In un incontro con la stampa all’Expo di Milano, il presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni ha annunciato che presto potrebbero arrivare nuove da Bruxelles sulla complessa questione dell’adeguamento dei trattori specialistici alla normativa europea sulle emissioni. Ferma restando la contrarietà di fondo del mondo dei costruttori a norme così stringenti, le possibili soluzioni sul piatto per limitare i danni erano (sono) due: la proroga della scadenza fissata per l’introduzione della Fase V (da ottobre 2017 al 2020) o il passaggio diretto dallo Stage IIIB allo Stage V. Con la sostanziale eliminazione della Fase IV. Un’opzione quest'ultima che sta guadagnando punti, dopo che sia il Cema (Associazione costruttori europei di macchine agricole) sia le cooperative e le imprese agricole, riunite a livello europeo nel Copa-Cogeca, si sono pronunciate contro questo nuovo step. «Siamo fiduciosi - ha continuato Goldoni - poichè si tratta di decisioni di buon senso e non di dare vantaggi alla categoria dei costruttori. Tanto che lo stesso Copa-Cogeca ha rilevato come il previsto incremento del 20-30% del costo dei trattori modificati per le Fasi IV e V sia un costo extra per il quale gli agricoltori non otterranno una compensazione dal mercato».
In attesa di notizie positive dai palazzi comunitari il presidente FederUnacoma ha sottolineato a più riprese l’importanza della meccanizzazione agricola. In primis in Italia. «Il nostro Paese - evidenzia Goldoni - è al terzo posto dopo Francia e Germania per valore complessivo della produzione agricola: un risultato straordinario se si pensa che l’Italia è solo al settimo posto come terreni coltivabili. La competitività del nostro sistema è quindi legata all’innovazione tecnologica e alla meccanizzazione. I numeri rimangono negativi e, dopo un calo delle immatricolazioni di trattori del 45% in 10 anni, non registriamo ancora la sperata inversione di tendenza». In effetti, nei primi cinque mesi 2015 le vendite di trattori calano del 6,6% e solo le mietitrebbie hanno un sussulto (+10%) dopo aver perso sensibilmente nell’ultimo biennio. In sostanza, tornando ai trattori, si stima che anche il 2015 si chiuderà attorno alle 18mila unità.
La partenza dei Psr potrebbe dare una scossa, ma la burocrazia spaventa: l’esempio della revisione è eloquente. Il 2016 sarà l’anno della partenza vera e proprio del provvedimento. «A oggi - conclude Goldoni - non ci sono altre proroghe in arrivo e l’iter dovrebbe partire». Un condizionale che preoccupa.