Irroratrici all’appello

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Il Pan, Piano di azione nazionale sull’impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari, emanato con il decreto ministeriale del 22 gennaio 2014, deve ancora entrare pienamente in vigore.
Scade il prossimo 26 novembre il termine fisso per il primo controllo funzionale di alcuni tipi di atomizzatori

Mentre già si discute di riformarlo, il Pan, Piano di azione nazionale sull’impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari, emanato con il decreto ministeriale del 22 gennaio 2014, deve ancora entrare pienamente in vigore. Scade infatti il prossimo 26 novembre il termine fisso per sottoporre al primo controllo funzionale alcuni tipi di irroratrici, e precisamente:
- quelle operanti su una larghezza di la- voro inferiore a 3 metri (per esempio, per il trattamento su banchine stradali o ferroviarie, rivali e fossi);
- quelle dotate con getti schermati, per il trattamento del sottofila nelle colture arboree;
- quelle per la distribuzione localizzata di fitofarmaci, applicate ad altre attrezzature agricole (es. seminatrici o trapiantatrici).
Per queste macchine, la periodicità delle verifiche successive è di 6 anni per quelle impiegate per conto proprio e di 4 anni per quelle utilizzate per conto terzi.
La differenziazione delle scadenze è in qualche modo legata alle maggiori superfici trattate dai contoterzisti rispetto agli agricoltori, e trova riscontro nella periodicità dei controlli a cui sono soggette le altre macchine per la distribuzione dei prodotti fitosanitari.
L’elenco comprende una lunga serie di tipologie, come ad esempio:
- le irroratrici a barra per colture erbacee;
- gli atomizzatori per colture arboree, con o senza recupero;
- gli atomizzatori a funzionamento elettrostatico;
- i cannoni, con convogliatori fissi o oscillanti;
- i localizzatori con larghezza complessiva delle file superiore a 3 metri;
- le irroratrici per il sottofila o la spollonatura chimica, con ugelli non schermati;
- le irroratrici per colture protette;
- le macchine spalleggiate, azionate da motore proprio;
- le irroratrici applicate a veicoli ferroviari.
Tutte queste macchine avrebbero dovuto essere state sottoposte alla prima verifica funzionale entro il 26/11/2014, se impiegate per conto terzi, ovvero entro il il 26/11/2016, se utilizzate da agricoltori solo sui propri fondi. Questo nelle intenzioni del legislatore; in realtà pare dei circa 600.000 esemplari esistenti, quasi la metà abbia eluso i controlli, seppure con grandi differenze fra una regione e l’altra.

Le verifiche successive
Dando per certo che, almeno fra i terzisti e gli agricoltori più evoluti la prima verifica sia stata comunque fatta, anche se in ritardo, ricordiamo la periodicità delle verifiche successive:
- entro due anni dall’ultima verifica effettuata, se impiegate da contoterzisti;
- entro cinque anni dalla precedente verifica, se impiegate dagli agricoltori, ovviamente solo all’interno delle rispettive aziende; a partire dal 2021 la cadenza dei controlli sarà triennale.
Le medesime scadenze riguardano anche le macchine nuove; nel caso di acquisto di irroratrici usate si ha motivo di ritenere che il controllo funzionale dovrà rispettare la periodicità dei precedenti controlli, ricordando che non fa fede il mese (come per la revisione dei veicoli) ma il giorno.
Un atomizzatore collaudato (o acquistato nuovo) il 28 ottobre 2016 dovrà essere sottoposto a verifica entro il 28 ottobre prossimo, se impiegato per conto terzi, oppure entro il 28 ottobre 2021 se utilizzato direttamente da un agricoltore.
I mancati collaudi alle attrezzature sono solo un aspetto dell’incompleta attuazione del PAN, a quasi 5 anni dalla sua approvazione: in alcune regioni una quota rilevante di agricoltori è tuttora priva del patentino, e le stesse regole del decreto sembrano essere sovente disattese.
In questi anni la disponibilità di centri e di tecnici autorizzati si è notevolmente allargata, andando a coprire anche quelle regioni dove il processo era partito in ritardo; inoltre esistono diversi centri attrezzati con impianti mobili, in grado di spostarsi per centinaia di chilometri e raggiungere anche le aziende più decentrate.
Le sanzioni per il mancato collaudo entro i termini non sono troppo pesanti (da 500 a 2000 euro), ma sono decisamente meno gravi di quelle accessorie: l’utilizzatore professionale (agricoltore o contoterzista) può infatti subire pesanti trattenute sui contributi comunitari.
Sarà stato il timore dei controlli da parte di Agea, già partiti su larga scala in diverse regioni, o una certa faciloneria, fatto sta che in questi primi due anni il Pan è stato applicato con una certa leggerezza, con il rischio di creare situazioni imbarazzanti.
Tale situazione è in qualche modo legata ad un malinteso sorto in sede di prima applicazione del PAN, quando sembrava che le aziende agricole non fossero tenute ad alcun adempimento nella convinzione che “ci avrebbe pensato il terzista” a risolvere tutto.
Vero è che il Piano d’azione nazionale, sulla scorta di quanto previsto dalla norma comunitaria, ha riconosciuto esplicitamente la funzione che le imprese agromeccaniche, ormai da decenni, rivestono nella modernizzazione dell’agricoltura, a partire dalla difesa fitosanitaria.
Di qui però a sostenere posizioni estreme, volte a cancellare le responsabilità degli agricoltori, con il rischio concreto di sminuirne il ruolo nel processo produttivo agroalimentare, il passo è davvero troppo grande.

IL MENU DEI CONTROLLI

La verifica funzionale comprende 2 tipi di controlli: uno riguarda lo stato della macchina e delle sue componenti, l’altro la loro funzionalità, con particolare riguardo alla regolazione ed all’uniformità di distribuzione della miscela.
I principali elementi da verificare sono i seguenti:
1. Trasmissioni meccaniche (albero cardanico) e relative protezioni.
2. Pompe e circuiti in pressione: non devono esserci perdite visibili, gocciolamenti e difetti di tenuta alla normale pressione di esercizio.
3. Serbatoio, premiscelatore, sistema di lavaggio contenitori, agitatore, indicatore di livello devono essere in perfetta efficienza; quest’ultimo deve essere preciso e leggibile.
4. I manometri vengono provati per verificarne l’esattezza alla pressione di esercizio, con un banco di prova dotato di manometro di precisione; se è presente un computer di bordo, i valori indicati dal display devono corrispondere a quelli rilevati sul circuito.
5. Il tubo di carico dell’acqua, se consente il prelievo da vasche, fossi e canali, deve essere dotato di una valvola di non ritorno a perfetta tenuta; i filtri devono essere in ottimo stato, come pure il dispositivo lavamani, se presente.
6. La barra deve garantire la perfetta orizzontalità, con minima tolleranza, ed il controllo della quota rispetto al suolo; deve essere previsto un sistema di protezione dal contatto col terreno; la barra deve aprirsi e chiudersi senza impuntamenti; la barra deve poter essere chiusa per sezioni, per rispettare le distanze di sicurezza.
7. Gli ugelli devono essere efficienti, in buone condizioni d’uso e possibilmente dotati di sistemi contro il gocciolamento; sono preferibili gli ugelli antideriva.
8. Nei sistemi a convezione o nebulizzazione pneumatica, devono essere controllati la ventola, lo stato e l’efficienza dei deflettori, l’integrità dei condotti dell’aria, con particolare attenzione alle maniche flessibili.
A queste verifiche sui componenti segue quella generale dedicata all’efficienza della distribuzione:
- Misura relativa della portata dei singoli ugelli;
- Uniformità fra i singoli ugelli, misurata su un bersaglio teorico.
Le barre vengono testate su un banco prova mobile, su tutta la loro lunghezza, costituito da organi captatori che conducono il liquido (acqua pura) a serbatoi graduati di materiale trasparente, onde verificare visivamente la portata degli ugelli e l’uniformità della distribuzione.
Per gli atomizzatori operanti su colture legnose, il banco di prova è strutturato in senso verticale, simulando la parete vegetativa dell’impianto arboreo.

Irroratrici all’appello - Ultima modifica: 2018-10-10T07:07:42+02:00 da Lucia Berti

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