Prende il posto della Tucano ma si avvicina, per specifiche, alla Lexion. È lo schizzo della serie Trion, presentata ufficialmente a inizio agosto e già prenotabile in vista della campagna 2022.
Una macchina che, con una valanga di optional e le moderne tecnologie di precisione, nasce attorno a un termine ben preciso: versatilità. Nel senso di adattamento ai diversi prodotti ma, soprattutto, alle diverse esigenze delle aziende in giro per l’Europa. Al punto che, sostengono i progettisti, qualsiasi agricoltore con una superficie da 200 a 1.000 ettari può trovare nella Trion ciò di cui ha bisogno.
Un’affermazione che suona sacrosanta ai nostri lidi, dove la Trion è, se non la gamma ideale, qualcosa che ci si avvicina molto, grazie a un intervallo di potenza davvero ampio – si va dai 260 cavalli della cinque scuotipaglia ai 440 dell’ibrida – e a una scelta in materia di sistema trebbiante assai ampia: cinque o sei scuotipaglia per le macchine convenzionali, uno o anche due rotori – una novità rispetto a Tucano – per i tre modelli ibridi.
Con Trion, insomma, il gruppo di Harsewinkel porta avanti il rinnovamento dell’offerta, andandolo a completare nella gamma media. O medio-alta, se guardiamo alle dotazioni. Perché Trion può essere una piccola mietitrebbia aziendale oppure una macchina ad alte specifiche, adatta a un contoterzista di medio livello. Come quelli emiliani, per esempio, dove la mietitrebbia lavora per la campagna del grano o poco altro, oppure alcuni agromeccanici lombardi e piemontesi. Senza dimenticare il Sud, che di mietitrebbie non costose, ma moderne e affidabili, ha assoluta necessità.
Le convenzionali
Partiamo allora dal sistema di trebbiatura tradizionale, disponibile su cinque modelli: le 520 e 530, quest’ultima anche in variante Terra Trac e Montana, a cinque scuotipaglia e poi le Trion 640, 650 e 660 a sei scuotipaglia e con le ultime due prodotte anche in versione Montana (livellante) e Terra Trac (cingolata). Le potenze vanno da 258 a 408 cavalli, forniti dai sei cilindri Cummins: 6,7 litri per le Trion 520, 530 e 640, 9 litri in linea per 650 e 660.
In materia di trebbiatura, sulle Trion convenzionali abbiamo il ben noto Aps Walker, composto da un acceleratore da 45 cm di diametro, un battitore da 60x170 cm e infine un lanciatore da 38 cm. La separazione avviene sugli scuotipaglia ed è favorita dal rotore Multifinger Separation System, che arieggia la paglia favorendo la caduta della granella. La superficie di separazione totale è di 6,25 o 7,48 metri, rispettivamente per le macchine a 5 o 6 scuotipaglia. Rapidissima la conversione: estraendo gli elementi della griglia di pre-separazione attraverso il parasassi e la griglia del controbattitore tramite un’apertura laterale, è possibile cambiare tipo di prodotto in pochi minuti, complici anche le regolazioni semplificate dei giri del battitore e della posizione del controbattitore.
Le ibride
Quanto scritto in precedenza vale, in buona parte, anche per i tre modelli ibridi. Resta identica la parte di trebbiatura, affidata sempre ad acceleratore, battitore e lanciatore, mentre cambia radicalmente il sistema di separazione secondaria.
Sulle Trion 720 e 730 troviamo un rotore di separazione da 57 cm di diametro per 4,2 metri di lunghezza, mentre sulla Trion 750 abbiamo due rotori da 44,5 cm di diametro: una soluzione che si avvicina molto di più alle Lexion che allo schema della Tucano. Concludiamo con il motore: è un Cummins L9 per tutti e tre i modelli.
Elementi comuni
Tra le ibride e le convenzionali, alla fine, a differire è soltanto il sistema di pulizia secondaria. Identica per esempio la sezione di raccolta, con possibilità di montare le tante barre della gamma Claas, fino a una larghezza di 12 metri per le testate da paglia e a 12 file per il mais. Il canale elevatore ha inclinazione regolabile e può montare quattro cinghie al posto delle catene.
Non cambia nulla nemmeno nel sistema di pulizia. Basato per tutti i modelli sul principio Jet Stream, composto da ventilatore idraulico, piano preparatore e tre gradini di caduta. È la prima volta che questa tecnologia è offerta su macchine di medio livello, peraltro. A richiesta è disponibile la pulizia 3D, che distribuisce uniformemente la granella sul crivello anche quando si lavora su pendenze trasversali.
Completiamo il quadro con il serbatoio della granella, la cui capacità varia da 8mila a 12mila litri, a seconda del modello, mentre la velocità di scarico è di 90, 110 o 130 litri al secondo.
Cabina ed elettronica
Per parlare di elettronica e postazione di guida partiamo dalla cabina Premium, che è tutta nuova. Più ampia della precedente e con sistema di ventilazione rifatto, in futuro sarà lo standard per le macchine da raccolta Claas, che siano mietitrebbie o trinciacaricatrici. Altra novità è il Cemis 1200, un secondo terminale che si affianca al Cebis per gestire sia la guida satellitare sia le tecnologie di precisione. Grande 12 pollici, pende dal tetto, secondo uno schema che sta diventando sempre più comune tra i vari costruttori.
L’elettronica dura e pura è naturalmente rappresentata dal Cebis e dalla sua controparte digitale Cemos, vale a dire il software che, in modo sempre più preciso, permette di impostare automaticamente i parametri di lavoro. Le ultime versioni integrano la funzione di auto-apprendimento: vale a dire che Cemos impara dalle correzione che l’operatore fa rispetto alle impostazioni suggerite, per cui la volta successiva non commetterà più lo stesso errore. E presto o tardi prenderà il posto dell’uomo.