«Gli agromeccanici devono mettersi in testa di evolversi verso una figura di veri e propri imprenditori e, quando necessario, associarsi con altri contoterzisti fidati per riuscire a servire le aziende agricole più importanti, che stanno crescendo in maniera esorbitante. Solo così potranno avere un futuro, altrimenti verranno schiacciati da una concorrenza sempre più spietata».
Alfredo Zanirato, agromeccanico in quel di Fenil del Turco (frazione di Rovigo), ha le idee molto chiare, anche se si rende conto che la realtà è ancora un’altra. Zanirato viene da una generazione di terzisti, con il nonno Paolo che durante il fascismo faceva la trebbiatura con le trebbie fisse e il papà Sante che aveva poi introdotto le prime mietitrebbie semoventi, affiancando a quell’attività anche l’autotrasporto. Alfredo fin da piccolo ha iniziato a lavorare in azienda, per poi rilevarla dal papà e sviluppare il conto terzi in maniera importante, coprendo tutte le lavorazioni dei cereali (frumento e mais) e della soia.
Da imprenditore lungimirante, vedendo le difficoltà cicliche del settore agricolo, negli ultimi anni ha deciso di differenziare la propria attività, innanzitutto introducendo nuove colture (coriandolo, colza, girasole e rapa da seme), poi avviando tre anni fa un essiccatoio per frumento, mais e soia, e infine aprendo anche un’azienda di vendita legno da ardere in bancali, che oggi è seguita in toto dal figlio Thomas. «Sono stato il primo a Rovigo ad avviare questa attività – spiega Alfredo – prendendo spunto da quello che avevo visto andando in giro per le zone di Treviso e Padova, e ho iniziato a offrire alle pizzerie questo servizio di legna in bancali da piazzare in prossimità dei forni. Nel giro di due anni ho messo su 100 clienti tra ristoranti e pizzerie della zona di Rovigo e ora servo anche dei privati».
Concorrenza spietata
Tornando all’agricoltura, Zanirato copre più di 1.000 ettari di trebbiatura sulle colture citate prima, con tutte le operazioni dalla semina alla raccolta, passando per lavorazione terreno, trattamenti e concimazioni. A questi si aggiungono circa 150 ettari in affitto, che Zanirato utilizza, più che per fare reddito, per dare continuità di lavoro agli operai e per ammortizzare più velocemente le macchine.
Purtroppo la tendenza delle nuove generazioni che hanno ereditato dai genitori la terra, è di non condurla più in proprio e di darla in affitto per un guadagno immediato. E nonostante non siano momenti brillanti per l’agricoltura, a causa in particolare dei prezzi poco remunerativi e dei costi sempre più elevati dei mezzi tecnici, Zanirato fa della qualità il suo punto di forza.
«Mi faccio seguire da due agronomi proprio per dare un servizio in più (gratuito) ai miei clienti e cercare di fare guadagnare loro qualcosina in più, e per una trentina di aziende curo anche il quaderno di campagna. Credo sia l’unico modo per combattere la concorrenza, che in questa zona è diventata veramente spietata, soprattutto da parte delle aziende agricole che svolgono attività connesse e spesso fuori dai limiti di legge. Ma io ho cinque dipendenti e non posso permettermi di andare a trebbiare a 10 euro/ora o 100 euro/ettaro, così aggiungo servizi che altri non sono in grado di garantire. In questo senso possiamo dire che sono un contoterzista che fa consulenza a 360 gradi».
E qui torniamo alla questione di unire le forze. «Mettendosi assieme fra diversi contoterzisti – ribadisce Zanirato – intanto si riducono le spese, perché siamo tutti pieni di macchine che ormai non sappiamo più dove ricoverare, e poi si riesce a star dietro alle richieste di aziende agricole importanti. A me è capitato di dover rinunciare a servire aziende di un certo livello perché da solo non ce la facevo. Purtroppo, nella nostra categoria c’è ancora molto individualismo».
Assieme alle attività connesse un altro problema importante per le imprese agromeccaniche è il reperimento di personale qualificato. «Manca la passione per le macchine agricole, quindi chi viene lo fa solo per guadagnare un po’ di soldi, ma poi mollano perché preferiscono un lavoro più tranquillo, con il weekend libero e le ferie in estate. E questo con il nostro lavoro non è possibile. Oggi viene a fare un colloquio un ragazzo nuovo, agronomo, incrociamo le dita».
Parco macchine
Il parco macchine di Zanirato è costituito da macchine abbastanza recenti, a partire da due mietitrebbie Claas (di 6 e 3 anni), una decina di trattori (praticamente tutti Claas) e tutte le attrezzature necessarie per le varie operazioni colturali (fienagione esclusa), con netta prevalenza di Maschio Gaspardo. «A Maschio Gaspardo siamo legati da una vita – spiega Zanirato – perchè secondo me costruisce macchine funzionali, che si adattano a tutte le condizioni. Claas, invece, è subentrata ad altri marchi grazie in particolare al lavoro e al servizio di assistenza della concessionaria Agroservizi di Arquà Polesine (Ro). Della Claas abbiamo anche la prima barra a tappeti per la soia introdotta in Italia, 11 m di larghezza di taglio, una vera bomba: riesce a lavorare sulla soia verde come se fosse asciutta, mentre tutte le altre barre si piantano. E poi le perdite sono praticamente nulle».
Come attrezzature il monopolio di Maschio Gaspardo è spezzato da un paio di seminatrici Amazone per la semina su terreno minimamente lavorato, uno spandiconcime Amazone per la concimazione di precisione, e una seminatrice Matermacc. Inoltre, nel parco macchine troviamo anche due rotoloni della Irrimec. «Da qualche anno prestiamo anche questo tipo di servizio, perché nella nostra zona ci sono tanti fiumi e quindi tanta acqua, ma ci sono anche tanti terreni non irrigui. E grazie a Irrimec siamo riusciti a fornire tariffe a ettaro e non più a ore».


Agricoltura di precisione
Chiudiamo con il capitolo agricoltura di precisione. Zanirato ha vissuto tutto il periodo dello sviluppo della meccanizzazione e poi quello dell’avvento dell’elettronica, delle guide automatiche, insomma dell’agricoltura di precisione. E ovviamente si è adeguato.
«Oltre alle guide automatiche, facciamo le mappature di resa, rendendole disponibili per le aziende agricole che così possono partecipare ai bandi Psr partendo da un punteggio più alto. E poi anche concimazione e semina a rateo variabile. Questo servizio non ce lo pagano, ma secondo me serve non solo per l’agricoltore, ma anche per noi, per avere uno strumento in più e dare consigli mirati ad aziende importanti che devono decidere quali colture seminare, quali varietà utilizzare ecc.
L’impegno sindacale

Alfredo Zanirato è presidente di Cai Rovigo da dieci anni (al terzo mandato), aderente a Cai Agromec, e della federazione regionale del Veneto (Fimav) da quattro. Cai Rovigo, tra le altre cose, è stata la prima associazione provinciale a nascere con il nome Cai. Va da sé che la sua opinione sull’importanza dell’attività sindacale per la categoria degli agromeccanici è abbastanza scontata.
«In effetti sono un po’ di parte – conferma Zanirato – però posso dire che è vero che l’attività sindacale non si vede, perché non è quella che ti fa lavorare e ti porta il guadagno, ma è altrettanto vero che senza quella saremmo morti. Perché senza l’associazione e soprattutto senza l’impegno sindacale sui tanti temi che interessano la nostra categoria (contratti di lavoro, assegnazione carburante, distribuzione prodotti fitosanitari, albo dei contoterzisti ecc.), certi risultati non si raggiungerebbero. E di questo se ne accorge solo chi fa parte del consiglio. Devo ringraziare il lavoro sia del presidente nazionale Gianni Dalla Bernardina sia del segretario Fimav Marco Sitta per il supporto costante che ci stanno dando. Personalmente, sto cercando di coinvolgere alcuni giovani per farli avvicinare a questo mondo, perché ci tengo che tutto il lavoro che abbiamo svolto a livello associativo abbia un seguito».






