Stimati Colleghi e Amici,
l’assemblea di oggi rappresenta un’occasione speciale per l’intero mondo agromeccanico e agricolo, poiché sancisce nei fatti un percorso di integrazione iniziato il 5 dicembre 2013, con la firma del Protocollo di costituzione del Coordinamento Agromeccanici Italiani, e culminato con la realizzazione di un’assemblea unitaria che per tutti noi assume un alto valore simbolico.
Le nostre due associazioni, che per diversi anni si sono trovate a sviluppare linee sindacali distinte, ancorché non necessariamente conflittuali, hanno dato prova di una notevole maturità organizzativa, dimostrando di voler situare il comune interesse della categoria al di sopra di qualsiasi questione di rappresentanza o preminenza personale.
Il CAI nasce come alleanza per rispondere sempre più professionalmente alle esigenze dei soci imprenditori. In questo senso il Coordinamento si è rivelato fin dall’inizio un valido strumento non solo per intensificare l’azione di lobby nei confronti delle istituzioni, ma anche per presentare con maggiore forza e determinazione il vero volto del contoterzismo agrario in un gran numero di manifestazioni ed eventi pubblici.
In seguito al positivo percorso di collaborazione svolto fino ad ora, possiamo affermare che sono ormai mature le condizioni per una prossima definitiva integrazione tra le due associazioni qui riunite, con le numerose conseguenze positive che ci possiamo attendere sotto diversi punti di vista: potenziamento dell’azione sindacale, maggiore efficienza nell’erogazione della consulenza aziendale, consolidamento delle strutture di servizio a beneficio di una comune base associativa.
Come abbiamo avuto modo di rimarcare in precedenti occasioni, in un’epoca segnata da una sempre più accentuata globalizzazione dei mercati agricoli e agroalimentari, una delle principali direttrici
destinate a marcare lo sviluppo della compagine agricola è senz’altro legata alla promozione di dinamiche collaborative. Per raggiungere obiettivi di competitività e sostenibilità, il mondo agricolo deve puntare a livelli sempre più alti di integrazione: in questo senso, le imprese agromeccaniche rappresentano un potente strumento per creare spazi di incontro e di collaborazione tra i differenti protagonisti del mondo rurale.
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L'assemblea di oggi costituisce uno di questi spazi di relazione, che ognuno di noi è chiamato ad amplificare nell’esperienza quotidiana di lavoro e di vita. A questo proposito voglio ricordare che, mentre il numero delle aziende agricole è in costante calo sull’intero territorio nazionale, l’attività del comparto agromeccanico denota tassi di crescita positivi, segno del rilievo che i servizi in conto terzi occupano nell’ambito della moderna agricoltura professionale.
Possiamo affermare a buon diritto che si sta assistendo ad un vero e proprio cambio di profilo dell’operatore agricolo tradizionale. Con l’eccezione di alcune aree agricole a minore produttività, è ormai molto difficile imbattersi nella tipica figura del coltivatore diretto che aspira a fare tutto da sé. Oggigiorno vi sono sempre più imprenditori agricoli che, indipendentemente dalle dimensioni della propria azienda, optano per un mix di manodopera interna e di servizi esterni basato su criteri di convenienza economica e di efficienza produttiva.
Tra le ragioni del crescente ricorso ai servizi agromeccanici vi è senza dubbio la possibilità di fruire di prestazioni tecnologicamente sempre all’avanguardia, oltre che più rispettose dell’ambiente e con rischio di infortunio ridotto pressoché a zero. Chi opera in conto terzi è costretto dal mercato – ancora prima che dalle normative - a dotarsi delle più moderne macchine agricole e di strumenti in grado di garantire i migliori standard di sicurezza. Per questo motivo il contoterzismo rappresenta senz’altro la via più rapida ed efficace per porre rimedio alla spinosa questione dell’obsolescenza delle macchine agricole.
Una recente indagine dell’Osservatorio nazionale sul Contoterzismo ha sottolineato come l’attività agromeccanica rappresenti una straordinaria opportunità per le aziende agricole, ma anche per la salvaguardia e valorizzazione delle zone rurali per mezzo di “servizi ecosistemici” e funzioni sociali e paesaggistiche. Il contoterzismo consente infatti una gestione sostenibile del territorio coltivato, grazie ad una riduzione delle singole operazioni, al controllo automatico della distribuzione dei prodotti fitosanitari e ad un complessivo miglioramento dell’utilizzo delle risorse irrigue.
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Ho voluto riassumere in breve le attuali funzioni del contoterzismo agrario in quanto oggigiorno le imprese agromeccaniche si trovano più che mai di fronte ad una sfida ineludibile: guidare l’agricoltura italiana verso l’uscita da una crisi strisciante che perdura ormai da anni e che ha inciso pesantemente sulla competitività del settore primario.
Da tale crisi si potrà uscire solo grazie ad una solida alleanza operativa tra contoterzisti agrari e aziende agricole in senso stretto: per questo noi di Confai proviamo un certo orgoglio per la scelta, fatta da alcuni anni a questa parte, di riunire imprese agromeccaniche e agricole in un unico corpo associativo, al fine di interpretare al meglio le reali tendenze in atto nell’intero settore primario. Abbiamo cosí puntato a ricreare un’unica organizzazione aperta alle comuni esigenze dei contoterzisti e delle imprese agricole innovative e totalmente orientate al mercato: un’eredità che riteniamo possa essere trasfusa con profitto anche nella futura entità che nascerà dall’unificazione delle basi sociali qui rappresentate.
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Benché il mercato faccia emergere il ruolo del comparto agromeccanico sul versante della domanda, nondimeno si osserva la mancanza di un pieno riconoscimento da parte delle istituzioni. Nonostante timide aperture riscontrate su alcuni aspetti legislativi puntuali, le imprese contoterziste sono ancora in attesa di una chiara presa di posizione a livello governativo circa alcune questioni chiave, tra cui l’accesso delle imprese agromeccaniche alle provvidenze dei programmi per lo sviluppo rurale: un fatto del tutto inspiegabile, soprattutto se si considerano gli sforzi profusi dai contoterzisti al fine di far progredire il settore primario sulla strada dell’innovazione tecnologica e delle produzioni eco-compatibili.
Come categoria continueremo ad adottare nei confronti delle istituzioni un atteggiamento fermo e leale. Com’è noto, non è mai stata nostra intenzione cercare di mantenere o acquisire vantaggi politici o rendite di posizione: per questo ci permettiamo di esprimere con assoluta libertà e trasparenza il nostro punto di vista ai rappresentanti del potere esecutivo e legislativo, dei quali apprezziamo gli innegabili sforzi connessi all’esercizio del ruolo pubblico, ma senza dimenticare che troppe volte la ricerca dell’interesse comune del settore primario ha subito battute d’arresto a nostro avviso del tutto ingiustificate.
L’auspicio è che si possano sanare quanto prima le contraddizioni di una normativa che consente alle aziende agricole di operare anche in ambito agromeccanico e di ricevere al tempo stesso sovvenzioni, mentre alle imprese agromeccaniche professionali non è consentito di accedere a tali provvidenze, con conseguente distorsione delle più elementari condizioni di libera concorrenza.
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Come hanno ribadito più volte autorevoli esperti, l’attività professionale in conto terzi permette la presenza di aziende agricole che per la loro dimensione, sia economica che strutturale, altrimenti non potrebbero esistere.
Per questo riteniamo che l’alleanza ad ampio raggio tra Unima e Confai possa dare un segnale inequivocabile a chi si ostina tuttora ad alzare barriere che dividono il mondo agricolo e a sostenere aspetti discriminatori che colpiscono gli agromeccanici, dal mancato accesso al Psr alle vessazioni in materia di rifiuti, detenzione carburanti e normative sulla sicurezza.
A questo proposito, con spirito costruttivo e di amicizia, ma con anche assoluta franchezza, vorrei richiamare l’attenzione di tutti i dirigenti delle organizzazioni agricole sulla necessità di lavorare insieme, affinché la nostra agricoltura raggiunga gli standard di efficienza richiesti da una competizione che si svolge a livello planetario.
Per far questo è necessario che tutte le associazioni di rappresentanza si aprano ad una fattiva collaborazione con il mondo agromeccanico, unico in grado di garantire attualmente le economie di scala e gli investimenti tecnologici necessari per raggiungere questi obiettivi.
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Un altro aspetto sul quale siamo chiamati a lavorare all’unisono e con grande spirito di partecipazione è quello della formazione. La conoscenza tecnica e manageriale rappresenta infatti lo strumento fondamentale per sostenere il processo di sviluppo dell’agricoltura italiana.
In questo ambito Confai ha dimostrato di sapersi muovere con tempestività e lungimiranza, dando vita a Confai Academy, ente formativo di livello nazionale, che dalla sua costituzione ad oggi ha realizzato complessivamente circa 50 eventi formativi e divulgativi, coinvolgendo oltre 2.000 partecipanti: un bilancio assolutamente positivo, frutto di un modello di formazione sul quale continueremo ad investire anche per il prossimo futuro.
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Concludo questo mio intervento con un sentito ringraziamento a tutti i soci e dirigenti di Confai e Unima per aver reso possibile un cammino di integrazione che ci consentirà di proseguire con rinnovato vigore nella nostra difesa a tutto campo degli interessi della categoria.
Nei prossimi anni la competitività del settore primario dipenderà sempre più dalla capacità di lavorare in rete, puntando con decisione su nuovi modelli di filiera che permettano di coniugare intelligentemente la difesa del territorio e dell’ambiente con la ricerca di livelli di soddisfazione sempre più alti delle esigenze espresse dai cittadini-consumatori.