., Nisshin Extra 6 OD, ecc.), rimsulfuron (Rimuron, Circus WG, Plaza), foramsulfuron (Equip) e la miscela di nicosulfuron + rimsulfuron (Titus Mais Extra) risultano generalmente molto efficaci nei confronti di Echinochloa crus-galli, Setaria spp. e, alle dosi d’impiego maggiori, anche su Sorghum halepense da seme e da rizoma.
Meno sensibili risultano le infestazioni di Digitaria sanguinalis, con la necessità di interventi molto anticipati nelle primissime fasi di sviluppo. I tre principi attivi esercitano nel contempo anche una ottima attività su numerose importanti infestanti dicotiledoni annuali, quali Amaranthus, crucifere, composite, ombrellifere, ecc., mentre per contro la loro efficacia non è sufficiente su Fallopia convolvulus, chenopodiacee e sulla totalità delle infestanti a ciclo perennante. Foramsulfuron (Equip) è l’unico efficace nei confronti di Solanum nigrum. L’utilizzo singoli di questi formulati generalmente è limitato ai casi di specifiche e tardive infestazioni di Sorghum halepense da rizoma dopo precedenti interventi preventivi, mentre nella maggior parte delle situazioni devono essere individuate più o meno complesse miscele con altri prodotti ad azione complementare.
In caso di esclusiva presenza di Echinochloa crus-galli e di Digitaria sanguinalis, oltre alle tre solfoniluree ad azione specifica si è rivelato molto utile l’impiego di tembotrione (Laudis), ultimo trichetone introdotto sul mercato.
Dicotiledoni: dicamba e trichetoni
Come per le solfoniluree graminicide, i soli prodotti dicotiledonicidi sono utilizzati solo in caso di specifiche infestazioni di specie perenni a completamento di precedenti interventi preventivi.
Principio attivo base rimane ancora il più che collaudato dicamba (Mondak 480 S, Joker, ecc.), efficace su numerose dicotiledoni annuali (Fallopia, Polygonum persicaria e lapathifolium, Amaranthus, Chenopodium, crucifere, ecc.), con buona azione verso le ruderali di sostituzione (Abutilon, Xanthium, Sylibum marianum, ecc.) ed anche nei confronti di perennanti (Convolvulus arvensis, Cirsium). Allo scopo di completare l’attività di dicamba su Solanum, Datura, Chenopodium ed anche su specie ruderali, in moltissime situazioni si addiziona uno dei tre trichetoni disponibili sul mercato: sulcotrione (Mitigreen, Sulcogan, ecc.), mesotrione (Callisto, Temsa 100, ecc.) o il più recente tembotrione (Laudis), ricordando che è dispnibile anche una miscela già pronta di mesotrione + dicamba (Pixides Duo). Questi tre principi attivi esercitano anche una più o meno spiccata efficacia collaterale sulle infestanti graminacee annuali. L’efficacia di dicamba ed al limite anche dei tre trichetoni può essere integrata o rafforzata anche con addizione di bromoxinil (Emblem), fluroxipir (Fluxyr 200 EC, Starane HD, ecc.), tifensulfuron-metile (Harmony 50 SX), tritosulfuron (Algedi), prosulfuron (Casper, Peak) e, in caso di presenza di Equisetum, anche di MCPA (Fenoxilene 200, Valgran, ecc.).
Situazioni specifiche
Quando ci si trova di fronte e preoccupanti emergenze di specie poligonacee, in particolare nelle semine più anticipate, un’elevata e costante efficacia è esercitata da prosulfuron (Peak), commercializzato anche in associazione pronta con dicamba (Casper). Oltre ad essere particolarmente attivo su Polygonum aviculare, Fallopia convolvulus, Polygonum persicaria e lapathifolium, il prosulfuron è specifico in caso di infestazioni di Ammi majus e specie crucifere, con la necessità di essere rafforzato con dosi medie di uno dei tre trichetoni in caso di rilevanti presenze di Solanum nigrum ed anche di Chenopodium album.
Le miscele di mesotrione + terbutilazina (Calaris, Click Pro) e bromoxinil+ terbutilazina (Zeagran Ultimate) assommano all’attività fogliare anche una più o meno prolungata azione residuale grazie all’apporto del derivato triazinico, esercitando i massimi risultati in applicazioni anticipate. Ormai limitato risulta l’impiego di bentazone (Basagran SG, Rigron SG), specifico per il controllo di Polygonum persicaria e lapathifolium e per limitare lo sviluppo di specie ciperacee, mentre il pur autorizzato clopiralid (Lontrel 72 G, ecc.), può trovare una limitata nicchia applicativa in caso di esclusive emergenze di infestanti leguminose, ombrellifere e composite (Topinambur).
Il piridate (Lentagran 45 WP, Onyx) si presta ad eliminare le infestanti dicotiledoni sensibili nelle più delicate coltivazioni di mais dolce, mentre finalmente ha ottenuto l’estensione d’impiego definitiva su mais l’halosulfuron-metile (Permit, Sempra), specifico per la gestione delle sempre più diffuse infestazioni di ciperacee (Cyperus esculentus in particolare). Infine vi è da ricordare che i classici composti ormonici a base di MCPA (Fenoxilene 200, ecc.) e 2,4-D + MCPA (Dicopur Combi, ecc.), sono gli unici in grado di limitare la diffusione delle infestazioni di Equisetum spp.
Formulati ad ampio spettro
La tendenza all’introduzione sul mercato di formulati ad ampio spettro d’azione efficaci contemporaneamente su graminacee e dicotiledoni si sta facendo strada anche su mais. Alle miscele di nicosulfuron + mesotrione (Elumis), nicosulfuron + sulcotrione (Extensor OD), rimsulfuron + nicosulfuron + mesotrione (Arigo), rimsulfuron + nicosulfuron + dicamba (Principal Mais, ecc.) e nicosulfuron + prosulfuron + dicamba (Spandis, Diniro), dalla prossima primavera si affiancherà la nuova associazione di nicosulfuron + dicamba (Ghibli Plus).
Pur essendo miscele ad ampio spettro d’azione, a volte vi è tuttavia la necessità di completare la loro azione con ulteriore addizione di preparati ad azione complementare, quali trichetoni dove è presente solo dicamba o viceversa dicamba se la miscela prevede l’inserimento di mesotrione o sulcotrione. Come già ricordato può essere considerato ad ampio spettro anche il tembotrione (Laudis), che però deve essere integrato in caso di rilevanti presenze di Setaria spp. e Soghum halepense tra le graminacee e di Fallopia convolvulus e specie perenni tra le dicotiledoni.