La rubrica Contoterzista del mese ha già avuto modo di testimoniare la longevità di alcune aziende agromeccaniche, ma raramente abbiamo raccontato la storia di quelle che si avvicinano al secolo di attività.
È il caso della Bosco snc di Vittorio Gallerani, con sede legale a Camposanto (Mo) e sede operativa a San Felice sul Panaro (Mo). Riassumere in poche pagine 90 anni di storia non è facile, ma almeno le tappe salienti di questa lunga e affascinante storia bisogna ripercorrerle e ci aiuta in particolare Marco Gozzi, direttore del Gruppo Trebbiatori e Motoaratori della Bassa Modenese (Gtmbm). «La società fu fondata da mio nonno Giovanni nel 1934 assieme ad altri due soci (Frignani e Pedrazzi) – ricorda Gozzi – dopo che avevano lavorato come dipendenti del Conte Carobbio, un commerciante di stoffe che a fine Ottocento aveva comperato nella zona un “bosco verde” di 1.200 biolche (circa 400 ettari) e altre 1.000 biolche di terreno tutto intorno. Proprio su spinta del Conte, mio nonno e gli altri due soci nel 1934 si misero in proprio, rilevando una parte di macchine della tenuta Bosco (tra cui una locomobile a vapore con sfogliatrice) e aggiungendo un SuperLandini nuovo (al prezzo di 11.000 lire…). Cominciarono quindi a prestare servizi conto terzi con due trattori, nel 1957 presero la prima mietitrebbia (una Clayson), dopo di che arrivarono i primi trattori cingolati e andarono avanti fino al 1968, quando Frignani e Pedrazzi uscirono dalla società ed entrarono Giuseppe Gallerani (padre dell’attuale titolare Vittorio Gallerani) e mio padre Ivo Gozzi, fino a quel momento dipendenti.
Nel 1964 nacque infatti la Gozzi Gallerani, che inizialmente effettuava solo lavori di aratura e trebbiatura, ma presto vennero inserite tutte le altre lavorazioni e anche i trasporti, grazie soprattutto alla passione di Vittorio (allora dipendente) per i camion. Questi erano legati per lo più alle barbabietole da zucchero, dal momento che nella zona erano attivi ben sette zuccherifici».
Trasporto con i camion
L’attività di trasporto si dimostrò presto una scelta azzeccata, «perché – ci spiega Vittorio Gallerani – ci attrezzammo a inizio anni 80 per fare girare questi camion in campagna assieme a una Guaresi semovente a due file (la prima a lavorare qui da noi) che facesse sufficiente lavoro per assicurare il trasporto di diversi camion. Si guadagnava bene sia per il trasporto pagato dallo zuccherificio sia a livello di terreno perché, non andando in mezzo al campo con dei camion, si calpestava molto meno. Con quell’attività ci siamo guadagnati parecchi clienti».
Arriviamo così al 1991 quando Vittorio Gallerani entra come socio con altri tre dipendenti: Roberto Cervi, Tiziano Ragazzi e Maurizio Bellini, mentre Marco Gozzi continua a lavorare nell’associazione provinciale di categoria. Nel 1994 i soci rimangono in tre e conducono l’azienda fino al 2017, anno della scomparsa di Ragazzi. Due anni dopo viene meno anche Cervi, così Vittorio Gallerani rimane da solo e nel 2023 fa entrare in società i due figli Andrea e Gianluca Gallerani. Andrea in particolare segue il settore del movimento terra, perché negli anni 80, oltre ai camion, l’azienda aveva cominciato a operare anche nel campo dell’edilizia per far lavorare i dipendenti tutto l’anno.
La diversificazione è, se vogliamo, il tema portante della società Bosco, che tuttora opera sia in agricoltura sia nel movimento terra, con l’agricoltura che a sua volta si sdoppia tra conto terzi e azienda agricola in affitto. «Come azienda agricola copriamo circa 200 ettari – conferma Vittorio – mentre come conto terzi lavoriamo più di 1.000 ettari». Il fatturato è equamente ripartito tra agricoltura e movimento terra: nel primo caso il grosso è rappresentato dall’aratura, «perché – spiega Vittorio – dalle nostre parti si fa ancora molta aratura a causa dei terreni argillosi. Stiamo provando a suggerire alla clientela un’ecoaratura di 20 cm, con un aratro Emmegiemme a 6 vomeri comperato lo scorso anno e provato per ora sui nostri 200 ettari con buoni risultati».
Non solo agricoltura
Come azienda agricola, la Bosco snc lavora per lo più erba medica e foraggere in generale, mentre come conto terzi le colture principali sono frumento, mais, bietola, soia, colza e girasole. La fienagione è seguita dallo sfalcio fino alla pressatura, per il resto i Gallerani effettuano tutte le lavorazioni dalla preparazione del terreno alla trebbiatura, trinciatura esclusa perché non più conveniente. Per quanto riguarda il movimento terra, invece, se ne occupa Andrea Gallerani. «Dopo il terremoto del 2012 abbiamo sviluppato un settore specifico sulle demolizioni – ci spiega – per il resto portiamo avanti quanto iniziato nel 1980, ovvero scavi, carico di inerti, movimentazioni, difese spondali, nonché pulizia dei bacini degli allevamenti zootecnici fino allo spandimento reflui in campo e successiva aratura. In pratica, i due settori finiscono per incrociarsi».
Oggi la Bosco ha 15 dipendenti fissi, che arrivano a 20-25 con gli stagionali. Il parco macchine agricolo, una volta monomarca Fiat New Holland, è oggi abbastanza variegato, con più di 20 trattori, quattro mietitrebbie, una raccoglibietole semovente, due big baler, una rotopressa, tre telescopici, due irroratrici, uno spandiliquame, diversi rimorchi e tutte le attrezzature per le varie lavorazioni. Lo stesso vale per il settore industriale, con una gamma completa di escavatori, mezzi d’opera, pianale per trasporto di escavatori, terne, pale caricatrici, livelle laser… A proposito di parco macchine e necessità di rinnovarlo, Gallerani muove una piccola critica al sistema di incentivi: «I prezzi delle macchine sono talmente aumentati che ormai, anche con gli incentivi al 50%, arrivi a pagarle come 5 anni fa. Insomma, una differenza del 50% in più mi sembra eccessiva e non possiamo fare troppo leva sulle nostre tariffe. Anche perché vai a prestare servizi comunque per le aziende agricole, che a loro volta non ricavano abbastanza soldi dal proprio prodotto. E se va in crisi l’azienda agricola, va in crisi anche l’impresa agromeccanica». In ogni caso in arrivo ci sono un trattore Valtra N 115 e uno spandiliquame monoasse Fliegl per interrare i liquami nel terreno.
Un occhio molto attento ai costi
Diversificazione a parte, una delle scelte vincenti della Bosco snc è stata quella di concentrarsi sull’analizzare attentamente i costi delle proprie attività. «In questo ci ha aiutato mio figlio Gianluca – spiega Vittorio – con l’ausilio di programmi specifici che tengono monitorati tutti i parametri delle macchine. Conoscere bene i costi ti aiuta poi a formulare la giusta tariffa». E in questo senso riprendono la filosofia del Conte Carobbio che, come ci fa presente Marco Gozzi, sulle sue case riportava la scritta: “Far spesso i conti, misurar le voglie e spender men di quel che si raccoglie”. Con 90 anni di attività alle spalle, la società Bosco sa come muoversi anche in periodi difficili come quello attuale e ha anche qualche idea che le piacerebbe sviluppare. «Da diverso tempo sto pensando di arrivare a fare la trasformazione del foraggio (per esempio erba medica pellettata) e consegnare anche in mercati lontani come quelli arabi – continua Vittorio –. Vedremo, con un socio in meno e una concorrenza forte in questo campo, bisogna essere molto cauti». Nonostante il tanto lavoro da seguire per la propria azienda, Gallerani ha un occhio di riguardo anche per l’attività sindacale.
«Mio nonno è stato socio fondatore del Gruppo Trebbiatori e Motoaratori della Bassa Modenese nel 1945 ed è sempre stato consigliere del Gruppo – conclude Marco Gozzi –. Il papà di Vittorio è stato consigliere e Vittorio è tuttora nel Consiglio (da 5 anni). Io sono il segretario dal 1978, mentre il presidente attuale è Sergio Campagnoli. Facciamo assistenza fiscale e previdenziale e forniamo ai nostri soci le basi, dopo di che ogni imprenditore fa le sue scelte». «È fondamentale – conclude Vittorio Gallerani – avere un’associazione che ti sappia dirigere». E se lo dice un’azienda che è sul campo da 90 anni…