Un’irrigazione tempestiva e precisa fa bene al mais

Anche la scelta dell’impianto irriguo più idoneo influisce sulla redditività. Gli sviluppi del progetto Smart Planting

Ne abbiamo già parlato in un paio di occasioni (vedi Il Contoterzista n. 12/2017 e n. 2/2018), ma torniamo sull’argomento perché il progetto prosegue e coinvolge nuove aziende. Si tratta di Smart Planting, progetto semina a rateo variabile di Dekalb Italia, che è iniziato nel 2015 con la caratterizzazione degli ibridi di mais Dekalb ed è ufficialmente iniziato in Italia nel 2016 con 5 esperienze di semina a rateo variabile, che sono diventate 34 nel 2017 e poi 60 nel 2018. Nel 2019 dovrebbero essere un centinaio le aziende coinvolte: la conoscenza del livello produttivo, delle caratteristiche del terreno e quelle dell’ibrido permettono di ottimizzare la densità di semina, e dunque di massimizzare il profitto. Tale approccio ha evidenziato un beneficio economico medio che nel 2017 è stato di 98 euro/ha.

Tra le nuove aziende c’è anche la Borgo del Sole di Noceto, in provincia di Parma (vedi box sotto), che si segnala non solo per l’utilizzo di una seminatrice trainata Tempo F8 Väderstad a otto file, comperata lo scorso anno e che verrà utilizzata appunto nell’ambito del progetto, ma anche per un altro acquisto, effettuato sempre nel 2018. Si tratta di un impianto di irrigazione Center Pivot fisso modello P9500 dell’americana Lindsay (vedi tabella in fondo), distribuita in Italia da Marchetti Macchine Agricole di Este (Pd). «L’uso di questo pivot rientrerà sicuramente nel progetto Smart Planting – spiega Giuseppe Gandolfi, agronomo responsabile dell’azienda agraria – assieme anche a una zona gestita invece con l’irrigazione a goccia. Avendo un totale di 230 ettari, infatti, mi serviva un sistema dotato di centralina con valvole per la massima automazione. Quindi, negli appezzamenti più piccoli continuo a utilizzare l’impianto a goccia, mentre in quelli più “liberi” mi affiderò al pivot».

Un pivot particolare
Quella del marchio Lindsay è stata una scelta tecnica, «perché abbiamo un appezzamento non completamente regolare – spiega Gandolfi – perciò ho scelto un pivot con sei campate più un corner, ovvero un settore che si apre e chiude in base alla forma dell’appezzamento. Inoltre, data la presenza di linee elettriche in questo appezzamento, ci sono distanze di sicurezza e parametri da rispettare, perciò il pivot è la soluzione migliore per coprire più superficie possibile».

Primo piano del corner

«Infatti – spiega Graziano Zotto di Marchetti Macchine – su questa macchina si è optato per il sistema Gps offerto di serie dalla Lindsay, che garantisce una precisione di un paio di cm su quella zona come spostamento dal centro macchina al corner. Questo gps funziona in modo diverso dalla concorrenza, sia in termini di maggiore precisione sia come sistema di gestione della sterzata (il motore non è singolo, bensì doppio, con due riduttori che si muovono singolarmente, per cui la sollecitazione del motore e quella meccanica sono inferiori)».

Il pivot è controllato tramite Gps

Il pivot consente di irrigare in modo variabile da zona a zona e i risultati si sono già visti nel 2018, tanto che, rispetto all’aspersione, Gandolfi è passato da una resa media di 95 q/ha a 130 q/ha, con consumi energetici dimezzati e apportando 21 mm ogni 4-5 giorni per un totale di 11-12 interventi. Completamente automatizzato, è gestibile via smartphone grazie a una app semplice da usare, che consente di spostare l’impianto in qualsiasi momento a seconda delle necessità. «Uniformità di distribuzione e tipologia di getto sono in continua evoluzione – aggiunge Paolo Marchetti, titolare di Marchetti Macchine Agricole – per cui si cerca di migliorare sempre. Per noi è fondamentale fornire assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, una volta installato l’impianto, anche nella gestione della portata dell’acqua. Tra l’altro, con questa tipologia di impianti hai margine di intervendo anche nelle situazioni di massima criticità, perché sono stati concepiti in questo senso. E non è certo da sottovalutare la possibilità di controllo remoto».
L’adesione all’iniziativa
La partecipazione dell’azienda Borgo del Sole al progetto Smart Planting ha un motivo semplice e preciso al tempo stesso. «Ho cercato di impostare l’azienda guardando al futuro – spiega Gandolfi – ricorrendo ad attrezzature particolari, come appunto la seminatrice Väderstad e il pivot Lindsay, per proiettarmi nel futuro. Faccio un esempio: le differenze con la seminatrice precedente sono state evidenti fin da subito, ovvero precisione elevata, soprattutto come profondità di deposizione del seme, e conseguente emergenza perfetta delle piantine, nonostante una semina tardiva e in condizioni difficili, a una velocità di 10 km/h (contro i 6-7 della precedente)».

La seminatrice F8 Väderstad acquistata nel 2018 da Gandolfi.

Chiudiamo con il progetto Smart Planting da cui abbiamo cominciato, perché in questa azienda sarà operativa anche la piattaforma Climate Field View. «All’interno di questa piattaforma – spiega Chiara Pagliarin di Monsanto Agricoltura – abbiamo la possibilità di monitorare l’andamento della coltura e verificare le possibilità di intervento durante la stagione, pur sapendo che nel mais queste sono minori rispetto ad altri cereali. È, quindi, uno strumento che permette di monitorare la coltura e far capire all’operatore come sta andando il mais, consentendogli di pianificare e gestire meglio l’irrigazione e il momento della raccolta. La piattaforma si basa su immagini satellitari che vengono rielaborate da un software interno di Climate, per cui rispetto a immagini satellitari che si trovano normalmente sul mercato (basate su Ndvi), sono più dettagliate e precise».

Da sinistra Chiara Pagliarin, Giuseppe Gandolfi, Paolo Marchetti e Graziano Zotto

L'AZIENDA BORGO DEL SOLE

L’azienda Borgo del Sole spa fa parte del gruppo Rovagnati e comprende due allevamenti suinicoli nel Parmense, Noceto (4.000 capi) e Sanguinaro (11.000 capi).
L’azienda presenta 360 ha di Sau, per la produzione finalizzata soprattutto a mais per pastone per alimentare i suini stessi. Circa 230 ha sono destinati a mais, mentre un altro centinaio sono coltivati a frumento tenero e duro (destinato a contratti di filiera con un mulino della zona), il resto della superficie è greening con colture foraggere. Fattore Importante è la produzione di mais per pastone integrale con granella umida al 30% con alta qualità. Dal 2019 verrà aumentata la quota di tutolo con l’obiettivo di sostituire la crusca. I suini allevati sono di origine danese, sono destinati all’ingrasso e venduti al peso di 160/165 kg in diversi macelli italiani. Il suino di razza danese è caratterizzato da un indice d’incremento giornaliero ed un indice di conversione alimentare molto più alto rispetto ai suini nostrani (IC 33-35%).

Caratteristiche tecniche del P5000 della Lindsay

Diametro tubazione esterna 6" 5/8
Luce libera (m) 3,4
Campate 6"5/8 da 61 m + corner 1
Campate 6"5/8 da 54,5 m 1
Campate 6"5/8 da 61,1 m 4
Terminale (m) 27
Lunghezza fisica (m) 386,9
Cannone di rilancio (m) 35
Lunghezza irrigata (m) 421,9
Area irrigata lorda (ha) 55,92
Area irrigata reale (ha) 43,78
Portata impianto (l/sec) 57,71
Pressione alla base dell'impianto (m.c.a.) 33,03
Portata totale pompa (mc/h) 207,8
Velocità di avanzamento (ha/ora) 3,9
Ruote tipo tractor agricolo 14,9 x 24

 

Un’irrigazione tempestiva e precisa fa bene al mais - Ultima modifica: 2019-02-12T17:22:09+01:00 da Francesco Bartolozzi

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