Non si ferma la corsa di Kubota, leader asiatico della meccanizzazione agricola e ormai player di prim’ordine nel panorama mondiale. La corporation giapponese ha messo nel proprio mirino l’Europa e pensa di poter aumentare sensibilmente la presenza nelle agricolture del Vecchio Continente.
Del resto le parole dette in Francia da Masatoshi Kimata, presidente della corporation giapponese, lasciano poco spazio ai dubbi: «Stiamo crescendo in maniera evidente in tutte le aree mondiali e, dopo aver chiuso l’ultimo bilancio con un giro d’affari di 11,5 miliardi di euro, abbiamo un obiettivo di breve periodo di 15 miliardi di euro. Sul fronte prodotti, dopo aver consolidato la nostra leadership nei trattori sotto i 100 CV, ora puntiamo alle macchine destinate alle grandi colture. Mettendo l’Europa e la Francia, maggior paese agricolo di quest’area, al centro della nostra strategia produttiva e di sviluppo».
Cosa che trova la sua concretizzazione con l’inaugurazione a Bierne, a due passi da Dunkerque nell’estremo Nord della Francia, del nuovo stabilimento di produzione di trattori di medio-alta potenza.
Sarà infatti da qui che usciranno tutte le nuove macchine della serie M 7001, i trattori con cui il colosso giapponese è uscito dal recinto delle piccole potenza per incidere sul segmento che arriva fino a 170 CV.
Su Bierne Kubota ha fatto un investimento da oltre 40 milioni di euro. Dal nuovo stabilimento usciranno quest’anno un migliaio di trattori, indicativamente 5 al giorno, ma a regime i numeri saranno sensibilmente diversi: 15-20 macchine al giorno per una produzione annua di circa 3mila trattori, destinati oltre che all’Europa, al Nord America e, in minor misura, alle aree del Pacifico.
E sul fronte rapporti fra Kubota e Kverneland, dopo il passaggio della casa di attrezzature agricole in mani giapponese?
Nessuna nuova. Almeno per ora. Il caso italiano rimane significativo: nessuna fusione e piena autonomia gestionale dei marchi, sia a livello di filiale che di rapporti con la rete distributiva.