Eima International segna un nuovo record e chiude l’edizione 2024 con 346.800 presenze, delle quali 63.100 estere da 150 Paesi. Il dato, che conferma l’esposizione bolognese della meccanica agricola come evento di riferimento a livello mondiale, premia le 1.750 industrie espositrici che hanno scelto Eima come vetrina per presentare la propria gamma, le novità di prodotto e i “concept” per il futuro. Oltre 60mila modelli di macchine, attrezzature e componenti sono stati in mostra dinnanzi a una folla di operatori economici, agricoltori, contoterzisti e tecnici, ma anche studenti e appassionati.
«A Eima abbiamo accolto visitatori da ogni parte del mondo – spiega Mariateresa Maschio, presidente di FederUnacoma, la federazione italiana dei costruttori che è organizzatrice della rassegna – e abbiamo cercato di analizzare l’evoluzione della domanda sui mercati tradizionali dell’Europa e dell’America, sui mercati emergenti dell’India e della Cina e su quelli di nuova meccanizzazione del Sud-Est asiatico e dell’Africa».
«La nostra esposizione si è svolta in un momento non facile per il mercato, che risente della congiuntura economica sfavorevole, dell’incertezza sui mercati internazionali e della transizione verso un nuovo sistema di incentivi – ha detto Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma – eppure la rassegna non conosce crisi e raggiunge un risultato straordinario».
Effettivamente il mercato fatica ancora a riprendersi: in Italia nel periodo gennaio-ottobre le immatricolazioni di trattrici hanno segnato un -14,6% rispetto al pari data 2023 e quelle di mietitrebbiatrici -31,5%, mentre le trattrici con pianale di carico e i sollevatori telescopici hanno perso rispettivamente il 18,2% e il 14,9%. In negativo anche i rimorchi, che calano del 2,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Robotica
Anche per questa edizione davvero tanti i convegni e i workshop in programma, tra cui quelli organizzati da Edagricole, che riportiamo sinteticamente in queste pagine. Partendo dalla robotica, si tratta di un’innovazione tecnologica che, insieme alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale, sta disegnando il futuro dell’agricoltura. Proprio di queste nuove prospettive si è parlato grazie a un incontro con esperti del settore (“L’era dei portattrezzi autonomi in agricoltura”), organizzato da Edagricole e patrocinato dall’Associazione italiana di ingegneria agraria. Matteo Matteucci, del Politecnico di Milano, ha fatto una carrellata di robot portattrezzi autonomi partendo però dai trattori: «In principio era il trattore: tutto inizia dal rendere il trattore sempre più autonomo, e abbiamo già dei trattori senza operatori che hanno sensori e tecnologie a bordo per svolgere i loro compiti».
«La disponibilità sul mercato di numerose macchine agricolo-robotiche impone di ragionare sulla relativa applicazione in campo in termini di meccanizzazione, impatto sul suolo e resa», ha detto Marco Sozzi dell’Università di Padova. Il collaboratore del professor Luigi Sartori ha presentato una sperimentazione pluriennale che ha come obiettivo quello di confrontare l’utilizzo del portattrezzi robotico Robotti Agrointelli 150D con una meccanizzazione standard con trattori. «Sebbene la capacità di lavoro di un robot sia limitata a causa della ridotta velocità di avanzamento, la maggiore disponibilità oraria della macchina rende il robot agricolo capace di dominare maggiore superficie in tutte quelle lavorazioni in cui la larghezza di lavoro è simile alla carreggiata».
Implementare tecnologia e innovazione in agricoltura è quanto mai necessario se vogliamo rispondere all’esigenza di incrementare in modo sostenibile la produzione di cibo negli anni a venire. Automazione e robotica possono contribuire al conseguimento di questo obiettivo strategico. Questo il messaggio di Valda Rondelli dell’Università di Bologna. «Siamo all’inizio di un nuovo percorso in agricoltura e, fra gli altri ostacoli che rallentano l’industrializzazione di soluzioni pienamente autonome, ci sono le regolamentazioni in essere attualmente in Europa». Il trattore autonomo, se non avviene un cambio regolamentare, non può essere commercializzato nel mercato europeo. «Situazione diversa per le macchine agricole non classificate come trattori – ha aggiunto Rondelli – in quanto in Europa è stato approvato nel 2023 il nuovo Regolamento macchine (Ue 1230), che contempla anche i veicoli mobili autonomi definiti come “macchine azionate capaci di una modalità operativa autonoma durante la quale tutte le funzioni essenziali di sicurezza vengono garantite nei trasferimenti e nell’area di lavoro senza la necessità di una permanente interazione dell’operatore”. Questa norma entrerà in vigore il 14 gennaio 2027 e consentirà di avere nel mercato veicoli agricoli autonomi con prestazioni di sicurezza garantite. Quello che ora ci aspetta è definire il percorso per verificare la sicurezza funzionale e operativa di queste macchine autonome».
Agrivoltaico
All’Eima si è discusso anche di agrivoltaico, una delle forme più innovative di sviluppo delle agroenergie, dal momento che permette l’ottenimento di energia rinnovabile senza però impedire la produzione agricola, che rimane possibile sotto i pannelli. Al workshop Stefano Amaducci, dell’Università Cattolica di Piacenza, ha sottolineato come in materia di agrivoltaico la ricerca abbia messo a punto software in grado di interpretare la risposta delle colture all’ombreggiamento delle piante operato dai pannelli. «Inoltre abbiamo due progetti attualmente attivi. Uno, ossia Agrivolt-Er (Por Fers) - Sistemi Agrivoltaici sostenibili per la decarbonizzazione delle filiere agroalimentari dell’Emilia-Romagna, permette di vedere l’agrivoltaico come uno strumento utile per la decarbonizzazione dell’agroindustria. Il secondo, Value4farm (Horizon Europe) - Sustainable renewable energy value chains for answering farmers’ needs, valuta efficienza e produttività di agrivoltaico e biometano». Resta però sul tavolo un grande bisogno di aumentare l’attività di sperimentazione. Come concimare, come irrigare, quali varietà scegliere per migliorare le rese in presenza del sistema agrivoltaico? Da questo punto di vista gli impianti in corso di realizzazione grazie al bando Agrivoltaico del Pnrr saranno una grande opportunità per sviluppare la ricerca. Indispensabile poi «una progettazione congiunta, ingegneristica e agronomica, dei sistemi agrivoltaici. A questo proposito, alcuni dei parametri base ai quali deve essere effettuata l’analisi di ottimizzazione sono la produzione agricola ad ettaro, il rapporto tra la produzione agricola in ambiente agrivoltaico e quella in condizioni di pieno campo, il rapporto tra la produzione elettrica a ettaro di un impianto agrivoltaico e quella di un impianto fotovoltaico standard, l’efficienza nell’utilizzo dell’irrigazione, il costo medio di produzione di un kWh».
Sono in atto, ha concluso Amaducci, «sperimentazioni interessanti su lattughe e piccoli frutti, ma anche sui vigneti, che valutano l’ombreggiamento, anche variabile nel caso di pannelli mobili, a seconda delle fasi fenologiche della coltura. L’agrivoltaico può essere abbinato all’irrigazione a manichetta, ma anche a una microirrigazione con impianto sorretto dalle strutture dei pannelli. In Università a Piacenza abbiamo inaugurato la settimana scorsa un sistema agrivoltaico avanzato biassiale (500 KW), alto 5 m da terra, con il quale realizziamo una Cer (comunità energetica rinnovabile) che permette all’ateneo di beneficiare dell’energia, soprattutto in estate. E abbiamo una gamma molto ampia di sperimentazioni e prove che non vediamo l’ora di avviare».
Carbon farming
Trasformare il suolo in una risorsa, utilizzando tutte le tecnologie digitali e di precisione disponibili per contabilizzare e certificare processi e pratiche agronomiche che possono favorire il sequestro di carbonio organico e ridurre le emissioni di gas climalteranti come la copertura permanente dei terreni con residui colturali, cover crop e colture intercalari, la riduzione dell’impiego di prodotti chimici di sintesi, la non lavorazione o minima lavorazione del terreno, l’agroforestazione, conversione delle superfici in prati permanenti o terreni a riposo. Tutto questo in un’ottica di sostenibilità non solo ambientale ma anche economica delle aziende agricole, che porti al riconoscimento dei crediti di carbonio. Di questo si è parlato durante il seminario “Verso i crediti di carbonio, opportunità per tutti i settori”.
Ma quindi sarà possibile in un futuro non troppo lontano trasformare la carbon farming in una fonte di reddito? «La meta indicata dall’Unione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 non è in discussione – ha risposto Angelo Frascarelli, dell’Università di Perugia – semmai si può ragionare su quale strada percorrere per raggiungerla: ci si arriverà insieme agli agricoltori e con tempi adeguati». Una volta a regime il sistema prevede che i crediti di carbonio siano generati, certificati e inseriti in un registro nel quale si potranno vendere e comprare. «Oggi in Italia l’agricoltura produce pochi crediti di carbonio – ha specificato Frascarelli – bisogna valutare bene quanto costa produrre e certificare un credito e poi capire a quale prezzo può essere venduto. Oggi il mercato è solo volontario ed è deregolamentato. Quindi la prospettiva c’è, l’attenzione ci deve essere, ma non bisogna pensare che in breve tempo si possano fare soldi con i crediti di carbonio».
Un credito di carbonio equivale a una tonnellata di CO2 assorbita. Oggi i crediti di carbonio valgono poco meno di 11 euro l’uno e si calcola che un ettaro di terreno possa assorbire una tonnellata di anidride carbonica l’anno, quindi può generare al massimo un credito in dodici mesi. Nella proposta di Regolamento presentata dall’Ue nel 2022 e già approvata da Parlamento e Consiglio, ci sono tutte le indicazioni per misurare e certificare il sequestro di carbonio.
«Però non basta – ha puntualizzato Frascarelli – servirà un Regolamento delegato della Commissione, che dovrebbe uscire a dicembre 2025, per poi partire con il mercato dei crediti di carbonio il primo gennaio 2026. Una previsione un po’ ottimistica».
Incentivi
Dalla “Transizione 5.0” alla “Nuova Sabatini”. Dal bando “Isi Inail” al “Credito 4.0” fino ai fondi del Pnrr. Gli incentivi per aiutare le aziende agricole ad acquistare macchine e attrezzature di ultima generazione non mancano. E per capire come sfruttarli al meglio, Edagricole ha organizzato insieme a Crédit Agricole il seminario dal titolo “Finanziamenti per l’acquisto di macchine e attrezzature agricole”. L’accesso al credito è uno dei nervi scoperti per le aziende agricole, soprattutto per quelle di dimensioni medio-piccole. «Ma con il supporto di una banca che conosce bene l’agricoltura come Crédit Agricole, in grado di consigliare la forma di finanziamento più adatta unita agli incentivi, rinnovare il parco macchine è possibile» ha spiegato il responsabile Agri-Agro di Crédit Agricole Italia Massimo Bocelli. Uno dei modi per sfruttare al massimo il potenziale tecnologico che oggi offre la meccanizzazione agricola è il leasing. «Nel 2023 il leasing ha registrato un’incidenza marcatamente prevalente nell’utilizzo del plafond Sabatini – ha fatto notare Massimo Tripuzzi, direttore di Calit, la società di leasing di Crédit Agricole Italia – con un peso del 70% circa sui finanziamenti della misura, che si dimostra la più adatta per questa forma di finanziamento».
La commercialista Alessandra Caputo ha poi fatto una carrellata delle misure oggi a disposizione. Il “Credito 4.0” permette alle imprese agricole che acquistano beni strumentali nuovi ad alto valore tecnologico di ottenere un credito d’imposta fino al 20% del valore del bene. Caputo ha fatto notare che, se un’azienda non ha capienza fiscale sufficiente per fruire di tutto il credito d’imposta, può spalmarlo negli anni successivi senza limiti di tempo. Inoltre, la misura è cumulabile con altri incentivi. Anche il “Credito 5.0” concede un credito d’imposta (dal 5 al 45% del valore del bene acquistato), per gli stessi investimenti del Credito 4.0, ma per ottenerlo bisogna dimostrare una riduzione dei consumi energetici dell’azienda almeno del 3% o dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento almeno del 5%. A dicembre 2024 dovrebbe essere pubblicato il bando “Isi Inail” che concede contributi a fondo perduto alle imprese in particolare per l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature che consentono di abbattere le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità, e ridurre il livello di rumorosità o del rischio infortunistico.
Ci sono poi i fondi Pnrr (Missione 2) ai quali si può accedere tramite bandi regionali (500 milioni per l’acquisto di macchine agricole) e, ancora, la “Nuova Sabatini” concede un contributo parametrato sugli interessi pagati per il finanziamento acceso per l’acquisto di macchine, software e impianti. Per il 2025 sono stati stanziati 400 milioni di euro.
Meccanizzazione, in arrivo cento milioni di contributi
Dal 15 novembre al 18 dicembre 2024 gli imprenditori agricoli e agromeccanici intenzionati a rinnovare il proprio parco macchine potranno presentare in via telematica domanda di contributo in base alle regole del fondo Innovazione Ismea. Con una dotazione aggiuntiva di 25 milioni di euro rispetto ai 75 annunciati lo scorso anno, lo strumento, le cui modalità attuative sono state fissate nel decreto del Masaf del 9 agosto 2023, è stato presentato in occasione del Convegno inaugurale di Eima 2024, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Le risorse messe a disposizione per il 2024 ammontano quindi a cento milioni di euro di cui 30 riservati alle imprese situate nei comuni di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, colpiti dagli eventi alluvionali di maggio 2023.
La misura intende favorire il ricambio delle trattrici agricole e gli investimenti in macchine e sistemi innovativi, attraverso contributi a fondo perduto fino a un massimo del 95% del valore dell’investimento, a cui si aggiunge, per le Pmi agricole e della pesca, la possibilità di ottenere gratuitamente la garanzia Ismea, a fronte dell’eventuale finanziamento per il completamento dell’investimento. Tra le novità di questa edizione: il rinnovamento della piattaforma informatica e della procedura per la presentazione delle domande, con l’introduzione di una prima fase per le operazioni di caricamento e pre convalida e una seconda fase per la convalida e l’invio, entrambe assistite da un sistema di gestione della coda virtuale che consente agli utenti di monitorare i tempi di attesa.
«Questa è una manifestazione di grande rilievo, qui ho avuto la possibilità di comprendere molte delle istanze del settore – ha commentato Lollobrigida –. Oggi abbiamo portato delle risposte concrete con il bando dei 100 milioni del Fondo Innovazione, con il quale siamo intervenuti a sostegno del comparto e delle imprese produttrici di macchine innovative, capaci di fare buona agricoltura sostenibile in termini economici e ambientali. Credo che girando tra gli stand di questo evento si possa respirare quello che l’Italia riesce a fare. Come Governo siamo consapevoli di quello che è il nostro ruolo: aprire nuove strade e permettere a tanti nel mondo di acquistare Made in Italy».
Contoterzista Driver Trophy
A Eima 2024 Edagricole e CaiAgromec hanno nuovamente organizzato il Contoterzista Driver Trophy, gara di abilità per i soci della Confederazione cui hanno partecipato 29 concorrenti nell'arco di quattro giorni.
Come in occasione dell'edizione 2022 di Eima, le tre prove hanno riguardato una manovra in retromarcia in curva con trattore (McCormick X7.418) e rimorchio quattro assi ravvicinati (Zaccaria ZAM 360 P04B 98), una prova di impilamento preciso di cassoni per la raccolta della frutta con telescopico (Merlo TF65.9 CVTronic) e una gimkana con trattore (McCormick X5.085). Assieme ai già citati McCormick, Merlo e Zaccaria, anche Bkt ha contribuito alla sponsorizzazione di questo evento regalando un pallone da calcio a tutti i partecipanti.
Al termine di tutte le prove nell'arco dei quattro giorni della competizione, i migliori tempi complessivi sono stati realizzati nell'ordine da:
- Andrea Saletti di Cannobio (Vb)
- Angelo Perta di San Nicandro Garganico (Fg)
- Francesco Nanni di Omegna (Vb)