La storia della Nannini Alessandro & C. a Bazzano (Bo) non si discosta tanto da quella di altre imprese agromeccaniche che abbiamo raccontato su questa rivista. Nata come contoterzi pura, si è poi evoluta prendendo prima terreni in affitto e poi avviando anche un’azienda agricola di proprietà. «Del resto – spiega il fondatore Alessandro Nannini – molti proprietari terrieri piuttosto che lavorare la terra o farla lavorare preferivano darla in affitto. Per noi avere più ettari da lavorare significa ammortizzare più velocemente gli investimenti fatti, perciò il grosso della nostra attività l’abbiamo messo su proprio con l’affitto. Dopo di che con i miei figli abbiamo deciso di avviare anche l’azienda agricola».
E così oggi anche per i Nannini, come per molti altri agromeccanici, l’attività conto terzi non è più quella prevalente, ma come detto è l’affitto a fare la parte del leone, cosa che i Nannini apprezzano soprattutto quando si tratta di gestire in toto l’azienda. Ma una caratteristica davvero peculiare i Nannini ce l’hanno, nata dalla decisione di specializzarsi in un settore specifico.
Mezzo secolo di attività
Nel 2022 i Nannini hanno festeggiato i primi cinquant’anni di attività. «Sono partito nel 1972 con tre trattori cingolati e una mietitrebbia – ricorda Alessandro –. Poi anno dopo anno il parco macchine e l’attività sono aumentati e oggi sono soprattutto i miei due figli a portare avanti il lavoro, assieme a due dipendenti fissi e due stagionali. Io comunque sono sempre qui a disposizione per dare una mano».
I figli in questione sono Daniele e Davide Nannini e oggi si trovano a gestire 500-600 ettari in conto terzi, circa 700 ettari in affitto e 50 di proprietà. «Facciamo tutte le lavorazioni sulle colture estensive a parte la trinciatura – ci spiegano – dalla preparazione del terreno alla trebbiatura, comprese le minime lavorazioni e il sodo. Crediamo, infatti, che i terreni vadano tenuti in buono stato, perché la terra ti dà qualcosa solo se la rispetti, e in questo senso abbiamo un occhio di riguardo anche per le rotazioni. Quello però che ci contraddistingue è sicuramente la fienagione. Una decina di anni fa, infatti, abbiamo deciso di specializzarci in questo settore e nel commercio di fieno e paglia. È un comparto che sta dando buoni risultati, anche perché noi cerchiamo di fare prodotti di qualità per aziende che riconoscono questa qualità».
I Nannini lavorano soprattutto erba medica e hanno puntato su attrezzature di ultima generazione, nonché monomarchio (Fendt, ndr). E non intendono fermarsi negli investimenti. «Abbiamo comperato nuovi capannoni per stivare una quantità maggiore di fieno e poter così garantire il foraggio a quelle aziende che prima rifornivamo solo nel periodo estivo – spiegano i Nannini –. I clienti che utilizzano il nostro fieno sono allevatori della zona, ma anche aziende del Nord-Est, del Trentino e della Lombardia, grazie a commercianti che hanno conosciuto la nostra azienda e i nostri prodotti».
La fienagione viene effettuata per lo più sui terreni dell’azienda agricola, mentre come conto terzi la trebbiatura rimane la voce più importante del fatturato. «Qui superiamo i 500 ettari l’anno – conferma Daniele – anche perché abbiamo sia la macchina da pianura sia l’autolivellante, visto che ci troviamo in una zona pedecollinare. Le colture che seguiamo sono grano, orzo, girasole, sorgo e, ultimamente, anche un po’ di colza».
Verso l’agricoltura di precisione
Nel 2009 i Nannini hanno anche iniziato a ricorrere alle guide automatiche. «Queste ormai oggi rappresentano una dotazione di base – spiega Davide – ma anno dopo anno stiamo cercando di estendere il concetto di agricoltura di precisione a tutto il nostro parco macchine. Stiamo cominciando a mappare i nostri terreni e sulla mietitrebbia Claas effettuiamo la mappatura di resa, per cui un passo alla volta arriveremo a livelli più alti e a sfruttare al massimo queste tecnologie. Purtroppo è una cosa che richiede tempo e competenza, ci vorrebbe una persona dedicata solo a questo servizio, ma la strada del futuro è senza dubbio questa».
Dando uno sguardo al parco macchine dei Nannini non passa inosservata la presenza di un marchio in particolare (Fendt). Nel complesso si contano una ventina di trattori (da 100 fino a 300 cavalli, di cui 7 in livrea verde Agco) e tutte le attrezzature per le varie lavorazioni, in particolare quelle per la fienagione. E anche qui spicca la full line Fendt. «Abbiamo cominciato ad acquistare trattori Fendt nel 2002 e da quel momento ogni trattore nuovo che è entrato in azienda è stato un Fendt – spiega Daniele –. A oggi ne abbiamo sette e non posso che parlarne bene, è un marchio che si commenta da solo in termini di affidabilità e prestazioni. Posso dirlo anche perché abbiamo provato altri brand e poi lo abbiamo sposato anche nella full line, cioè tutta la linea fienagione adesso è in livrea Fendt. È un passaggio che abbiamo fatto di recente, convinti dal concessionario Reni Macchine di Bologna. La prima attrezzatura acquistata è stata la tripla, poi sono arrivati in sequenza il voltafieno, il ranghinatore, un’altra falciatrice laterale e la rotopressa, che è anche l’ultimo nostro acquisto assieme al Fendt 722 Vario. Al momento possiamo dire che sono mezzi che lavorano bene e stanno dando delle buone risposte, per non parlare della comodità con la full line monomarchio di gestire l’assistenza con più comodità».
Progetti futuri
Prima di parlare di progetti futuri, facciamo il classico passaggio sull’associazione provinciale di riferimento, che in questo caso è l’Atma di Bologna. «Siamo sempre stati soci – risponde Daniele – e apprezziamo molto sia il servizio sia l’attività sindacale per la categoria (vedi creazione dell’albo professionale in Emilia Romagna). Tra l’altro faccio parte del consiglio direttivo e con il direttore Paolo Rubini abbiamo un rapporto davvero molto buono. Noi, poi, affidiamo loro praticamente la maggior parte dei servizi, dalle buste paghe alla contabilità alla consulenza, e abbiamo sempre riscontrato un personale qualificato e competente».
Per il futuro i Nannini si propongono di continuare a garantire i servizi che stanno offrendo oggi con tempestività e con macchine sempre aggiornate e competitive sul mercato. «Vogliamo anche aumentare il livello di digitalizzazione – spiegano i Nannini – e, come detto, incrementare l’attività della fienagione, stivando ancora più prodotto di quello che stiviamo adesso e dotandoci anche di un essiccatoio per il fieno. Quest’ultimo ci offrirebbe diversi vantaggi, perché riusciremmo a evitare il rischio della pioggia, a migliorare la qualità del prodotto e a non doverlo fare essiccare ad altri, oltre alla possibilità di anticipare un po’ gli sfalci».
Insomma, i presupposti per altri 50 anni di successo ci sono tutti. «Servono una grande passione e tanta costanza per fare bene questo lavoro – concludono i Nannini – con onestà e facendosi pagare. E quando si parla di pagare, intendiamo in maniera congrua, perchè c’è molta concorrenza agguerrita che spesso si propone a prezzi stracciati. Crediamo sia molto importante fare i conti a fine anno per prendere poi le decisioni giuste. A volte vale più un’ora di biro di un’ora in campagna».
Si ringraziano Daniele e Davide Nannini per aver fornito le fotografie di questo articolo