«Dal confronto con le Istituzioni benefici per tutta la filiera»

Andrea Borio
Il punto di vista del presidente di Federacma, Andrea Borio. L’auspicio dell’associazione dei concessionari è che si apra una grande stagione di collaborazione e pianificazione condivisa

Da sempre figura centrale tra il costruttore di macchine agricole e l’utente finale, il concessionario si è spesso trovato come tra l’incudine e il martello. Una posizione certo non facile, ma grazie anche al lavoro della federazione nazionale Federacma (Federazione italiana delle Associazioni Nazionali dei Servizi e Commercio Macchine e delle Acma territoriali) i dealer italiani hanno sempre mantenuto un ruolo strategico nella filiera delle macchine agricole.

Alla guida della federazione da due anni c’è Andrea Borio, che ultimamente ha spinto molto sul confronto tra Istituzioni e filiera agricola per pianificare il futuro delle misure a sostegno dell’innovazione e della meccanizzazione in agricoltura. A lui abbiamo rivolto alcune domande alla vigilia della 46esima edizione di Eima International 2024.

In un momento particolarmente delicato del mercato dei trattori, qual è lo stato d’animo dei concessionari? E quale 2025 possiamo attenderci?

«Il 2024 si chiude con molta preoccupazione tra i concessionari, poiché si registra un calo delle vendite e dei fatturati che si attesta mediamente sul 20-30%. Guardando al 2025, le prospettive non sono più rosee. L’agricoltura sta attraversando un momento complesso, influenzato da vari fattori che stanno ostacolando gli investimenti in trattori e attrezzature agricole. Tra questi, vi è l’incertezza sui fondi e le agevolazioni a disposizione nonché la crescente difficoltà degli agricoltori nel fronteggiare i costi. Per questo, è cruciale che il Governo intervenga con strumenti di supporto stabili e mirati per rilanciare il settore. Solo così possiamo sperare di vedere una ripresa nel medio-lungo termine».

Ci sono ancora problemi di scorte e tempi di consegna?

«I problemi legati alle scorte e ai tempi di consegna, che ci hanno visto anche chiedere interventi normativi per tutelare l’ottenimento degli incentivi per gli agricoltori, erano relativi agli approvvigionamenti nella ripartenza post Covid. Di fatto, in questi ultimi anni, siamo passati da tempi lunghissimi, superiori ai 9 mesi del periodo pandemico, a tempi più brevi e di pochi mesi all’inizio di quest’anno. Tuttavia, ora ci troviamo di fronte a un nuovo aumento nei tempi di consegna, dovuto principalmente alla cassa integrazione che ha colpito alcune aziende costruttrici sebbene, con un mercato di fatto fermo, i concessionari hanno ancora molte giacenze in casa».

Revisione/rottamazione: ci sono novità?

«A oggi non abbiamo ancora novità rilevanti sulla revisione o rottamazione dei mezzi agricoli. Possiamo dire, però, che le sollecitazioni di Federacma al Governo hanno trovato interesse e accoglimento nel ministero dell’Agricoltura che si sta adoperando per un’interlocuzione tra i vari Enti interessati dal processo di normazione della revisione. Auspichiamo che si dia quanto prima attuazione di una legge di civiltà prevista da lustri: una revisione periodica dei trattori, simile a quanto già avviene negli altri Paesi europei, permetterebbe di abbattere drasticamente i 120 decessi l’anno che registriamo tristemente a causa dell’assenza dei più basilari strumenti di sicurezza. Dobbiamo incentivare il ricambio delle macchine obsolete e pericolose affinché si possa garantire al settore agricolo una maggiore sicurezza e sostenibilità».

In tema di propulsione, tra metano, elettrico e idrogeno quale secondo lei si affermerà di più in futuro? O rimarremo ancora a lungo con il diesel?

«È affascinante pensare a un futuro con alternative al consumo di combustibile fossile per ridurre l’impatto ambientale, ma al momento ci sono ancora molte incognite su metano, elettrico e idrogeno. Il metano presenta problematiche legate al rifornimento e all’autonomia dei mezzi, mentre l’elettrico ha limiti significativi sui tempi di ricarica, l’autonomia e i costi, ancora troppo elevati rispetto ai mezzi tradizionali. Per quanto riguarda l’idrogeno, se ne parla molto, ma vediamo ancora pochi sviluppi concreti nel nostro settore».

Sta per finire il secondo anno del suo primo mandato: tracciamo un bilancio

«Guardando al tempo trascorso dalla mia nomina nel maggio 2022, posso dire che sono stati anni di grande impegno e soddisfazione per la nostra Federazione. Abbiamo organizzato numerosi incontri, convegni e tavoli di confronto che ci hanno permesso di consolidare relazioni importanti sia all’interno del settore che con le Istituzioni. Il nostro lavoro si è focalizzato sulla ricerca di soluzioni pratiche per i nostri associati, ottenendo chiarimenti su normative e leggi fondamentali per il commercio di macchine agricole.

Uno dei risultati più importanti è stato il nostro coinvolgimento attivo nei gruppi di lavoro ministeriali. Federacma è stata convocata per partecipare a discussioni cruciali riguardanti programmi come il Psr, Pnrr, Inail, Ismea e il Credito d’imposta 4.0 e 5.0. Questi tavoli hanno rappresentato un’opportunità per portare la nostra voce e le nostre istanze direttamente ai decisori pubblici, influenzando concretamente le politiche settoriali.

Dal punto di vista dell’associazionismo, siamo riusciti a rafforzare la nostra posizione come punto di riferimento per i concessionari e commercianti di macchine agricole e da lavoro. Ne è una riprova il recente ingresso di Assodimi-Assonolo come associazione indipendente all’interno di Federacma.

La nostra attività di lobby ha portato a risultati concreti e ha dimostrato che la collaborazione e il confronto con le istituzioni possono davvero portare benefici a tutta la filiera».

Quale consiglio si sente di dare ai colleghi concessionari per rimanere competitivi sul mercato?

«Il mio primo consiglio è quello di credere nel valore della nostra Federazione. Federacma tutela e rappresenta i concessionari di macchine agricole, da giardinaggio e da lavoro. Invito tutti a iscriversi e a partecipare attivamente ai molti eventi formativi e di networking che organizziamo.

Il secondo consiglio è investire sempre di più nei servizi per gli agricoltori: non solo assistenza tecnica, ma anche formazione continua e gestione finanziaria, come garanzie sull’usato o prolungamenti del nuovo, per offrire soluzioni più complete e competitive».


Per l’innovazione e la meccanizzazione agricola
servono strumenti stabili nel tempo  

Una programmazione strutturata con una visione stabile pluriennale, che possa essere accessibile a più agricoltori possibile con minori costi e una burocrazia semplificata, con uno strumento in grado di raggruppare i tanti bandi oggi a disposizione e con premialità dedicate ad obiettivi specifici.

È questa la richiesta emersa dalla intera filiera agricola durante un recente convegno tenutosi presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Organizzato da Federacma, l’iniziativa ha visto la partecipazione delle associazioni delle diverse categorie del comparto primario: dai costruttori di macchine agricole con il direttore generale Simona Rapastella di Federunacoma, i contoterzisti con il vicepresidente Gianluca Ravizza (Cai Agromec) e il presidente Aproniano Tassinari (Uncai), le associazioni agricole con i presidenti Tommaso Battista (Copagri) e Carlo Piccinini (Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), il direttore generale Annamaria Barile (Confagricoltura) e il capo area economica Gianluca Lelli (Coldiretti).
«È necessario sostenere gli investimenti in innovazione e meccanizzazione degli agricoltori per rendere il comparto primario sempre più competitivo ed efficiente – ha dichiarato Andrea Borio – ma è fondamentale far sì che ciò possa essere funzionale al raggiungimento degli obiettivi. L’Italia ha infatti urgente bisogno di un ricambio del ‘parco macchine’. Per farlo, chiediamo al Ministro Lollobrigida, che ringraziamo per il proficuo dialogo avviato, di superare i tanti bandi e le diverse misure con uno strumento unico con una visione di lungo periodo. L’auspicio è che si apra una grande stagione di confronto e pianificazione condivisa, affinché si raggiungano risultati importanti a beneficio di tutta la filiera: dai costruttori ai campi».
Questa proposta di filiera converge su un unico strumento, di ampio respiro, certo e stabile per almeno 5-7 anni, a cui abbinare un pacchetto di incentivi con premialità diversificate in funzione dello specifico obiettivo da raggiungere: rinnovo del parco macchine attraverso la sostituzione dei trattori più vetusti; il sostegno ai giovani agricoltori, all’imprenditoria femminile e alle aree svantaggiate; il promuovere l’agricoltura di precisione, incentivando l’acquisto di macchinari tecnologicamente avanzati; la riduzione dell’impatto ambientale, attraverso l’acquisto di mezzi a trazione green (elettrici, biometano). Ciò commisurando l’intensità del carico burocratico e i costi di accesso all’entità del contributo pubblico, attraverso domande autodichiarative e una maggiore produzione di documentazione a risultato ottenuto.

«Dal confronto con le Istituzioni benefici per tutta la filiera» - Ultima modifica: 2024-10-30T09:07:03+01:00 da Roberta Ponci

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