Sdf lancia nelle campagne tedesche vicino a Dresda la nuova generazione di trattori Serie 6 e 7, con un cuore tecnologico che secondo il gruppo di Treviglio rappresenta l’agricoltura futura.
La Serie 6 adesso presenta 4 modelli in più, tutti dotati di motore Tier 4 Final: 6215, con trasmissione PowerShift o RC-Shift, e 6165, 6205, 6215 con trasmissione Ttv, mentre la Serie 7 “si riduce” a due modelli, il 7230 e il 7250, entrambi con Ttv. Considerando tutte le opzioni a disposizione, sono praticamente 14 i modelli con 600 versioni configurabili, più del doppio rispetto alla serie precedente, per rispondere alle esigenze di tutti i clienti, in ogni parte del mondo.
Gli argomenti tecnici chiave delle nuove Serie sono stati evidenziati da Massimo Ribaldone, direttore esecutivo R&D, a partire dal motore, che è il ben noto Deutz (TCD 6.1 L06), «della misura giusta, cioè non troppo piccolo né troppo grande, anche in termini di cilindrata. Parliamo di un motore Stage IV Final, il cui sistema di post-trattamento dei gas di scarico compatto con Egr, Dpf e Scr consente però di rispondere anche alle normative Stage V. Il sistema di raffreddamento con maggiore capacità radiante contribuisce, assieme alla ventola Electronic Visco, alla maggiore efficienza del motore, perché la sua giusta dimensione riduce il consumo operativo di gasolio e le perdite di potenza. Infine, grazie alla tecnologia Dpf, si riduce il consumo di AdBlue del 3-5% a seconda delle attività che si stanno svolgendo in campo. Questa tecnologia e il giusto layout del motore consentono anche di avere una curva di coppia piatta e costante, in modo da sopportare il peso di un rapporto di trasmissione più lungo. E i 200 cv sono disponibili già a 1.600 giri».
Trasmissione
A proposito di trasmissione, è proprio qui l’innovazione più eclatante. Per quanto riguarda le trasmissioni ZF, la novità si chiama Tpt, sviluppata appunto assieme a ZF negli ultimi cinque anni e in dotazione a tutta la Serie 6, mentre la Eccom è disponibile solo sulla Serie 6 fino a 185 cv e la S-Matic la troviamo sulla Serie 6 da 205 e 215 cv e sulla Serie 7. La nuovissima trasmissione, invece, sviluppata da Sdf e completamente diversa dalla C-Shift, si chiama RC-Shift: una trasmissione completamente automatica, robotizzata, disponibile su tutta la Serie 6. «Basta spingere la cloche per regolare la velocità del trattore fino a 50-60 km/h – ha spiegato Ribaldone – ma la trasmissione è stata progettata per raggiungere i 72 km/h. Si tratta di un cambio robotizzato a 5 velocità oltre alla trasmissione Powershift con 6 marce in avanti e 3 in retromarcia, per un totale di 30 + 15 velocità (con riduttore 54 + 27). Il cambio marcia offre un comfort senza paragoni: grazie alla gestione intelligente della trasmissione è il trattore ad adattarsi all’operatore e non il contrario. Tre le strategie possibili di utilizzo: manuale, semiautomatica e automatica. Inoltre, con il nuovo motore Super-Eco il trattore va a 40/50 km/h a 1.200 rpm grazie alla coppia piatta di cui parlavamo prima. Non è importante avere il giusto motore o la giusta trasmissione, è la giusta combinazione che fa la differenza e questa trasmissione è stata sviluppata fin dall’inizio tenendo in considerazione le due componenti.
Queste si interfacciano alla perfezione per supportare il basso regime di giri, quindi il cliente può andare su strada con un consumo di gasolio ridotto e una rumorosità davvero contenuta. Appena si schiaccia il pedale, la trasmissione sceglie la giusta velocità per affrontare qualsiasi condizione, perciò abbiamo sempre la giusta velocità in tutte le condizioni operative e su strada si arriva a risparmiare il 15% di gasolio».
Deutz-Fahr ha sviluppato un controllo di questa trasmissione completamente elettronico, spostandosi da una logica tradizionale, in cui si può scegliere solamente tra due opzioni, a una logica “fuzzy”, con tanti livelli intermedi di scelta. Nella pratica, il sistema riconosce cosa vuole fare l’operatore e sceglie la giusta velocità del motore e il giusto rapporto di trasmissione.
Modulo anteriore
Passando al modulo anteriore, è completamente cambiato il layout (adesso a marchio Dana), non solo perché è stato introdotto un nuovo motore, ma perché troviamo un nuovo supporto con sollevatore anteriore integrato, quindi con altezza controllabile. Nuova anche la sospensione, con un braccio più lungo che consente un buon comfort su strada (ma è utilizzabile anche in campo) e un controllo elettronico di smorzamento degli urti che avviene su più livelli per adattarsi a qualsiasi colpo che arrivi dalla strada e dal terreno, oltre che dalle attrezzature poste davanti al trattore. Inoltre, da segnalare l’applicazione del caricatore frontale direttamente in fabbrica e i freni anteriori a disco a secco, utili soprattutto in termini di decelerazione e sicurezza.
Dal punto di vista idraulico sono state migliorate diverse opzioni: per i modelli Ttv troviamo la Eco-pompa da 170 l/min, in più abbiamo i controlli proporzionali per i cinque distributori idraulici nella zona posteriore e i due in quella anteriore, il facile settaggio del flusso e del tempo attraverso l’iMonitor e le capacità di sollevamento aumentate (a 10 t quella posteriore e fino a 5,5 t quella anteriore, con controllo elettronico in termini di altezza). Il tutto con una gestione precisa e modulare delle funzioni di tutti le attrezzature attaccate al trattore.
La cabina è la nota MaxiVision, aggiornata nel cruscotto (dalla serie 9), con ampie possibilità di configurazione e diverse modifiche come ad esempio il tetto con vetro speciale anti-Uv per aumentare la visibilità e migliorare anche la temperatura interna alla cabina. È disponibile in 4 versioni: M, A, AH e TTV, in funzione di trasmissione, distributori, caricatore, monitor (8 o 12 pollici, quest’ultimo prima non c’era) e comandi. Da segnalare i led non solo in cabina, ma anche integrati sul cofano (fino a 40.000 lumen).
Chiudiamo con la nuova piattaforma elettronica, modulare, full optional, con 30 Ecu, più potente della precedente, e il concetto di Farming 4.0. «Il terminale virtuale e AgroSky sono adesso disponibili su tutti i modelli – ha concluso Ribaldone –. Ci abbiamo lavorato molto e oggi siamo pronti e non solo dal punto di vista della connessione Isobus per dialogare con le attrezzature, ma anche perché siamo in grado di trasferire i dati in tutto il mondo».
In arrivo l’Arena
Le nuove Serie 6 e Serie 7, assieme alla Serie 9 presentata nel 2015, rappresenteranno il cuore della produzione della nuova Deutz-Fahr Land, lo stabilimento produttivo più moderno d’Europa, recentemente completato a Lauingen in Germania e attualmente in fase di testing.
A Dresda è stata anche presentata la Deutz-Fahr Arena, attualmente in costruzione a Lauingen e che sarà completata a inizio 2017. La Deutz-Fahr Arena si estenderà su 3.800 m2 di superficie, proprio di fronte al nuovo stabilimento Deutz-Fahr e sarà dedicata a clienti e concessionari, i quali avranno a disposizione uno showroom con esposizione dei prodotti, il museo, un’area ristorante, uno shop e un cinema, nonché spazi dedicati al training e una vasta area esterna dedicata alle prove dinamiche. La Deutz-Fahr Arena sarà il punto di riferimento per chiunque voglia in futuro sperimentare al meglio l’eccellenza tecnologica “Made in Germany” del marchio Deutz-Fahr.
Pneumatici Bkt per l’occasione
Bkt non è passata inosservata all’importante evento organizzato da Sdf per il lancio delle nuove Serie 6 e 7 a marchio Deutz-Fahr in quel di Dresda.
Oltre che sponsor dell’evento, Bkt ha ricoperto infatti un ruolo da protagonista: tutte le nuove macchine in campo erano equipaggiate con i migliori pneumatici Bkt della gamma Agrimax, specificamente progettata per i trattori e per i loro più diversi utilizzi. In particolare nel corso dell’evento “hanno sfilato” Agrimax Force per la Serie 9, Agrimax RT 657 per le Serie 6 e 7 e infine Agrimax RT 765 per la Serie 7.
«La presenza di Bkt su questo palcoscenico di alto livello è, oltre che motivo di orgoglio, la conferma del brillante lavoro svolto dal nostro R&D in ambito progettuale» ha dichiarato Lucia Salmaso, amministratore delegato di Bkt Europe –. Non solo. Questa è anche la conferma delle capacità di Bkt di rispondere con prodotti Premium alle esigenze dell’agricoltura moderna. È un passo molto importante per noi che stiamo ampliando sempre più la nostra presenza nei primi equipaggiamenti ed è un onore avere un partner tanto importante quale Sdf».
Turchia e Cina fanno da traino
«Nonostante i prezzi delle commodity agricole da diversi mesi a basso livello, un contesto europeo debole e una turbolenza politico-economica diffusa, ci sono comunque aree nel mondo, come la Turchia, dove il trend delle vendite di trattori è molto buono, come dimostrano i numeri delle vendite negli ultimi cinque anni (da 50mila del 2012 a 70mila stimati per il 2016). Questo in qualche modo dimostra che non sono solo i prezzi delle commodity a influenzare il nostro mercato, ma ci sono molti altri fattori che hanno un impatto rilevante sul settore. La stessa considerazione vale per la Cina, dove le vendite in termini di volumi si sono stabilizzate sui 300mila trattori, ma si stanno spostando in modo costante dalla bassa potenza a quella medio-alta. Non per niente, Turchia e Cina sono due dei mercati che negli ultimi due anni hanno contribuito a un fatturato Sdf in crescita (da 1.212 milioni del 2013 a 1.390 del 2015). I primi sei mesi 2016 per noi sono stati migliori rispetto al 2015, ciò nonostante, considerando il portafoglio ordini degli ultimi mesi, credo che a fine anno manterremo stesso fatturato e stessa marginalità del 2015».
Questo il quadro generale tracciato a Dresda da Lodovico Bussolati, amministratore delegato Sdf, mentre Rainer Morgenstern, direttore commerciale esecutivo Sdf Europa, è entrato più nel dettaglio del mercato europeo. «Il mercato europeo dei trattori negli ultimi due anni e mezzo è calato del 14,5% da 169.366 a 144.822 unità. Ma non è il caso di fare allarmismo, anche perché comunque oggi ad esempio in Germania si vendono 23.500 trattori sopra i 50 cv e nel 2003 erano 18.500… La potenza media in Europa negli ultimi due anni si è stabilizzata intorno ai 136 cv (+3,8%), per cui sembra che il mondo non intenda lanciarsi per sempre verso i grandi trattori. Infine, è interessante vedere la situazione variegata della ripartizione tra powershift e Cvt in Europa (vedi grafico). Per questi motivi riteniamo che la strategia vincente per avere successo in Europa sia costruire trattori per tutti i clienti in Europa, e in questo senso abbiamo bisogno di diverse trasmissioni e configurazioni».