Definire a priori le ormai innumerevoli strategie di controllo delle infestanti nei seminativi dei cereali a paglia sta diventando sempre più complicato. L’innegabile cambiamento climatico ha determinato non poche problematiche già nelle operazioni di semina, con tendenziali forti ritardi causa inagibilità dei terreni per prolungate e abbondanti precipitazioni piovose o, al contrario, difficoltà di preparazione dei terreni per andamento estremamente siccitoso.
Nelle regioni vocate della Pianura Padana, per esempio, oltre al forzato posticipo delle operazioni di raccolta delle colture in precessione ai cereali (soia, mais ecc.), la difficoltosa agibilità dei terreni ha fatto si che molte semine siano state effettuate su terreni molto infestati e che, in assenza di operazioni di bonifica con glifosate o con le tradizionali lavorazioni meccaniche di affinamento, già prima dell’emergenza delle colture si riscontrano già rilevanti presenze di malerbe o di rinascite o ricacci delle colture coltivate in precedenza.
Diventa quindi molto aleatorio identificare già da ora l’epoca ottimale in cui si potranno o si dovranno iniziare gli interventi senza avere la minima idea di come sarà l’andamento termopluviometrico del tardo autunno e del periodo invernale.
Resistenze sempre in agguato
Con l’attuale disponibilità di principi attivi e di formulati più o meno complessi autorizzati sulle differenti specie cerealicole in linea teorica è possibile risolvere ogni tipo di inerbimento. Purtroppo, la realtà non è così semplice, dovendo considerare che il fenomeno “resistenze” non è che la punta dell’iceberg e che attualmente, con le armi che abbiamo a disposizione, possiamo essere in grado di rallentarne la diffusione, ma difficilmente risolvere queste preoccupanti problematiche. Tra le infestanti graminacee il Lolium fa la parte del leone, con continue segnalazioni di parziali o nulli risultati ottenuti con l’applicazione sia dei classici graminicidi fogliari (clodinafop-propargile e anche pinoxaden) sia con le teoricamente più attive solfoniluree (mesosulfuron, iodosulfuron, pyroxsulam). Mentre su questa specie abbiamo altre armi a disposizione, tra cui interventi di pre o post-emergenza precoce, più complicata risulta la situazione per le popolazioni resistenti di Avena, con casi segnalati a carico di entrambe le tipologie di erbicidi ad azione specifica. È bene ricordare che nei casi di resistenza multipla a entrambi i meccanismi d’azione (ACCase e ALS) il rischio è di non poter più coltivare cereali a semina autunnale.
Oltre alle ulteriori segnalazioni di popolazioni di Alopecurus myosuroides non più controllate efficacemente da clodinafop-propargile, sono giunti i primi segnali di problematiche di controllo anche di Phalaris. Tra le infestanti dicotiledoni i segnali preoccupanti sono determinati da Papaver spp., in particolare nei terreni meno tenaci, con numerosi casi di mancato controllo da parte sia di solfoniluree sia di florasulam. Fortunatamente queste problematiche si possono risolvere e tamponare ricorrendo all’impiego di halauxifen-metile o dei tradizionali compositi ad azione ormonosimile. Per concludere, occorre avere un occhio di riguardo alle presenze delle infestanti crucifere, Sinapis arvensis in particolare, con qualche preoccupante caso dubbio anche con l’impiego delle storicamente efficaci solfoniluree.
Come già ricordato, diventa alquanto difficile individuare già da ora l’epoca ottimale in cui iniziare gli interventi erbicidi, anche considerando le difficoltà delle semine e l’impossibilità di affidarsi a previsioni meteorologiche a lungo periodo affidabili. In ogni modo, analizzando la storicità degli ultimi anni, il periodo più favorevole dovrebbe iniziare non prima di metà febbraio, per protrarsi, in relazione allo stadio di sviluppo delle colture e soprattutto delle infestanti, fino ai primi giorni di aprile. Non è tuttavia da escludere che, in caso di rilevanti e sviluppate infestazioni, in particolare nei terreni mal preparati, vi sia la necessità di procedere a un primo intervento di soccorso molto anticipato, sempre confidando in un favorevole andamento termopluviometrico e in una sufficiente agibilità dei terreni. Questo al fine di preservare al massimo l’efficacia dei numerosi principi attivi, ma dei pochissimi meccanismi d’azione disponibili, e di ridurre al minimo i deleteri effetti di competizione delle infestanti con le colture cerealicole, in modo da massimizzare le potenzialità produttive.
Dicotiledoni: solfoniluree e triazolo-pirimidine
Per la gestione delle classiche infestazioni dei cereali a paglia queste due famiglie chimiche hanno trovato e trovano ancora un diffuso impiego nelle più disparate aree cerealicole italiane. Tribenuron-metile, tifensulfuron-metile, metsulfuron-metile e bensulfuron-metile sono caratterizzati da un ampio spettro d’azione che comprende crucifere (Sinapis, Rapistrum, Myagrum), composite (Matricaria, Picris ecc.), ombrellifere (Ammi majus, Daucus ecc.), Papaver rhoeas e altre minori, mentre generalmente l’attività è ridotta nei confronti di Veronica hederifolia, Galium aparine, Fumaria e Viola. Unica eccezione è il tritosulfuron, che tuttavia, a seguito del mancato rinnovo a livello europeo, vedrà nel 2025 l’ultimo anno di possibile commercializzazione e impiego in campo.
Il florasulam, appartenente alla famiglia delle triazolopirimidine, presenta caratteristiche simili alle solfoniluree, con una ridotta attività su tutte le specie di Veronica, Fumaria e Viola, ma una più che sufficiente efficacia sulle infestazioni di Galium non eccessivamente sviluppate. Le soluzioni adottabili sono divenute pressoché infinite, avendo a disposizione anche miscele più o meno complesse di principio attivi afferenti a queste due classi chimiche.
A seguito delle sempre più numerose segnalazioni di popolazioni di Papaver rhoeas non più perfettamente sensibili o addirittura resistenti a solfoniluree e triazolo pirimidine, si stanno sempre più espandendo le aree cerealicole interessate all’applicazione dei formulati a base del più recente halauxifen-metile, attualmente disponibile in formulazione pronta con florasulam (Zypar), fluroxipir (Tekken, Pixxaro) e con il più specifico aminopiralid (Trezac). Questo innovativo principio attivo, oltre alla specifica efficacia su Papaver anche resistente, presenta anche un’elevatissima attività nei confronti di Fumaria officinalis.
Interventi medio tardivi e non solo
In caso siano necessari interventi medio-tardivi, causa avverso andamento stagionale o anche per scelta aziendale, trovano ancora un diffuso utilizzo i classici composti ad azione ormonosimile (2,4-D, MCPA, MCPP-P e diclorprop-P). Anche in questo caso non c’è che l’imbarazzo della scelta, potendo optare per formulati singoli da addizionare a solfoniluree o triazolo piridine o a miscele già pronte all’uso. Con queste soluzioni si garantisce una sufficiente efficacia anche sulle differenti specie di Veronica, su Fumaria officinalis, dicotiledoni comuni più sviluppate, con inoltre un’azione molto spesso ottimale anche su popolazioni di Papaver resistente e anche un’ottima attività sulle sempre diffuse infestazioni di Sylibum marianum (cardo mariano). Nei non infrequenti casi di forti infestazioni miste con presenza anche di Galium aparine, Sylibum marianum e con le prime emergenze anche delle infestanti a ciclo perenne, quali Cirsium arvense, Convolvulus arvensis e anche Equisetum spp., l’efficacia più energica e risolutiva in linea generale viene esercitata dalle complesse miscele già formulate a base di fluroxipir + clopiralid + MCPA (Manta Gold, Ariane II, Kinvara ME) e anche da diclorprop-P + MCPP-P + MCPA (Duplosan Super).
Casi e graminicidi specifici
Per la gestione di infestazioni specifiche, che possiamo riassumere in preponderanti presenze di Galium aparine e tardive infestazioni di specie a ciclo perennante, sono disponibili formulazioni a base di fluroxipir (Fluxyr 200 EC, Starane HD ecc.), specificatamente efficaci su Galium e anche su Convolvulus arvensis e i già ricordati formulati contenenti i classici derivati ormonici 2,4-D e MCPA, questi maggiormente giustificati in caso di presenze di Convolvulus arvensis ed Equisetum spp. Ricordando che sono disponibili numerosi formulati pronti con altri principi attivi ad azione complementare, l’unica avvertenza è di porre una particolare attenzione ai periodi di carenza che devono intercorrere tra i trattamenti e le operazioni di trebbiatura, che in molti casi, con particolare riferimento a 2,-D e MCPA, sono relativamente lunghi (70 giorni). Molto limitate risultano le aree interessate ad applicazioni di clopiralid (Lontrel 72 SG, Cliohpar 600 SL), specifiche per il controllo di ombrellifere, leguminose e composite, con particolare riferimento a Cirsium arvense.
Se da un lato generalmente in tutte le situazioni diventa indispensabile procedere a trattamenti per il controllo delle infestanti dicotiledoni, non in tutti i casi risulta necessario procedere all’eliminazione delle specie graminacee, anche se ultimamente la loro diffusione risulta in costante aumento. Il primo gruppo caratterizzato da una specifica ed esclusiva efficacia graminicida è quello afferente alle famiglie chimiche degli arilossifenossi-propionati e delle fenilpirazoline. Utilizzati già da decenni, al fenoxaprop-p-etile (Starprop) si è affiancato il clodinafop-propargile (Topik 240 EC, Ciclope ecc.) e per ultimo il pinoxaden (Axial Pronto 60, Axial 50 EC). I primi due principi attivi cono caratterizzati da una specifica efficacia nei confronti di Avena spp e Alopecurus myosuroides, mentre con il passare degli anni sono drasticamente diminuite le perfomance su Lolium spp. e sulle differenti specie di Phalaris e obiettivamente nullo risulta il controllo di Bromus.
Per quanto riguarda il pinoxaden, oltre a garantire nelle generalità dei casi un ottimo controllo di Avena e delle specie di Phalaris, sono necessari interventi anticipati per limitare lo sviluppo di Lolium e Alopecurus, mentre anche in questo caso praticamente nulla è l’efficacia su Bromus. La miscela formulata di clodinafop-propargile + pinoxaden (Traxos Pronto 60) permette di integrare lo spettro d’azione dei due principi attivi singoli, rimanendo tuttavia inalterata la problematica la gestione delle infestazioni di Bromus spp.
Negli ultimi anni sono in aumento le superfici interessate ad applicazioni con solfoniluree graminicide, con un ulteriore incremento, nella prossima campagna cerealicola, della disponibilità di soluzioni miste, in cui è previsto l’impiego contemporaneo di entrambi i gruppi di preparati ad azione specifica. Pur avendo una collaterale efficacia anche nei confronti di alcune importanti specie a foglia larga, tutti questi formulati presentano una prevalente efficacia graminicida, con la necessità, nella maggior parte delle situazioni, dell’ulteriore addizione di formulati atti a completare o integrare la loro attività in particolare su Papaver rhoeas e Galium aparine.
Le collaudate associazioni di mesosulfuron-metile + iodosulfuron-metile (Atlantis Pro), mesosulfuron-metile + propoxicarbazone (Atlantis Flex), pyroxsulam (Senior 75 WG, Palio ecc.) e clodinafop-propargile + pyroxsulam (Serrate), saranno affiancate da nuove soluzioni, quali mesosulfuron-metile + tiencarbazone-metile (Incelo), mesosulfuron-metile + pinoxaden (Edaptis) e da pyroxsulam + pinoxaden (Avoxa). L’impiego di questi più moderni formulati consente nella generalità dei casi di estendere l’attività alla maggior parte delle specie graminacee, con risultati più completi, che saranno da confermare nella prima campagna di commercializzazione, presumibilmente forniti dalle nuove miscele caratterizzate da entrambi i meccanismi d’azione.
LE NEW-ENTRY DEL 2025
Axial 50 EC. Nuova formulazione a base di solo pinoxaden, rispetto alla già conosciuta formulazione più concentrata, grazie al dosaggio massimo riportata in etichetta di 1,2 l/ha si possono applicare 60 g/l di principio attivo, rafforzando l’efficacia su alcune specie graminacee, quali Lolium e Alopecurus. Non varia la selettività sui cereali coltivati, con interventi dalla 3a foglia alla fine della levata e la compatibilità con i prodotti ad azione dicotiledonicida. Il suo settore d’impiego si allarga anche su segale, triticale e farro.
Avoxa. Associazione di pinoxaden e pyroxsulam, principi attivi a differente meccanismo d’azione (Accase e ALS), è selettiva su tutti i cereali a paglia, ad esclusione dell’orzo. Il suo spettro d‘azione comprende tutte le più importanti infestanti graminacee (Avena, Alopecurus, Lolium, Phalaris e Bromus) e nel contempo si caratterizza per un’elevata efficacia anche su lacune dicotiledoni, quali ad esempio crucifere e Veronica. Con interventi dalla 3a foglia al 2° nodo in levata, per integrare l’attività sulle più comuni infestanti a foglia larga è necessario l’addizione di preparati ad azione specifica.
Edaptis. Anche questo nuovo formulato è composto da principi attivi a differente meccanismo d’azione (pinoxaden e mesosulfuron-metile) e presenta un’ottima selettività su frumento tenero, duro e triticale, con una finestra applicativa che va da inizio accestimento all’emissione della foglia a bandiera. Il suo spettro d’azione è prevalentemente graminicida e comprende tutte le principali specie graminacee che infestano i cereali a paglia, con inoltre un’elevata attività anche nei confronti di alcune importanti dicotiledoni annuali (crucifere in particolare). Per completare l’efficacia sulle specie a foglia larga, ovviamente è necessario addizionare formulati ad azione specifica, necessitando inoltre dell’addizione del coadiuvante a base di olio di colza (Parleaf).
Incelo. Miscela formulata di mesosulfuron-metile e tiencarbazone-metile, grazie all’azione radicale di quest’ultimo principio attivo permette, oltre a una spiccata efficacia graminicida fogliare, anche una più o meno prolungata attività residuale. Autorizzato su frumento tenero e duro con interventi dalla 3a foglia al 2° nodo in levata, oltre a un ampio spettro d’azione sulle più importanti graminacee, presenta un’ottima efficacia anche su numerose dicotiledoni annuali. Deve essere utilizzato in abbinamento allo specifico coadiuvante Biopower e di un erbicida specifico per completare l’attività sulle specie a foglia larga.
Fencade Trio. Confezione combi-pack a base di Altivate 6 WG (mesosulfuron-metile) e del già collaudato Floramix. Lo spettro d’azione comprende infestanti sia graminacee che dicotiledoni a ciclo annuale. Questa associazione è autorizzata su frumento tenero, triticale e segale con interventi entro la differenziazione del 2° nodo in levata. Per massimizzare l’efficacia erbicida viene raccomandato l’utilizzo di un bagnante specifico.
Kinvara ME. Nuova formulazione a base di fluroxipir + clopiralid + MCPA che si va ad affiancare alle altre già presenti sul mercato. Autorizzato per il diserbo di frumento tenero e duro, orzo e triticale, con trattamenti da inizio levata a emissione della foglia a bandiera, presenta un ampio spetro d’azione nei confronti della maggior parte delle infestanti dicotiledoni sia a ciclo annuale che perennante. Risulta miscibile con la maggior parte degli altri erbicidi utilizzabile per il controllo delle infestanti dei cereali.