L’attuazione della politica di sviluppo rurale in Italia procede a rilento, soprattutto per alcune Regioni. Al 30 giugno 2018, i pagamenti hanno raggiunto solo il 18,43% dello stanziamento 2014-2020 (tab. 1).
Dopo tre anni all’avvio dei Psr, la spesa pubblica effettivamente cumulata di tutti i Psr dal 1/01/2015 al 30/06/2018 è stata di 3,853 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento complessivo settennale di 20,874 miliardi di euro (tab. 1).
L'avanzamento della spesa
Solo due Regioni hanno superato il 30% della spesa programmata: la provincia autonoma di Bolzano (40%) e il Veneto (35%). Ci sono molte Regioni in cui l’avanzamento della spesa è inferiore al 10% (Friuli, Liguria, Abruzzo) e sotto il 15% (Marche, Lazio, Campania, Puglia). Sono in grave ritardo anche i Psr nazionali, in cui l’avanzamento della spesa è appena del 8,71%.
Il rischio di disimpegno
Oltre al basso grado di avanzamento della spesa complessiva, nel breve periodo, la maggiore problematicità è il rischio di disimpegno automatico.
Ai sensi dell’art. 38 del Reg. 1306/201, la Commissione europea procede al disimpegno della parte di impegno di bilancio che non sia stata utilizzata entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio.
In altre parole, la Commissione europea procede al disimpegno delle risorse stanziate nell’anno N+3 (cosiddetta regola “N+3”).
Il 2018 è il primo anno in cui scatta il disimpegno automatico; gli stanziamenti del 2015 devono essere erogati entro il 31 dicembre 2018, altrimenti le risorse tornano a Bruxelles.
Lotta al disimpegno
I prossimi mesi di gestione dei Psr saranno caratterizzati dalla lotta contro il “disimpegno automatico” degli stanziamenti dei Psr.
Per evitare questo rischio, i Psr italiani ritardatari devono spendere almeno 245,9 milioni di euro entro il 31 dicembre 2018.
Sulla base della spesa effettivamente sostenuta al 30 giugno 2018, alcune Regioni sono a rischio, in particolare Friuli, Liguria, Abruzzo, Campania, Puglia, Lazio e Marche. A rischio di disimpegno sono anche i due Psr nazionali: Psrn e Rete Rurale (fig. 1).
Da ora fino al 31 dicembre 2018, le Regioni ritardatarie e Agea inizieranno una lotta contro il tempo per evitare la perdita di risorse, ma il problema più grave lo subiscono gli agricoltori che non beneficiano del sostegno, con situazioni di gravissimi ritardi.
IL DISIMPEGNO AUTOMATICO
Ai sensi dell’art. 38 del Reg. 1306/2013 la Commissione europea procede al disimpegno della parte di impegno di bilancio che non sia stata utilizzata per il prefinanziamento o per i pagamenti intermedi o per la quale non le siano state presentate dichiarazioni di spesa conformi entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio.
In sostanza si prevede che la Commissione europea proceda al disimpegno delle risorse stanziate, connesse a un impegno nell’anno N, non coperte da un prefinanziamento o da una richiesta di pagamento (domande di pagamento) nell’anno N+3 (cosidetta regola “N+3”). Ciò rappresenta un cambiamento rispetto alla programmazione 2007/2013 che prevedeva (in continuità con il periodo 2000-2006) la cosidetta regola del “N+2”.
L’importo del disimpegno automatico viene comunicato dalla Commissione allo Stato membro che ha a disposizione due mesi di tempo per dare il proprio accordo sull’importo del disimpegno o per presentare osservazioni (art .38 comma 5).
Nel caso di disimpegno automatico, la partecipazione del Feasr del Psr subisce una riduzione pari all’importo oggetto di disimpegno relativamente all’annualità di spesa alla quale si riferisce.
Successivamente l’Autorità di Gestione deve presentare un piano finanziario rimodulato allo scopo di ripartire l’importo della riduzione del contributo tra le varie misure del Psr
Fonte: Rete Rurale Nazionale