Ortuso, dalla tradizione alla diversificazione

Giuseppe Ortuso con il padre Matteo
Sta in questi due capisaldi la storia dell’azienda agromeccanica foggiana gestita dai cugini Giuseppe e Dario Ortuso

Diversificare fortemente le attività lavorative, senza fermarsi alle tradizionali sui seminativi, è stato per i cugini Giuseppe e Dario Ortuso, contoterzisti di Foggia e titolari dell’Ortuso srl, un impegno non sporadico, ma perseguito costantemente, grazie anche alla capacità di innovazione della famiglia Ortuso, la cui storia si identifica con quella della trasformazione economica e sociale dell’agricoltura di Capitanata nell’ultimo secolo.

Giuseppe e Matteo Ortuso con sei dei sette dipendenti attivi in campo

È una storia che parte dal nonno Giuseppe, fattore in un’azienda foggiana, passa per i rispettivi genitori Matteo e Libero che, da affittuari, diventarono proprietari di quell’azienda e iniziarono a lavorare in proprio, mettendo le basi per le prime attività conto terzi, e infine approda ai cugini che hanno continuato su quella strada, spostando però l’asse dell’impegno verso i lavori da contoterzisti, senza tuttavia abbandonare la produzione agricola diretta. È una storia familiare che quasi sicuramente proseguirà con la quarta generazione e forse andrà oltre, perché, sostiene Giuseppe, vicepresidente di Apima Foggia, la terra, se ben curata, dà lavoro e soddisfazione. «Siamo originari del Gargano, precisamente di Monte Sant’Angelo. I nostri nonni furono chiamati negli anni 50 dai proprietari di questa azienda per gestirne una parte con un contratto di mezzadria. Essi avevano sette figli, tutti impegnati nel lavoro agricolo. Vivevano di agricoltura, pastorizia e allevamento. Col tempo i nostri zii intrapresero strade diverse, e qui rimasero solo i nostri genitori. Furono essi a prendere in mano l’azienda, finché negli anni 80 realizzarono il grande passo acquistando il fondo». I genitori di Giuseppe e Dario hanno compiuto tanti sacrifici. Coltivavano il proprio terreno e allo stesso tempo lavoravano presso altre aziende. Poi intuirono l’opportunità di avviare un’attività di lavorazioni conto terzi. Con il primo trattore che avevano acquistato per lavorare i propri campi (un Massey Ferguson 178, ancora presente per ricordo in azienda), iniziarono a offrire ad altri agricoltori, che non disponevano di un adeguato parco macchine, servizi di base come semina, diserbo e concimazione. Comprarono anche la prima mietitrebbiatrice.

Terza generazione

Nel tempo l’attività è cresciuta, è arrivata la terza generazione e gli Ortuso hanno iniziato ad assumere collaboratori validi: attualmente sette sono attivi nei campi e tre in ufficio. «Anche noi, insieme con i fratelli e le sorelle, abbiamo dato il nostro contributo. Io e Dario ci siamo subito compattati nel lavoro, condividendo la stessa passione per esso.

Alla fine degli anni 90 abbiamo deciso di intraprendere insieme questo percorso lavorativo. Per lungo tempo siamo montati noi sui trattori e sulle macchine, lavorando sempre con serietà e professionalità».

Prima i cugini Ortuso lavoravano per piccole e medie aziende agricole, che chiedevano solo alcune lavorazioni, adesso per aziende molto grandi, spesso gestite da professionisti non agricoltori, i quali esigono lavori complessi e l’accompagnamento completo dalla preparazione del terreno alla raccolta.

«Ma la nostra crescita è stata possibile anche grazie a valenti collaboratori, adeguatamente formati, con i quali abbiamo costruito una squadra affiatata.

Adesso garantiamo il lavoro finito, per aziende specializzate nei seminativi, cioè impegnate nella coltivazione di cereali e leguminose, o negli ortaggi, come le brassicacee, dalla preparazione del terreno fino alla raccolta. Sempre con la massima cura, dispensando consigli agronomici ricavati dalla nostra ultradecennale esperienza sul territorio e avvalendoci della tecnologia più avanzata. Infatti, nel corso del tempo abbiamo introdotto in maniera continua e crescente le tecnologie dell’agricoltura di precisione sulle nostre macchine e nelle lavorazioni: dalle guide satellitari alle mappe di prescrizione per eseguire le concimazioni a rateo variabile, alle mappe di resa e così via».

Lavorazioni speciali

Oltre a garantire un ventaglio di operazioni colturali convenzionali i cugini Ortuso eseguono anche lavorazioni speciali come la minima lavorazione, la semina su sodo, la rippatura e lo scasso per la vite e l’olivo.

«Ci siamo specializzati in lavorazioni eseguite da pochi contoterzisti, come la tracciatura per l’impianto di vigneti e oliveti, la tracciatura per asparagiaie con posa in opera contemporanea, nel canale che ospiterà le piantine, dei tubi dell’impianto di subirrigazione, le lavorazioni su baula per colture come lo spinacio, quindi baulatura, strigliatura, semina e raccolta. Ma forse il lavoro più particolare che svolgiamo è la raccolta della camomilla, grazie a una collaborazione con la Bonomelli che dura dagli anni 90. Abbiamo iniziato come piccoli produttori di camomilla, poi con il tempo abbiamo intrapreso anche la gestione della raccolta per gli altri agricoltori foggiani che la coltivano per Bonomelli». I cugini Ortuso, pur dopo tanti anni di impegnativo lavoro, non si sentono arrivati, ma già hanno in mente nuove sfide da affrontare. «Nel Foggiano l’agricoltura sta diventando sempre più moderna e tecnologicamente avanzata. Le aziende agricole hanno crescente necessità di rivolgersi a contoterzisti seri e affidabili, chiedono innovazione tecnologica e capacità di soddisfare le specifiche richieste imposte dal Psr pugliese in termini di mappe di prescrizione, mappe di resa ecc.

Noi disponiamo di macchine all’avanguardia e di personale formato sia per operare in campo sia per gestire l’ufficio tecnico. Perciò siamo in grado di rispondere a questa domanda e garantire prestazioni lavorative complete e di ottimo livello.

Abbiamo ancora molto da dare per lo sviluppo del territorio foggiano».


1Macchine da raccolta Claas e trattrici Fendt per andare sul sicuro

Mietitrebbia Claas Lexion 6800, allestita con barra ripiegabile Cressoni da 7,6 m

L’abilità del contoterzista non viene garantita solo dal suo impegno, ma anche dall’affidabilità delle macchine che mette in campo, sostiene Ortuso. «Il nostro parco macchine comprende quattro mietitrebbie Claas dei modelli Lexion 460 (comprata nel 2003, ma ancora perfettamente funzionante, autentico trampolino di lancio per la nostra attività), Lexion 550, Tucano 430 e Lexion 6800, quattro barre grano ripiegabili, due Claas e due Cressoni, una barra mais Cressoni da dieci file e tre trattrici Claas, Scorpion 7040, Erion 530 ed Elios 210. Abbiamo scelto il marchio Claas per diverse ragioni: le macchine per raccolta sono ai massini livelli sotto tutti i punti di vista, anche le trattrici sono all’avanguardia, l’assistenza è certa, continua e ben organizzata con interventi rapidi in caso di guasto».

Le quattro trattrici Fendt. Da sinistra: 820 Vario da 205 Cv, 939 Vario da 390 Cv e due 942 Vario da 420 Cv

Oltre al marchio Claas nel parco macchine aziendale spicca anche quello Fendt. «Disponiamo di quattro trattrici: 820 Vario da 205 Cv, 939 Vario da 390 Cv e due 942 Vario da 420 Cv, con i quali eseguiamo i lavori più gravosi, come le arature profonde, gli scassi e le semine».


2Diversificare con la camomilla

I cugini Ortuso attualmente coltivano camomilla convenzionale e biologica. «La camomilla, per la sua rusticità, si adatta bene ai terreni marginali. Non ha bisogno di terreni particolari, ma preferisce che siano, oltre che alcalini, poveri. Altrimenti su terreni fertili, ricchi di elementi nutritivi, le piante crescono in altezza, vigorose, ma poi vengono allettate da pioggia e vento. Per la raccolta meccanica le piante devono essere non troppo vigorose, dritte, equilibrate. Perciò la camomilla non ha bisogno di concimi, neanche di soccorso. Ed essendo rustica non necessita di agrofarmaci. L’unico reale problema è la crescente presenza dell’orobanche, infestante molto diffusa nel territorio foggiano».

La preparazione del letto di semina evidenzia l’essenzialità della tecnica colturale. «Eseguiamo una minima lavorazione di circa 15 cm, poi una fresatura e una rullatura. Seminiamo a file, utilizzando solo seme fornito dalla Bonomelli. L’epoca di semina va da ottobre fino ai primi veri freddi, cioè all’inizio di dicembre: così durante l’inverno le piante, che hanno già emesso le prime quattro foglie vere, sono abbastanza robuste da resistere bene a eventuali gelate. Per la gestione delle infestanti non facciamo ricorso al diserbo chimico, poiché non esistono principi attivi registrati sulla camomilla, ma a sarchiature continue, a partire da quando è possibile distinguere le file l’una dall’altra.

Però la fumaria, la malva e la loiessa sono malerbe davvero temibili, per debellarle ricorriamo, tra la fine di marzo e la prima settimana di aprile, ad attente scerbature manuali».

Le piantine di camomilla, che sembrano “dormire” durante l’inverno, crescono velocemente in primavera, in particolare dall’inizio di aprile ai primi di maggio, quando sono pronte per la raccolta. «Con mietitrebbiatrici appositamente modificate, che la Bonomelli ci concede in uso temporaneo, effettuiamo la raccolta dei capolini nelle prime due-tre settimane di maggio. La camomilla è una coltura miglioratrice del terreno, garantisce un eccellente maggese. Infatti, raccogliendo solamente i capolini, il resto delle piante viene interrato e costituisce un ottimo apporto di massa verde, e quindi di sostanza organica, per il terreno. Anche se le piante verdi, private dei capolini, potrebbero avere altre destinazioni d’uso: alimentare centrali a biomasse o diventare base per l’estrazione dei numerosi oli essenziali di cui sono ricche».


 

Ortuso, dalla tradizione alla diversificazione - Ultima modifica: 2024-10-30T09:33:38+01:00 da Roberta Ponci

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome