Dal 2025 gli agricoltori che intendono beneficiare dell’ecoschema 5 livello 2 “Pagamento per misure specifiche per gli impollinatori” devono utilizzare sementi certificate. Questa novità genera un aumento di costi per gli agricoltori e anche una serie di domande interpretative di questa norma. A questo si aggiunge una rilevante riduzione dell’importo del pagamento che è sceso dai 659 €/ha del 2023 ai 218 €/ha del 2024. Gli agricoltori si pongono la domanda sulle modalità di gestione dell’Eco 5 Livello 2 e sulla convenienza di aderire a questo ecoschema.
La normativa
Il Decreto ministeriale n. 289235 del 28 giugno 2024 è stato emanato per applicare in Italia la miniriforma della Pac 2023-2027 (Reg. 2024/1468 del 14 maggio 2024), che ha apportato una semplificazione e un alleggerimento degli impegni ambientali a carico delle imprese agricole:
- modifica della Bcaa 7, con l’introduzione della diversificazione in alternativa alla rotazione;
eliminazione del 4% di aree non produttive della Bcaa 8;
- modifica dell’ecoschema 5, con l’introduzione di due livelli di impegni e di pagamento;
- esenzione dei controlli e delle sanzioni della condizionalità per i piccoli agricoltori.
Come già detto, il suddetto Decreto ministeriale introduce, dal 2024, uno sdoppiamento dell’ecoschema 5 in due livelli di pagamento:
- Livello 1: destinazione del 4% dei seminativi aziendali a superfici improduttive, compresi i terreni lasciati a riposo;
- Livello 2: mantenimento di una copertura dedicata con piante di interesse apistico (nettarifere e pollinifere) a perdere, nelle superfici con colture arboree o a seminativo. Le colture di interesse apistico devono essere presenti in miscugli. Il periodo tra la germinazione e il completamento della fioritura è da considerarsi coincidente con tutto l’arco temporale compreso tra il 1° marzo e il 30 settembre.
Nell’articolo pubblicato su Terra è Vita n. 3/2025, abbiamo parlato dell’ecoschema 5 livello 1; in questo articolo, vediamo le principali novità e modalità applicative dell’ecoschema 5 livello 2 per la campagna agraria 2024/2025 (Domanda Unificata 2025).
Obbligo di semente certificata
Il Decreto ministeriale n. 289235 del 28 giugno 2024 prevede, dall’anno di domanda 2025 l’obbligo di utilizzare sementi certificate per le piante di interesse apistico se si vuole beneficiare del pagamento dell’ecoschema 5 livello 2.
Questa novità ha l’obiettivo di risolvere alcuni problemi sorti nel 2023, primo anno di applicazione della Pac, principalmente per un’esigenza relativa ai controlli della destinazione dei terreni a piante di interesse apistico, dato che sono stati riscontrati molti casi di mancato rispetto dell’ecoschema.
Quantitativo minimo di semente
L’obbligo di semente certificata ha fatto sorgere molti problemi applicativi, ad esempio il quantitativo minimo da rispettare. Le piante di interesse apistico sono fissate da un elenco di 103 specie, contenute dall’Allegato IX del Decreto ministeriale n. 660087 del 23 dicembre 2022. Diventa impossibile stabilire un quantitativo minimo di semente per 103 specie, oltretutto in miscuglio di almeno due specie.
Una Faq del Masaf, pubblicata a dicembre 2024, precisa “Il decreto ministeriale n. 66087 del 23/12/2022 (decreto pagamenti diretti) non ha stabilito una dose minima. Rimane il fatto che è necessaria una certa densità di impianto, restituita dalla rilevazione fatta nel controllo, sufficiente a garantire una copertura uniforme delle superfici impegnate”.
In altre parole, l’agricoltore deve avere una fattura di acquisto di semente certificata, ma non è fissato alcun quantitativo minimo, e la fattura va allegata al fascicolo aziendale. Il controllo degli Organismi pagatori avviene sia sulla presenza della fattura, sia sulla copertura uniforme delle superfici impegnate a piante di interesse apistico.
Piante pluriennali di interesse apistico
Ma cosa succede agli agricoltori che hanno seminato o seminano oggi piante pluriennali di interesse apistico? Devo riseminarle ogni anno? Devono acquistare la semente certificata ogni anno? Anche per queste domande, c’è la risposta in due Faq del Masaf, pubblicate a dicembre 2024: l’impiego di sementi certificate di specie di interesse apistico pluriennali evita di dover procedere alla semina annuale, purché sia sempre garantita una copertura uniforme delle piante sulle superfici agricole.
Le Faq fanno anche un’altra precisazione: chi ha aderito all’ecoschema 5 negli anni passati, utilizzando specie pluriennali non deve riseminare se ha utilizzato sementi certificate. Invece, chi ha aderito all’ecoschema 5 negli anni passati utilizzando specie pluriennali, ma non ottenute da sementi certificate, nel 2025 dovrà acquistare sementi certificate e riseminare.
Cumulabilità
È possibile combinare sulla medesima superficie l’adesione all’Eco 5 con quella ad altri interventi (ecoschemi, interventi settoriali e agro-climatico-ambientali), complementari e compatibili, posto che in ogni caso sia assicurata la non duplicazione dei pagamenti per gli impegni che si sovrappongono.
Il Livello 1 non è cumulabile con l’ecoschema 4, mentre il Livello 2 per i seminativi è cumulabile con l’ecoschema 4.
Il pagamento dell’Eco 5 è cumulabile con quello per la salvaguardia degli olivi di valore paesaggistico (Eco 3), ma non con quello per l’inerbimento delle colture arboree (Eco 2).
Dotazione finanziaria e importi
La dotazione finanziaria complessiva, assegnata dal Piano Strategico della Pac all’ecoschema 5, rimane invariata a 43,3 milioni di euro fino al 2027, ma – con l’istituzione del Livello 1 – ha subìto una rimodulazione che attribuisce 10,2 milioni di euro al Livello 1 e 33,3 milioni al Livello 2 (tab. 1).
Il 2024 è stato il primo anno del Livello 1 “terreni a riposo” e, sulla base delle domande pervenute agli Organismi pagatori, Agea ha calcolato un importo di pagamento di 85,00 €/ha, aumentato a 102 €/ha per le Zone Vulnerabili da Nitrati (Zvn) e per le aree Natura 2000 (tab. 2). L’importo erogato di 85 €/ha è quello massimo consentito dal Piano Strategico della Pac (Psp), a dimostrazione che le domande presentate sull’ecoschema 5 Livello 1 sono state inferiori a quelle preventivate.
Il Livello 2 “piante di interesse apistico” è iniziato nel 2023, con un pagamento molto elevato pari a 659 €/ha. Nel 2024, il pagamento è sceso a 218,31 €/ha. Questa diminuzione è la conseguenza di due fattori:
- la diminuzione del plafond, visto che 10,2 milioni di euro dell’ecoschema 5 sono stati destinati ai terreni a riposo, senza mellifere (Livello 1);
- il forte aumento di superfici richieste a premio nel 2024 per i terreni destinati a piante di interesse apistico, in quanto gli agricoltori sono stati attratti dall’elevato pagamento dell’anno precedente e dalla crisi dei cereali, soprattutto del grano duro.
Quali saranno gli importi presumibili per i prossimi anni dal 2025 al 2027?
È molto probabile che gli importi per i prossimi anni si attestino su 85 €/ha per il Livello 1 e 250 €/ha per il Livello 2, presumibilmente con un leggero aumento per l’ecoschema 5 Livello 2 “piante di interesse apistico”, visto che molti agricoltori sono rimasti delusi degli importi dell’ultimo anno e dai maggiori costi, dal 2025, per l’obbligo di usare sementi certificate.
Alcune valutazioni
Il Decreto ministeriale n. 660087 del 23 dicembre 2022 ha fissato alcuni paletti precisi:
- colture in miscugli;
- obbligo di semente certificata;
- colture a perdere;
- periodo dal 1° marzo fino a 30 settembre, in cui le piante di interesse apistico devono rimanere in campo, senza possibilità di essere eliminate anche se hanno completato la fioritura.
Molti agricoltori hanno interpretato l’adesione all’Eco 5 come compatibile con l’ordinaria coltivazione produttiva di erba medica, favino, sulla, trifoglio, ecc., in quanto tali specie sono inserite nell’elenco delle piante di interesse apistico. Non è così!
Le superfici impegnate a Eco 5 devono prevedere colture in miscugli e a perdere. Quindi, hanno una sola finalità: la diffusione di colture di interesse apistico, creando le condizioni favorevoli allo sviluppo degli insetti impollinatori selvatici, concorrendo pertanto all’obiettivo di invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori.
L’obbligo delle sementi certificate, a partire dal 2025, complica ulteriormente la gestione dei terreni a colture di interesse apistico, aumentando i costi.
Si pone quindi l’esigenza di valutare attentamente la convenienza dell’adesione all’Eco 5, in termini economici.
Nella maggior parte dei terreni, anche quelli mediamente fertili, la coltivazione a fini produttivi di cereali, oleaginose o leguminose genera una redditività più alta rispetto alla destinazione del terreno a piante di interesse apistico. Tuttavia, nei terreni marginali, magari in forte pendenza e logisticamente “scomodi”, soprattutto in questi anni di prezzi bassi dei cereali e di forti avversità climatiche, l’agricoltore può prendere anche in considerazione l’ipotesi di destinarli a piante di interesse apistico, beneficiando del pagamento di base e dell’incentivo dell’ecoschema 5 Livello 2.